Luis Fonsi: non solo “Despacito”. La musica es para compartir no para competir.

Luis Fonsi

Luis Fonsi

“Despacito” è diventata da diverso tempo il tormentone del 2017 italiano. Il video del brano, che in Italia ha raggiunto il 4° disco di Platino, ha superato il miliardo di visualizzazioni testimoniando un successo che non accenna a fermarsi anche grazie al remix realizzato con Justin Bieber. Scritta da Luis Fonsi e Daddy Yankee in collaborazione con Erika Ender e prodotta da Andrés Torres e Mauricio Rengifo, “Despacito” ha rilanciato la ventennale carriera di Fonsi che nel corso degli anni non ha mai smesso di reinventarsi. Dopo una lunga gavetta fatta di provini e tentati approcci a etichette della sua città, nel 1998 Fonsi registra il suo primo album “Comenzaré” e inizia un percorso fitto di collaborazioni ed esperienze importanti. Col quinto album, “Abrazar la Vida”, Fonsi si impone anche in Europa diventando una star apprezzata a livello internazionale. Attivo anche come attore - nella telenovela messicana “Corazones al límite” e nella serie Nickelodeon “Taina”, Fonsi è anche molto impegnato nel sociale (tra le altre cose è il portavoce del St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis, Tennessee). In attesa di rivederlo in Italia tra poche settimane per partecipare il prossimo 5 giugno in qualità di ospite internazionale all’edizione 2017 dei WIND MUSIC AWARDS (5-6 giugno Arena di Verona) ecco cosa ci ha raccontato in occasione del nostro incontro negli uffici di Universal Music a Milano.

 Intervista

Ciao Luis, come stai e come vivi questo periodo di travolgente successo?

Ho iniziato questo mestiere quando avevo 17 anni ma non mi sento vecchio, anzi, posso dire di non aver ancora scritto la mia canzone migliore e di non aver raggiunto il top della mia carriera. Sono sempre alla ricerca di cose nuove da imparare, non mi sento stanco, mi sento alla grande, Vivo questo momento come un nuovo inizio per accedere a nuovi mercati e conoscere nuovi paesi. Il calore del pubblico italiano mi regala tanta gioia, spero di conoscerlo meglio e instaurarci un rapporto duraturo.

“Despacito” ormai esiste in tante versioni. In rete girano tantissimi video, ce n’è qualcuno che ti ha colpito in particolar modo?

Dei tanti video che ho visto ce n’è uno che mi ha divertito molto in cui una giovane ragazza balla con suo nonno dietro di lei. Quello che mi ha colpito è stato vedere due generazioni a confronto che si divertono sulle note della mia canzone. Esistono diverse versioni di “Despacito” in lingue diverse, alcune le ho condivise sulla mia pagina Facebook, ne sono molto felice.

Quindi usi spesso i social network?

Uso i social allo stesso modo, forse Instagram lo uso di più ma non ne ho uno preferito in particolare, adoro semplicemente la loro capacità di connettere le persone. Si tratta di un buon termometro di conoscenza delle persone e del loro modo di pensare, ricevo messaggi in tutte le lingue del mondo, è l’occasione per me di imparare un po’ di lingue nuove!

Che parole useresti per descrivere “Despacito”?

Questa non è una canzone d’amore, è una canzone sensuale. Prima di “Despacito” ho scritto molte canzoni d’amore, questa è una fase di transizione, racconto di un sentimento provocante.

Ogni anno in Italia ci sono due o tre tormentoni latino-americani. Questo è il tuo anno, come ti senti a riguardo?

Trovo eccitante il fatto che l’Italia abbia scelto la mia canzone come tormentone dell’anno, è stata una grande sorpresa sia per me che per tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione del brano. Questa canzone ha connesso tante persone nel mondo, un fatto simile non accade tanto spesso. Sogno di cantare in paesi dove non mi sono mai esibito prima, spero di conoscere a ampliare sempre di più il mio pubblico.

Ti piacciono molto  le collaborazioni!

Ho sempre amato le collaborazioni fin dagli inizi della mia carriera nel 1998. Ho lavorato con Christina Aguilera, Laura Pausini, ho spaziato tra i generi e le persone. Daddy Yankee è più vicino alla scena urban, sono stato felice di aver lavorato con lui perché ha portato la canzone ad un livello più alto. Sono un fan della musica, conosco tanti artisti italiani: oltre alla Pausini ci sono Eros Ramazzotti, Tiziano Ferro, Nek. In ogni nazione ci sono tante persone che vorrei conoscere. La musica es para compartir no para competir.

Che rapporto hai con Laura?

Abbiamo condiviso molto tempo insieme sia da amici che da colleghi. Lei è simile a me, è molto naturale, ha un forte legame con le radici e la famiglia. Lei è una delle migliori star femminili che abbia mai conosciuto.

