Magellano: Francesco Gabbani racconta se stesso e il nuovo album all’insegna della naturalezza

COVERmagellanoEsce oggi per Bmg “Magellano”, il nuovo disco di Francesco Gabbani. Gli spartiti musicali dell’album, unitamente alle versioni Canzoniere ed un CD contenente le basi musicali originali, sono contenuti nell’edizione a stampa prodotta e commercializzata da Hal Leonard MGB. Il disco contiene “Occidentali’s Karma”, brano da settimane in vetta alla classifica airplay radio, con 100 milioni di visualizzazioni su Youtube e certificato triplo platino per gli oltre 150mila download e streaming. Un album breve ma ricco di contenuti e di generi, un lavoro eterogeneo che spazia dall’ironia all’intimismo senza troppi fronzoli. Ispirato al nome del navigatore ed esploratore portoghese Magellano, l’album intende rifarsi all’idea del viaggio, inteso soprattutto come percorso esistenziale. A spiegarlo è lo stesso Gabbani: «Il titolo parte dal concetto di viaggio ma non tutte le canzoni parlano di questo. Il vero cammino è verso l’ignoto che c’è dentro ciascuno di noi; una delle cose più difficili da fare e conoscersi per poi accettarsi. Il file rouge di questo lavoro è la curiosità di chiedersi il perché di alcune sfaccettature della nostra esistenza; si tratta di un concept album involontario».

Il nuovo album riunisce nuovamente assieme a Francesco Gabbani, gli altri co-autori di Occidentali’s Karma, ovvero Filippo Gabbani, Fabio Ilacqua e il produttore Luca Chiaravalli: «La genesi dell’album risale all’inizio del 2016, un anno importante, un anno di gratificazione funzionale a quanto fatto fino ad allora. Questo disco porta il mio nome, simboleggia la mia espressività ma è anche il frutto di una collaborazione che a me ha portato gioia e serenità perché fondata su veri valori umani. I miei collaboratori sono l’equipaggio di un vascello in cui ognuno ha dato il suo contributo senza desideri di prevaricazione. Ciascuno ha avuto il suo spazio in un clima di grande armonia e naturalezza che mi rende ancora più soddisfatto di questo lavoro», ha spiegato Francesco Gabbani. Soddisfatto sì, ma con i piedi ben saldi per terra: «Questo è stato un anno importante, avevo rinunciato all’idea di esprimermi personalmente come artista ma non ho mai abbandonato la musica. Oggi si pensa che per vivere di musica si debba essere famosi. Io non la penso così, in questi anni ho continuato a scrivere, l’ho fatto per Celentano, Renga, Fabio Ilacqua. Tuttora ricevo proposte di collaborazione in veste di autore, chiaramente cercherò di dedicarmici al più presto. La mia soddisfazione non viene dalla recente fama bensì dal fatto che sono riuscito a fare della mia musica il mio mestiere. Oggi mi sento più legittimato a farlo anche per chi ha sempre creduto in me in tempi non sospetti, dapprima come autore e poi come artista; su tutti il team di Bmg». A chi ha provato a muovere critiche rispetto ai tempi di lavorazione del disco, Gabbani risponde così: «Mi sento ben rappresentato da questo disco perché riassume in maniera esaustiva le mie sfaccettature. Non ho sentito nessuna pressione e non mi sono curato delle aspettative che c’erano nei miei riguardi dopo la vittoria del Festival. La produzione è avvenuta dopo Sanremo, l’unico brano composto per intero in questa fase è stato “Tra le granite e le granate” (prossimo singolo) mentre la scrittura dei brani era già stata completata per l’80% in un periodo precedente. Tra le altre cose, in autunno avevo appena concluso lo scorso tour e poi sono stato impegnato a comporre la colonna sonora per il film di Fausto Brizzi “Poveri ma ricchi” che mi ha dato tanta soddisfazione».

