Marracash e Guè Pequeno in “Santeria live”. Tutte le novità di un tour che si preannuncia ricco di sorprese

Marra/ Guè - Santeria live tour

Marra/ Guè – Santeria live tour

Dopo il successo riscontrato da “Santeria”, l’album che ha messo insieme due teste di serie come Marracash e Guè Pequeno. Concepito, scritto e registrato tra Spagna, Brasile e Milano, l’ambizioso progetto continua la propria naturale evoluzione con un tour prodotto da F&P. Traendo spunto dalla fertile ricerca artistica di entrambi i rapper, ormai amici da più di 15 anni, il tour declinerà dal vivo i contenuti e la forza espressiva del disco facendo leva anche sulla scenografia e sui contenuti visivi realizzati ad hoc da Armando Mesìas, l’artista colombiano che ha già curato tutte le grafiche di questo progetto. A parlarcene sono proprio i diretti interessati.

Intervista

Come mai avete scelto di fare un tour insieme?

 Questo disco nasce da un’amicizia pluriennale. Avevamo in mente da tempo di realizzarlo per cui è venuto fuori in modo molto naturale. Questa è la forza di un disco in cui ci siamo divertiti molto. Lo abbiamo concepito senza pressioni e senza velleità di dover raggiungere un grande pubblico a tutti i costi.

In che senso di tratta di un disco cinematografico?

Un disco in coppia rende più facile incarnare un personaggio. L’idea è quella di proseguire questo racconto anche nel live portando in scena un vero e proprio film. Vorremmo raccontare una storia, romanzare le tappe, ci saranno visuals e musica correlati tra loro. Non avremo una band con noi, il nostro obiettivo sarà quello di fare immedesimare lo spettatore nel racconto.

Come vivete la collaborazione con F&P?

Questo per noi è un upgrade, una novità, una bella sfida. Daremo il massimo trasponendo le vicende che raccontiamo dallo schermo allo stage.

Quali sono i vostri riferimenti?

Per quanto riguarda l’idea del tour in coppia ci siamo ispirati a Jay Z e Kanye West anche se il loro show era molto più simile ad una videoinstallazione, non c’era una trama. Per quanto riguarda i riferimenti cinematografici, guardiamo film insieme fin da quando eravamo ragazzini. Su tutti, i gangstamovie: Scarface, Goodfellas, Carlito’s Way, Tarantino. Siamo legati a filo rosso a questo genere ma abbiamo anche la credibilità di poterci ispirare a questi film; questo è il nostro pane quotidiano. Abbiamo un vissuto, un background ed un percorso individuale molto vicino a questo mondo. Noi abbiamo sempre parlato di argomenti scomodi, lo facciamo dalla fine degli anni ’90. Sarà anche per questo che la nuova ondata trap terrà noi come punti di riferimento.

Approfondiamo la questione…

All’epoca i temi delle nostre canzoni erano considerati da emarginati, la gente non era abituata a sentire certe cose, abbiamo italianizzato gli stilemi della cultura hip hop. Si tratta di una struttura comunque circolare visto che gli americani all’epoca si ispirarono all’immagine del mafioso italiano.

Marra/ Guè - Santeria live tour

Marra/ Guè – Santeria live tour

Che brani metterete in scaletta?

Ovviamente porteremo “Santeria” in tour quasi nella sua totale interezza. Ci sarà comunque un espediente narrativo che ci consentirà di avere dei momenti da solisti. Cercheremo di far convivere tutto al meglio in quello che sarà uno show completo.

Ci saranno degli ospiti?

Non lo escludiamo ma non è questo il punto focale. Certo, se guardiamo gli show americani fa figo vedere gli special guests a sorpresa. Sarebbe bello proporre dei remix con artisti particolari ma non abbiamo bisogno di basare lo show sull’ ospite.

Che pubblico vi aspettate?

Guè: Diventando maturo mi sto accorgendo con piacere di avere un pubblico eterogeneo. Lavoro molto nei club, ci sono ancora dei pregiudizi storici verso un genere che all’estero viene masticato da almeno 30 anni sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori. Qui il rap pare sempre roba per bambini. Nel nostro caso abbiamo un feedback misto, spesso anche proveniente da colleghi e la cosa ci piace parecchio. Ben vengano i teenagers perché vuol dire che siamo di tendenza, in ogni caso ci aspettiamo un pubblico vario.

Marracash: Con il mio album “Status” avevo conquistato una fetta di più pubblico più adulto, con “Santeria” è arrivato un pubblico più giovane. In ogni caso credo che quando hai costruito una carriera con della “cicca” riesci sicuramente a portarti dietro un pubblico eterogeneo.

Cosa ne pensate dei nuovi rappresentanti del mondo rap?