Come si sta evolvendo, secondo te, il pop latino?

Quando pensi alla musica come a un prodotto, sbagli approccio. Bisogna essere onesti e lasciare spazio all’anima. “Despacito” è probabilmente la canzone più semplice che io abbia mai scritto ma è semplice in un modo interessante: il testo cerca di essere sensuale in modo divertente e provocante. Ho scritto bellissime canzoni d’amore per diciannove anni, non potrei essere diverso da chi sono. Disco dopo disco cerco di evolvermi senza stravolgere la mia natura, la gente sa che po’ aspettarsi sempre qualcosa di nuovo da me. Amo voltare pagina, gli artisti che preferisco non hanno mai avuto paura di crescere e cambiare. Io ho colto l’occasione con “Despacito” e grazie a Dio mi è andata più che bene. Quando senti che tutto si allinea nel modo giusto in maniera naturale allora sai di aver fatto un buon lavoro. In questo caso sapevamo di aver scritto un brano che sarebbe piaciuto alla gente, questo per me è il nuovo latin pop. Il pop tradizionale è il suono di ieri, il suono di oggi deve avere un tocco urban.

Raffaella Sbrescia

Luis Fonsi, Daddy Yankee – Despacito (Audio) ft. Justin Bieber

I Modà presentano i concerti allo Stadio San Siro. Grande attesa per il connubio generazionale con i Pooh

Modà @ Stadio San Siro

Modà @ Stadio San Siro

Sabato 18 giugno (data già sold out) e domenica 19 giugno 2016 i Modà torneranno sul palco dello Stadio Giuseppe Meazza a San Siro, dopo il tutto esaurito di luglio 2014 immortalato nel CD/DVD “Modà 2004-20014: L’originale”. Domenica 19 ci sarà l’incontro tra due generazioni di band, che hanno scritto la storia della musica italiana: i Modà e i Pooh, che saliranno sul palco come ospiti speciali della serata. Sabato 25 giugno la band si esibirà, poi, all’Arena Sant’Elia di Cagliari con ospiti i Tazenda.

“Passione Maledetta” (Ultrasuoni/Artist First), l’album dei Modà pubblicato a fine 2015, ha raggiunto il terzo disco di platino con oltre 150mila copie vendute, e proprio Passione Maledetta, in rotazione dal 15 aprile, sarà il terzo singolo estratto dall’album.La band di Cassina De’ Pecchi, capitanata da Kekko Silvestre, ha al suo attivo oltre 70 concerti tra il 2011 e il 2014 davanti a più di mezzo milione di spettatori e più di un milione e mezzo di copie vendute.

Abbiamo incontrato la band in occasione della conferenza stampa tenutasi questa mattina nella Sala Executive dello Stadio San Siro.

Con quale spirito presentate queste due date così importanti?

Oggi festeggiamo il triplo platino e, dato che la cosa più difficile é sempre confermarsi, questo risultato ci riempie di orgoglio. Ripartire da dove abbiamo lasciato nel 2014 con un raddoppio é qualcosa di straordinario che abbiamo ottenuto con un grande lavoro e un grande impegno.

Come vi sentite al pensiero che i Pooh saranno sul palco con voi?

 Avere i Pooh con noi sarà la vera ciliegina sulla torta, un pò come per un giocatore del Napoli giocare con Maradona. I Pooh sono la band piū longeva in assoluto e stiamo preparando qualcosa di veramente speciale con loro. Visto che non ci sarà il tempo di provare, posso dirvi che arriveranno con cinque microfoni, la parte musicale gliela prepariamo noi, sará una sorpresa per loro e un divertimento per noi; li avremmo voluti con noi entrambe le sere ma il 18 giugno saranno impegnati in un concerto a Messina.

I Pooh vengono a passarvi il testimone?

In passato è capitato spesso che ci definissero i nuovi Pooh in senso dispregiativo. Ci ritenevano vecchiotti e con arrangiamenti datati, la verità è che nessuno ha mai capito che io in realtà ci godevo. I Pooh sono cinque uomini straordinari, perché sono riusciti a far fronte al calo fisiologico delle idee e della creatività e perché hanno dimostrato di essere avanti già 40 anni fa. Oltre alle canzoni ci devono essere degli uomini e dei professionisti e quello che voglio portarmi dietro dei Pooh è proprio questo. Per il passaggio del testimone ci vuole carriera, ci vuole lavoro, ci vogliono altri 35 anni di carriera. Colgo questa opportunità al volo e mi impegnerò al massimo.

