Ghemon a Sanremo 2019 con “Rose viola”: dalla musica alla stand up comedy con sacrificio e umiltà.

Ghemon @ Sala stampa Lucio Dalla -Sanremo
“Rose Viola” (Carosello Records e Artist First) è il brano con cui Ghemon  è in gara alla 69^ edizione del Festival di Sanremo. Il singolo è acquistabile in formato 45 giri in edizione esclusiva su vinile colorato viola, che contiene oltre alla versione originale, anche quella realizzata con gli artisti che accompagneranno Ghemon sul palco nella serata ospiti: Diodato e i Calibro 35.
In “Rose Viola”, la voce soul e black di Ghemon trasfigura la sensibiltà di una figura femminile assuefatta da un rapporto logoro e fragile. Nel racconto dell’artista, la donna si ritrova sola e in lacrime nel cuore della notte, mentre ripensa a quanto l’amore che una volta le aveva riempito il cuore ora sia un sentimento esausto e malsano a cui, però, non riesce a dire basta. Ad arricchire questo brano, la versione che include una strofa inedita scritta e cantata da Diodato. Il non plus ultra è il contributo dei Calibro 35, uno dei pochi gruppi musicali italiani che unisce abilmente chitarre fuzz, organi distorti, bassi ipnotici e funk grooves, dando vita ad un immaginario cinematografico.
 
Intervista
Negli ci hai abituato a tanti cambi di pelle ma il tuo sound conserva un tocco riconoscibile.
Calco il palco di Sanremo con l’intento di distinguermi, dimostrare che la mia voce, trovata e conquistata grazie a lunghi anni di studio e gavetta, riesca a declinare in tanti modi diversi la musica italiana. Mi piace essere più versatile che specifico. Quello che faccio oggi è fluido, ci ho messo tanta fatica per essere libero di fare questo genere di cose. Quello che mi prefiggo di fare è progredire e, in questo senso, il disco che uscirà sarà il proseguimento naturale di non percorso evolutivo sempre attivo.
Per te che sei emblema di un substrato culturale particolarmente profilico quali sono i modi, i tempi e i luoghi in cui trovi ispirazione?
L’ispirazione viene dalla vita. Spesso viaggio in metropolitana, amo soffermarmi sui particolari di tutto quello che mi circonda
Tornando al mondo sanremese, se avessi potuto scegliere una cover, cosa avresti cantato?
Amo sparare alto, avrei cantato volentieri “E poi” di Giorgia ma sono molto legato a “La terra dei cachi” di Elio e le storie tese”.
Ghemon - rose viola

Ghemon – rose viola

Sei attento ai particolari ma sei anche attivo in campo solidale. Quali sono le cause a cui tieni di più?
Credo nel potere del coraggio, sono passato attraverso tanti fuochi e situazioni diverse. La realtà non è fatta solo di sogni ma anche di tante spine. Io provo a raccontarle e a sostenere chi prova districarvisi all’interno. Tra le varie cose, ho messo all’asta un paio di scarpe della mia collezione privata,  quello con cui ho calcato il palco del Festival durante la prima serata, a favore di un’asta di beneficenza organizzata da Charity Stars per aiutare le donne che soffrono di disturbi alimentari, ci tengo molto.
Che rapporto hai con la ricerca e con l’arte in generale? Ci sono altri modi in cui declini la tua sensibilità artistica?
Fin da ragazzino avevo il cuore pulito e sognavo a voce alta. A volte mi scambiavano per un presuntuoso ma ho sempre amato muovermi tra le cose che mi piacevano. Ho lavorato tutti i giorni, nessuno mi ha mai regalato nulla, dal mondo rap mi sono spostato al canto studiando tanto, ho scritto un libro e solo di recente ho cominciato a cimentarmi con la stand up comedy. Questo mondo mi piace molto, mi consente di tirare fuori l’ironia che mi contraddistingue nella vita privata e che nelle canzoni non riesco sempre a tirare fuori. Non escludo di poter continuare a percorrere questa strada, far sorridere una persona è un’emozione impagabile. Mi sento di dire che, all’interno di un mondo dove grazie a Internet diventi famoso in 10 minuti, mi approccerò a questa arte con grande rispetto. Mi sembra che questo sia un messaggio importante da trasmettere: le cose belle bisogna sudarsele.
Raffaella Sbrescia