Ben vengano i ragazzi che hanno riportato in auge la questione dell’immaginario urbano con metriche nuove, basi nuove. La differenza tra l’Italia e l’estero è che nel mondo gli artisti urban si estremizzano, sono in Italia invece si finisce sempre per “merdizzare” la musica ammorbidendola. Un altro punto a favore della nuova corrente sta nel portarsi dietro la crew facendo diventare la musica un lifestyle a 360 gradi, questa è una cosa molto hip hop. Certo, i video sono molto belli ma si basano su quelli che ormai sono  diventati canoni internazionali.

Che rapporto c’è tra i bambini e il rap?

In Italia non c’è un’industria musicale pensata per i bambini. La conseguenza diretta è che questi ultimi prendano spesso il rap come modello. Certo, se avessimo 8 anni non ci metteremmo ad ascoltare del pop melenso come quello dell’Amoroso. Qui si finisce per ascoltare Cristina D’Avena o del rap all’acqua di rose come quello di Moreno con dei contenuti meno complessi da metabolizzare o comprendere. Poi ci sono Benji & Fede ma loro occupano giustamente il proprio posto più che altro è triste che ci siano anche alcuni rapper ad occupare quel posto lì.

Raffaella Sbrescia

Santeria Live Tour

Gennaio 2017

27 Padova Gran Teatro Geox

28 Venaria (TO) Teatro Concordia

21 Milano – Alcatraz

Febbraio 2017

02 Fontaneto D’agogna (NO) Phenomenon

04 Nonantola (mo) Vox Club

14 Napoli – Palapartenope

16 Firenze Obihall

118 Roma Atlantico

Video: Salvador Dalì

http://vevo.ly/a26utc

 

Intervista a Gloria Bennati: “Vortice” mi ha liberato dalle angosce che mi portavo dentro”

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Oggi vi presentiamo una giovane cantante toscana di venticinque anni. Il suo nome è Gloria Bennati e il suo brano d’esordio, “Vortice”, composto da Domenico “GG“ Canu, Sergio Della Monica, Sandro Sommella, con i testi di Roberto Angelini e di Marracash, è stato prodotto dai Planet Funk. Gloria Bennati ha iniziato la sua preparazione musicale frequentando l’Accademia di canto di Luca Jurman a Milano e di Luca Bechelli a Firenze, poi ha perfezionato gli studi seguendo lezioni di canto lirico, come soprano lirico puro, con Maria Luisa Bettarini, moglie del compositore italiano Luciano Bettarini (a suo tempo insegnante di Andrea Bocelli) e partecipando a numerosi concerti. Ha lavorato anche con il maestro e compositore Fio Zanotti. Attualmente è impegnata in studio, tra la Toscana e Londra, alla realizzazione di nuovi brani prodotti da Gigi Canu (P.Funk), con la collaborazione di Marco Baroni (P. Funk) e Roberto Angelini. Ecco l’intervista con cui avrete la possibilità di conoscerla meglio.

“Vortice” è il titolo del tuo singolo d’esordio. Una canzone che racchiude un punto di svolta dei tuoi ultimi anni e che vanta collaborazioni importanti come quella di Roberto Angelini per la stesura del testo, il featuring con il noto rapper Marracash e la produzione dei Planet Funk.  Ci racconti in che modo hai vissuto l’approccio con questa canzone sulla tua pelle e i dettagli delle singole collaborazioni?

Questo brano è stato un fulmine a ciel sereno. Dopo diversi anni che lavoravo dietro le quinte provando, da interprete, a cantare canzoni scritte da altri, mi è arrivato questo pezzo tra le mani ed stato come se da un certo punto di vista avessero conosciuto la mia storia e quella esperienza che nel mio piccolo avevo  vissuto. Ho conosciuto i Planet Funk tramite il mio manager Marco Marati, sono sincera, prima di conoscermi erano titubanti a lavorare con un ragazza alle prime armi come me, poi dopo un provino pianoforte e voce, per fortuna, sono riuscita a conquistarli. Così abbiamo iniziato a lavorare su “Vortice” dandole un’ impronta pop elettronica e ne sono felice perché adoro il loro tipo di musica. Dato che mancava ancora il testo,  è stato proposto a Roberto Angelini di scrivere il testo; le sue parole hanno creato una sorta di magia. Quando ho letto il testo per la prima volta mi sono commossa profondamente, vivevo esattamente quelle emozioni, quel grigiore, quella speranza di vivere in modo migliore, la mia vita. La canzone può avere varie interpretazioni, può essere un amore finito male, una dipendenza da farmaci, la rincorsa verso un sogno difficile da realizzare. Alla fine ci ritroviamo nella speranza comune di uscire da questo vortice di sofferenza, che molto spesso ci creiamo da soli, con le nostre insicurezze e con le nostre paure. Cantare questa canzone per me è stata una liberazione da tutte quelle angosce che da tempo mi portavo dentro. A livello artistico penso che non mi potesse capitare occasione migliore, mi piace la produzione che i Planet Funk hanno fatto sul pezzo ed insieme siamo riusciti a creare un mondo nuovo che spero incuriosisca anche gli ascoltatori.