Il concerto in Sardegna invece vedrà come ospiti i Tazenda…

Sì, stavolta voglio fare qualcosa di particolare. Visto che li conosco abbastanza bene vorrei cimentarmi con il loro repertorio in sardo.

Modà - Press Conference

Modà – Press Conference

Come sarà il palco con cui vi presenterete al pubblico?

Quest’ anno abbiamo un palco fantastico. Visto che sono un tipo all’antica in tutto, ho lasciato fare a chi ne sa di più. Il risultato è un bel palco con tantissima tecnologia innovativa, abbiamo usato le risorse economiche disponibili puntando sulle nuove tecnologie che abbiamo preso dall’estero: led curtain animation, vertical tube, led in Full HD. La scena sarà tipicamente anglosassone, essenziale ma piena di sorprese, con contributi video di grande effetto. Avremo anche un pit in cui entreranno tra le 5000 e 7000 persone.

E la scaletta?

 La scaletta sarà ovviamente una sorpresa, intendiamo celebrare l’unione tra il passato e il presente dei Modá, punteremo sugli ultimi tre album con dei richiami al passato.

Come stanno andando le vendite dei biglietti?

Abbiamo superato gli 80000 biglietti venduti. Al momento stiamo lavorando per arrivare ai 50000 sulla seconda data, la prima invece è sold out.

Ci saranno altri ospiti?

No, stavolta volevamo mettere noi stessi al centro della scena anche se mi piacciono gli opening. Ecco, vorrei trovare qualcuno che suoni prima di noi.

Pubblicherete un dvd?

Entrambe le serate saranno registrate ma non sappiamo ancora se ne verrà fuori un dvd. Intanto ci dicono che sono già arrivate delle richieste per trasmettere lo show in tv.

 Raffaella Sbrescia

Lukas Graham scala le classifiche con “7 Years”. Successo mainstream per una musica d’autore

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Con “7 Years” hanno conquistato le classifiche e sconfitto logiche e statistiche. Loro sono i Lukas Graham, ovvero la band composta da Lukas Graham (voce), Mark Falgren (batteria), Magnus Larsson (basso) e Kasper Daugaard (tastiera). Tutta il gruppo, produttori compresi, ha frequentato lo stesso liceo e fin dal 2012 hanno portato avanti un percorso artistico lineare ed inarrestabile. Il gruppo fa riferimento a Lukas Graham, nato e cresciuto a Christiania, comunità fondata nel 1971, una piccola città hippy nel centro di Copenaghen che nasce da una vecchia base militare. Si tratta di una comunità molto ristretta con un forte senso di lealtà e di appartenenza, valori, questi ultimi, che Lukas ha fatto inderogabilmente suoi seguendo l’intento di non snaturarsi mai. Quattro anni di gavetta sono stati sufficienti al gruppo per individuare la propria strada, il proprio stile, la propria cifra stilistica da difendere, a dispetto dei discografici e di chiunque abbia mai provato a mettere loro il bastone tra le ruote. Lukas ama raccontare di essere cresciuto cantando il folk irlandese anche se all’età di 8 anni ha iniziato a studiare la musica classica. Suo padre, prematuramente scomparso, aveva una collezione musicale  che spaziava dai Rolling Stones ai Beatles, gli Who, Otis Redding, James Brown fino a Elvis Costello, The Prodigy e The Streets. Sarà forse anche per questo che nei suoi brani Lukas ama parlare di episodi autobiografici. Il disco rappresenta, in effetti, un’istantanea in grado di sintetizzare dieci anni di vita.

Lukas Graham Ph Jeff-Forney

Lukas Graham Ph Jeff-Forney

I testi sono molto diretti anche se, l’enfatizzazione poetica, ottenuta attraverso l’uso di metafore, riesce a veicolare un’effluvio emotivo ancora più potente. La formula musicale individuata dai Lukas Graham riunisce in una sorta di pot-pourri diversi generi musicali dall’hip-hop all’hard rock, al folk seguendo l’intenzione di stupire e divertire il pubblico. Anche la copertina del disco racchiude un significato preciso: si tratta di un dipinto in cui è raffigurato un quadro che si trova in un caffè vicino ad un luogo molto caro a Lukas, sia per una serie di ricordi legati al contesto familiare, sia perché è lì che il gruppo teneva le prime prove e i primi concerti. A giudicare da questi presupposti possiamo dunque affermare che i Lukas Graham potranno rappresentare un baluardo di autenticità e sostanza  in un mondo ormai importato all’esaltazione della forma.

Raffaella Sbrescia

Tracklist

7 Years

Take the World By Storm

Mama Said

Happy Home

Drunk In The Morning

Better Than Yourself (Criminal Mind Pt.2)

Don’t You Worry ‘Bout Me

Strip No More

You’re Not There

Funeral

Video: 7 Years