Francesco Gabbani ph Chiara Mirelli

Francesco Gabbani ph Chiara Mirelli

Dato tra i favoriti all’Eurovision Song Contest, Gabbani dimostra di avere le idee chiare anche qui: «Cerco di non pensarci più di tanto, da un lato sono veramente entusiasta, dall’altro cerco di non caricarmi di troppa responsabilità. Vorrei affrontare quest’avventura in modo molto semplice, non farò particolari sforzi, mi proporrò in modo molto naturale e non ricorrerò a nessun escamotage per attirare attenzione. Ovviamente ci sarà la scimmia per dare al pubblico europeo la possibilità di conoscere la performance originale ma poi il suo percorso potrà ritenersi concluso. Il brano subirà il taglio della seconda strofa per motivi di regolamento ma abbiamo fatto in modo che restasse intatto l’impatto dinamico dello special. Per il resto ho avuto una risposta e un supporto internazionale che non mi aspettavo, punto ad un contesto internazionale cercando di valorizzare la nostra lingua. Per quanto riguarda il disco, infine, la versione che uscirà all’estero avrà il titolo in inglese, una cover diversa e sarà comprensiva del brano “Amen”.Lo so farò una grave contravvenzione alla ricorrenza del numero 9 che accompagna questo progetto e la mia vita ma ne varrà la pena (ride ndr)». A chi invece viene da pensare come faccia a gestire tutto questo improvviso successo, il cantautore risponde: «Per gestire bene quello che mi sta succedendo vivo in modo molto naturale, non mi pongo troppi problemi, sono arrivato a questo punto della mia carriera quando la mia personalità si era già formata. Non sono più un ragazzino, non vivo il dualismo tra popstar e uomo, sono quello che sono e non mi spaventa il successo, vivo tutto con gioia e il successo ottenuto da “Occidentali’s Karma” mi fa pensare che il brano abbia ormai una sua vita. Le canzoni sono di chi le vive e le fa diventare sue. Sono un po’ osservatore di questa canzone e sono orgoglioso di presentarla in italiano».  Proprio lui che si è imposto al pubblico con brani di facciata ironica, in questo disco non rinuncia all’emotività, soprattutto ne “La mia versione dei ricordi” e “Spogliarmi”: «Tengo a precisare che non è vero che preferisco far emergere il mio lato ironico per nascondermi, questa è una parte della mia espressività. In un sistema frenetico e veloce, la dimensione scanzonata cattura subito l’attenzione però è anche vero che un brano come “Spogliarmi” riesce a rappresentarmi al meglio: una volta raggiunti gli obiettivi, l’unico modo per salvarci è spogliarci di tutto per ritrovare la fame di nuove cose. Considero questo brano allo stesso modo de “Il vento s’alzerà” contenuto nel mio disco precedente». Il 27 maggio a Roma, Francesco Gabbani condurrà i TIM MTV Awards, che saranno trasmessi in diretta su MTV, MTV Music e VH1 mentre il tour ufficiale, organizzato da International Music and Arts, partirà il 19 giugno da Verona: «Per quanto riguarda il tour, farò riferimento a tutto il mio repertorio mettendo in scaletta anche qualche brano del mio primissimo lavoro, la parte visiva avrà un peso relativo perché io stesso cerco di darmi molto sul palco. A chi, invece, dice che sono troppo prezzemolino in tv, rispondo che mi basta la mia musica e che ho accettato di condurre gli Mtv Awards perché è una dimensione che non mi allontana dal mio essere artista e perché negli anni sono stati tanti i cantanti a condurre questa kermesse». 

Raffaella Sbrescia

Video: Occidentali’s Karma

Francesco Gabbani porta il suo pop antropologico a Sanremo con “Occidentali’s Karma”. Intervista

Francesco Gabbani - Occidentali's Karma

Francesco Gabbani – Occidentali’s Karma

Francesco Gabbani partecipa al 67esimo Festival di Sanremo con “Occidentali’s karma”,  brano scritto insieme al fratello Filippo Gabbani, a Fabio Ilacqua e a Luca Chiaravalli. Il brano sarà contenuto nel nuovo disco che verrà pubblicato, a fine aprile, da BMG Rights Management (Italy) con la produzione artistica di Luca Chiaravalli. “Occidentali’s karma” è un brano pop elettronico che nasconde una doppia personalità. Dietro una melodia pop accattivante e una ritmica coinvolgente, cela infatti un invito a riflettere sul nostro modo di vivere.

Intervista

Ti aspettavi un riscontro tanto caloroso da parte del pubblico?

Sinceramente un brano così fuori dagli schemi sanremesi era un’incognita. Il testo è quasi ermetico e necessità di essere capito. Molti si fermano solo all’aspetto ironico del mio fare musica ma alla fine va anche bene così. Mi piacerebbe divertire e coinvolgere poi ovviamente spero sempre che venga colta anche la dimensione più profonda che sta aldilà della facciata. Ciò detto, non mi aspettavo questa riposta da parte del pubblico e mi fa un grandissimo piacere.

Da dove arriva l’idea della scimmia?

L’idea della coreografia viene dalla necessità di voler sdrammatizzare perché per quanto il brano abbia una facciata ironica, in realtà è molto serio. Si tratta anche di un concetto ripreso dal libro dell’antropologo Morris che prende in considerazione l’idea dell’essere umano non come essere pensante ma come una specie di scimmia. Siamo evoluti intellettualmente, cerchiamo la risoluzione delle cose ma il movente di base è il soddisfacimento delle nostre necessità primordiali. Si tratta chiaramente di una provocazione ma sono il primo a sottopormi a questa critica, addito prima di tutto me stesso e poi estendo queste riflessioni a tutti.