Hai studiato canto lirico ma hai frequentato anche l’accademia di canto di Luca Jurman a Milano e quella di Luca Bechelli a Firenze. In che modo questa miscela di studi ha forgiato la tua espressione vocale?

Studio canto da quando avevo 11 anni, sin da bambina ho avuto tanta voglia di imparare e di migliorarmi. I miei primi fan sono stati i mie nonni, le mie sorelle e i miei genitori che stavano ore ad ascoltarmi cantare. Mia madre mi portava a tutte le lezioni di canto, ai concerti gospel in chiesa, ad iscrivermi i concorsi, a spronarmi a studiare canto lirico, non ce l’avrei mai fatta senza di lei. Sono state tutte queste esperienze a portarmi dove sono oggi. Jurman mi ha aiutata in un momento della carriera dove la mia voce non era al massimo e mi ha insegnato come usarla al meglio, con Luca Bechelli, a Firenze, ho cantato più di 100 provini capendo davvero per quale genere musicale fossi portata. Poi c’è Fio Zanotti, senza di lui non sarei mai riuscita a comportarmi in uno studio di registrazione come si deve ed infine Maria Luisa Bettarini, che strano a dirsi, mi ha insegnato ad usare il cuore, il canto lirico mi ha dato più di qualsiasi altro studio abbia fatto fino ad ora. Tutte queste infarinature mi hanno portata ad avere le sfumature vocali che ho e molto probabilmente ad esaltare quello che già avevo dentro ma che non sapevo di avere.

Ci racconti il tuo insolito legame artistico con i Planet Funk?

 Con i Planet ho conosciuto un mondo che non sapevo potesse esistere, fatto di luci psichedeliche, solo con loro sono riuscita a crearmi un mia vera identità, hanno tirato fuori qualcosa in me che nemmeno sapevo di avere. Penso che il rapporto umano che si viene a creare con il tuo produttore artistico sia fondamentale, quando sei studio deve esserci serenità ma soprattutto fiducia. Con Gigi Canu dei Planet Funk, che tra l’altro sta producendo i miei prossimi pezzi, si è creato un rapporto di amicizia e di stima reciproca; insieme sperimentiamo moltissime cose ed io imparo ogni giorno qualcosa di nuovo, non smetterò mai di ringraziarlo per la mia crescita umana ed artistica.

Come è avvenuto il passaggio da interprete a cantautrice?

Le prossime canzoni le canterò da interprete, sempre con i testi di Roberto Angelini. Ho iniziato da poco a prendermi in considerazione come cantautrice, voglio essere brava a fare ciò faccio e Gigi mi sta aiutando anche da questo punto di vista.

I tuoi riferimenti musicali sono leggende della musica mondiale ma chi senti veramente affine alla tua sensibilità e al tuo modo di interpretare la musica?

Ho sempre ascoltato musica internazionale: adoro Florence and the Machine, London Grammar, Jessie J e tanti altri. Di cantanti storiche a cui mi sono sempre inspirata ce ne sono molte, citerei Etta James. Nina Simone, Janis Joplin. Ho sempre cercato di captare da questi grandi artisti tutto quello che potevo percepire, la sofferenza, il modo di cantare ma soprattutto la libertà con cui si esprimevano.

Qual è la formula musicale alla quale stai lavorando e cosa vorresti comunicare al tuo pubblico?

Sto cercando di  entrare in una fetta di mercato che in Italia viene a mancare. Come dicevo sopra, se prendiamo il brano “Vortice” in considerazione, possiamo evidenziarne un indirizzo pop elettronico che stiamo provando a mantenere anche nei prossimi pezzi. Spero di riuscire a crearmi una mia identità e ad esprimermi nel modo più limpido possibile.

Quali sono le tematiche di cui ti piacerebbe cantare nelle tue canzoni?

 Sono una ragazza di 25 anni come tante altre, con le sue paure i suoi sogni e i suoi dolori. Sarebbe meraviglioso se le persone che mi ascoltano, potessero ritrovare in quello che canto dei frammenti della propria vita, un ricordo o magari un’ emozione. Vorrei cantare di libertà, di spensieratezza e di emozioni semplici, quelle che tutti noi ogni giorno, anche senza accorgercene, viviamo.

In una recente intervista hai spiegato che vorresti scrivere una canzone che sia incentrata sulla storia di una donna combattiva e vincente…che idee hai a riguardo?

Sì, in effetti stiamo già lavorando su questa tematica. La donna è vista spesso come un personaggio più debole o forse troppo sensibile. Io vorrei raccontare la storia di una donna che, nonostante la sofferenza subita, lotta per una rinascita interiore in nome dei propri valori.

Parlaci di te, dei tuoi hobby, dei tuoi passatempi preferiti, le ultime letture e qualche curiosità di cui finora non hai mai avuto occasione di parlare.

Una mia grande passione sono gli animali! Ho sette cani, sono i miei bimbi e adoro prendermene cura. Quando sono giù di morale, mi basta stare un po’ di tempo con loro per sentirmi subito meglio. Non c’è cosa più bella dell’amore incondizionato di un animale. Adoro anche  leggere: in camera ho una grande libreria, è il mio piccolo tesoro! Non ho idea di quanti romanzi possano esserci al suo interno, ormai ho perso il conto. Uno degli ultimi libri che ho letto è ”Il miniaturista” di Jessie Burton.

Raffaella Sbrescia

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Video: Vortice

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Estathè Market Sound: il live dei Club Dogo funziona grazie agli special guests

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Don Joe, Jake La Furia e Guè Pequeno o, più semplicemente i Club Dogo, sono saliti sul palco dell’Estathè Market Sound di Milano lo scorso 18 luglio per un unico attesissimo live estivo. Per i tre rapper i tempi dei pomeriggi  in San Babila sono ormai alle spalle da un pezzo ma l’attitudine e l’incoscienza di allora fanno ancora capolino sia fra i progetti di squadra che tra i  lavori solisti di ciascuno. Dal quel lontano 2002 il trio meneghino, sorto dalle ceneri della crew Sacre Scuole, ha saputo crearsi un profilo riconoscibile partendo «Mi Fist»,  un album che avrebbe contribuito a segnare le sorti del rap italiano in modo significativo. Dopo dodici anni il provocatorio «Non Siamo Più Quelli di Mi Fist», riprende stili e argomenti per sottolineare una continuità di contenuto ma anche per ribadire una precisa linea artistica. Forti dell’amalgamata complicità sul palco e fuori, i Club Dogo affrontano il palco con sicurezza, a tratti più simile a spavalderia.  Nonostante la scarsa carica del trio e l’audio poco curato, le sirene di “M-I Bastard”  provano a scaldare il pubblico, decisamente sfasato dalla lunga attesa. I primi cenni di  autentico apprezzamento arrivano sulle rime di “Per la gente”, brano datato 2010 e dedicato proprio ai fan dei Dogo. “Saluta i king” è la prima traccia tratta da “Non siamo più quelli di MI Fist”. Eseguita insieme ai rapper Gemitaiz e Madman, la canzone trova un buon seguito insieme al flow de “Il mio mondo, le mie regole” e alle scariche elettroniche di “Spacco tutto”. Particolarmente apprezzata anche la hit “Weekend”, seguita dagli stereotipi cementificati di “Zarro!”. I ritmi si fanno più serrati con “Chissenefrega” (In discoteca), c’è addirittura spazio per l’amore con “Sai zio” salvo tornare a colpire a muso duro con “Noi siamo il Club” insieme a Marracash. Grande partecipazione del pubblico sulle note di “Purò Bogotà”, arricchita dalla voce di Vincenzo da via Anfossi. Grande sorpresa per l’ingresso in scena di Fabri Fibra per  il remix di “Dieci anni fa”. “Vida loca” racchiude il momento prima dell’arrivo di J-Ax per “Brucia ancora”, seguito dall’ormai inseparabile Il Cile sul palco con i Dogo per “Tutto ciò che ho”. Bagno di folla per Giuliano Palma che ha cantato la super hit “P.E.S.” mentre è la voce di Arisa a chiudere il concerto, durato quasi due ore, con “Fragili”, la canzone che, più di ogni altra, si distanzia dalle radici dei Dogo e che, tuttavia, rimarca la forza e la personalità del trio.

 Raffaella Sbrescia

SETLIST:

M-I Bastard

Voi non siete come noi

Per la gente

Il mio mondo le mie regole

Saluta i king feat. Gemitaiz & Madman

Spacco tutto

Weekend

Zarro!

Chissenefrega (In discoteca)

Sai zio

Noi siamo il club

Puro Bogotà feat. Marracash & Vincenzo da Via Anfossi

All’ultimo respiro

Lisa

Dieci anni fa feat. Fabri Fibra

Soldi

Vida loca

Status symbol

Brucia ancora feat. J-Ax

Tutto ciò che ho feat. Il Cile

Tornerò da re

Una volta sola

P.E.S. feat. Giuliano Palma

Fragili