Non pensi che possa trattarsi di un’arma a doppio taglio?

Sicuramente può esserlo ma se non ci si assume dei rischi non si può arrivare a scoprirlo.

Un po’ come è successo con “Amen”?

Sì, sebbene il brano abbia avuto tanto successo non è che in realtà sia stato capito da tutti. Nel corso del 2016 ho imparato a capire dal tipo di complimento che mi veniva fatto se il brano fosse stato capito o meno. In ogni caso la musica pop per me è soprattutto condivisione e intrattenimento sennò non farei quello che faccio o quanto meno non lo farei nelle circostanze in cui mi propongo.

Quest’anno consolidi la collaborazione con tuo fratello?

Sì ho lavorato alla scrittura del brano anche insieme a lui e l’ho portato con me anche in tour visto che suona la batteria.

Hai unito l’aspetto dissacrante con l’impegno di un testo serio. Ti senti fautore di una nuova formula pop?

Sarebbe fantastico pensarla così, per ora mi limito a cercare di esprimere quello che sento. Fare musica rappresenta un modo per esprimermi, questa bivalenza tra ironia e riflessione corrisponde a come sono io nella realtà di tutti i giorni. Sono uno che vive in maniera istintiva cercando di gioire del momento però poi mi dedico lo stesso a prolungate riflessioni. Cerco di ragionare e di approfondire tutto ciò che faccio.

Video: La coreografia di “Occidentali’s karma”

In base a questi ragionamenti cosa dobbiamo aspettarci dal tuo nuovo disco?

Il disco rispetterà le linee guida di “Occidentali’s karma” ed è quasi al 90% della lavorazione. Le due forze che attraversano il dualismo del brano si sposano in maniera sinergica per cui mi piacerebbe pensare ad un disco che si basa su una profonda leggerezza.

Pensi di aver fatto un salto in avanti nella scrittura?

Ci terrei a specificare che questo lavoro è il frutto della collaborazione con i miei coautori.  Fabio Ilacqua, ad esempio, vive fuori dal mondo ed è dotato di una cultura gigantesca. Io rappresento la parte più pop e contemporanea.

Per quanto riguarda la tua esperienza nelle vesti di compositore per la colonna sonora di “Poveri ma ricchi” di Fausto Brizzi cosa ci racconti?

Per me è stata un’esperienza completamente nuova. Il regista mi ha chiamato e mi ha espressamente chiesto di comporre. Ho subito chiarito che non avrei potuto fare cose particolarmente ricercate ma lui mi ha voluto lo stesso. Il mio approccio è stato quello di un entusiasta principiante e ho scoperto un nuovo modo di fare musica. Se mi ricapitasse un’occasione simile, lo rifarei anche se non è una mia prerogativa. Preferisco scrivere canzoni.

Video: “Occidentali’s karma”

E la collaborazione con Celentano per il brano “Il bambino col fucile”?

Non l’ho incontrato né sentito, il contatto è stato sentire la sua voce sul mio brano. Per me è stata la ciliegina sulla torta di questo 2016, tra l’altro anche l’arrangiamento è rimasto lo stesso e per me è stata davvero una soddisfazione enorme.

Pensando al fatto che all’epoca anche lui ha rotto gli schemi con la sua musica, senti di poter esser accostato a lui in qualche modo?

Chiaramente non è un fatto voluto ma mi fa molto piacere pensare a un possibile accostamento ad Adriano perchè ho sempre avuto una grande stima per lui che  è riuscito a stimolare le più svariate riflessioni. Mi dispiacerebbe se qualcuno giudicasse il mio atteggiamento un po’ scimmiottante nei suoi confronti.

In realtà quello che si percepisce è che non ti prendi troppo sul serio…

Questo fa parte del mio modo di essere. Credo nell’autoironia e quando la noto negli altri, la reputo un sintomo di grande intelligenza.

Parlando di Oriente, ci sei mai stato?

No, ma ne sono affascinato. Spero di andare presto in Giappone.

Le tue attività agricole come procedono?

Ultimamente le ho messe un po’ da parte anche se continuo ad avere una forte attrazione verso tutto ciò che è legato alla natura. Quando ho voglia di divertirmi non vado in discoteca, preferisco andare in un bosco o in cima alla vetta di una montagna.

Come sono andati i live del 2016?

C’è stata una buona affluenza, è stato molto appagante. Ho suonato i brani tratti dal mio ultimo album, qualcosa di meno recente e qualche cover; su tutti Jannacci, Battisti, Mogol, Celentano. A giugno inizierà il nuovo tour ma devo ancora iniziare a pensarci.

Raffaella Sbrescia

Il saluto di Francesco Gabbani: