Concato Bosso Mazzariello: un trio d’eccezione per celebrare il cantautorato italiano

Concato_Bosso_Mazzariello_PH_Antonella_Aresta

Concato_Bosso_Mazzariello_PH_Antonella_Aresta

Classe, brio, genio, complicità. Questi gli elementi alla base del felice connubio artistico creatosi tra Fabio Concato (voce), Fabrizio Bosso (tromba) e Julian Oliver Mazzariello (piano). I tre musicisti si sono esibiti lo scorso 22 aprile sul palco dell’Unicredit Pavilion di Milano per coinvolgere il pubblico all’interno di un percorso incentrato sulla reinterpretazione di alcuni dei più celebri brani della canzone d’autore italiana. Di questo progetto verrà pubblicato anche un album intitolato “Non smetto di ascoltarti”, in uscita il 6 Maggio per Warner Music. La genesi del sodalizio tra Concato e Bosso risale al 2001, da allora i due si sono spesso incontrati sui palchi italiani dimostrando un forte affiatamento ed una fertile sinergia. Nato sulla lunga scia di “Canzoni”, lo spettacolo che ha coinvolto anche l’eclettico Mazzariello e che il trio ha portato per oltre un anno in tutta Italia, questo tipo di concerto testimonia una versatilità particolarmente congeniale ai rispettivi talenti degli artisti coinvolti. In scaletta alcune delle più belle gemme provenienti dal forziere cantautorale italiano: si va da “Mille lire al mese” a “L’arcobaleno”, da “Diamante” a “Io che amo solo te”, passando per “La casa in riva al mare” e “Scrivimi”, fino all’immancabile “051/222525” dedicata al Telefono Azzurro. A decretare il successo, sia del concerto, che del progetto più in generale, è la genuina spontaneità su cui esso si fonda. Un’alchimia nata sul palco e senza alcuna premeditazione, un modo per emozionarsi ed emozionare mettendo la propria capacità espressiva al servizio di parole e melodie dal fascino senza tempo.

 Raffaella Sbrescia

 

Piccoli Energumeni tour: Elio e Le Storie Tese in un epico show al Mediolanum Forum

Elio e Le Storie Tese @ Mediolanum Forum - Assago

Elio e Le Storie Tese @ Mediolanum Forum – Assago

Elio e le Storie Tese inaugurano il “Piccoli Energumeni Tour” al Mediolanum Forum di Milano con uno spettacolo mastodontico in grado di racchiudere tutti i momenti chiave della loro carriera. L’intento è chiaro fin dalle prime battute: filmati storici, stralci e reperti fotografici inediti, richiami, omaggi e riferimenti al passato gettano le basi di quello che si presenta come un tour celebrativo. Con una scaletta ricca, corposa e divisa per sezioni ritmiche, la band milanese ha dato spazio non solo alle pietre miliari del proprio repertorio ma anche ad alcuni brani dei primordi e alle canzoni contenute nell’ultimo album di inediti “Figgatta De Blanc”. Uno spettacolo enciclopedico, la summa di una carriera piena e stimolante. Uno show lungo quasi tre ore in grado di mettere in evidenza l’incontenibile passione con cui la band ama rilanciarsi a piè sospinto coinvolgendo e divertendo il pubblico grazie alla brillante genialità dei propri componenti. Stefano Bellisari (Elio), Nicola Fasani (Faso), Davide Civaschi  (Cesareo), Christian Meyer (Millefinestre) e Antonello Aguzzi (Jantoman,) insieme a Vittorio Cosma (tastiere), Paola Folli (cori) e e all’irriverente contributo di Luca Mangoni, coadiuvato da un nutrito corpo di ballo tutto al femminile, si sono lanciati in una maratona musicale che non ha dato tregua al pubblico.

Elio e Le Storie Tese @ Mediolanum Forum - Assago

Elio e Le Storie Tese @ Mediolanum Forum – Assago

 Durante l’ultima parte del concerto è salito sul palco anche Sergio Conforti, in arte Rocco Tanica, nei panni dell’alter-ego Sergio Antibiotice. Perentoria la dichiarazione del musicista durante lo show: “Grazie per 35 anni molto divertenti, è stato un bellissimo giro di giostra”. Queste le parole con cui Tanica ha spiazzato il pubblico annunciando, di fatto, la fine della sua attività live con gli Eelst; invariato invece sarà il suo ruolo all’interno delle dinamiche relative ai momenti in studio.

In conclusione possiamo dire di aver assistito ad un racconto musicale di rara eterogeneità e completezza. Dal soul, al funky, alla dance al rock’n’roll, gli Eelst non si risparmiano da nessun punto di vista. Special guests della serata Diego Abantuono per uno dei suoi inimitabili sketch ed il grande Eugenio Finardi. Il sipario cala sulle note dell’immancabile “Tapparella”, l’inno della goliardia di spessore, il marchio di fabbrica che definisce la peculiare essenza degli Elio e Le Storie Tese.

 Raffaella Sbrescia

Setlist

 Servi della gleba

Burattino senza fichi

Mio cuggino

 Essere donna oggi

 Ritmo sbilenco

 Parco Sempione

 Supergiovane

 El pube

 Il pippero

 Vacanza alternativa

 Discomusic

China disco bar

Born to be Abramo

Rock ‘n’ roll

John Holmes

Cassonetto differenziato per il frutto del peccato

Il rock della tangenziale

Il primo giorno di scuola

Uomini col borsello

Plafond

 TVUMDB

She wants

Il vitello dai piedi di balsa

Shpalman

Cara ti amo

 Tapparella

 

‘Più Valore al Lavoro: Contrattazione Occupazione Pensioni’: tutto pronto per il concerto del Primo Maggio a Roma

Primo Maggio Roma - I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma – I preparativi ph Roberta Gioberti

Tutto pronto per il “concertone” del Primo MaggioRoma.  Il tradizionale appuntamento promosso come sempre da Cgil, Cisl e Uil, dal 1990 raduna nel giorno della Festa dei Lavoratori migliaia di spettatori in una delle piazze più importanti della capitale, Piazza San Giovanni in Laterano, per otto ore di musica no stop. Il tema di quest’anno è ’Più Valore al Lavoro: Contrattazione Occupazione Pensioni’. Ad affiancare  Luca Barbarossa, per la prima volta salirà sul palco da conduttore, sarà Mariolina Simone, conduttrice radiofonica e televisiva.

Primo Maggio Roma - I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma – I preparativi ph Roberta Gioberti

 Ecco l’elenco degli artisti che saliranno sul palco: Skunk AnansieMax Gazzè, Vinicio Capossela con i Calexico, Asian Dub Foundation, Salmo, Marlene Kuntz, Tiromancino, Fabrizio Moro, Gianluca Grignani, Coez, Bugo, Dubioza Kolektiv, Tullio De Piscopo, Raiz-Mesolella-Rossi, Gary Dourdan feat. Nina Zilli, Nada con a Toys orchestra, Perturbazione feat. Andrea Mirò, Bandabardò con Gaudats Junk band, Mau Mau, Ambrogio Sparagna, Peppe Barra, Rezophonic, Modena City Ramblers & Fanfara di Tirana, Eugenio Bennato, Maldestro, Thegiornalisti, Orchestra Operaia per Remo Remotti con Petra Magoni, Massimiliano Bruno, Stefano Fresi, Max Paiella, Anna Foglietta, Michela Andreozzi e Carlotta Natoli, Enzo Avitabile, Tony Canto con Faisal Taher, Miele, il Parto delle Nuvole Pesanti, Med Free Orkestra con Roberto Angelini e Matteo Gabbianelli dei Kutso, Blebla e Santino Cardamone. In particolare rilievo duetti inediti come quello tra Capossela-Calexico, Modena City Ramblers e la Fanfara di Tirana. La manifestazione musicale andrà in onda, in diretta televisiva dalle ore 15.00 a mezzanotte su Rai 3 e sul canale 501 HD.

 Le prime foto scattate dall’inviata Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma - I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma – I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma - I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma – I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma - I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma – I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma - I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma – I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma - I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma – I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma - I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma – I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma - I preparativi ph Roberta Gioberti

Primo Maggio Roma – I preparativi ph Roberta Gioberti

 

 

 

Fedez lascia la SIAE e firma l’accordo con Soundreef. Un nuovo orizzonte per la gestione dei diritti d’autore

Il rapper e produttore discografico Fedez lascia la SIAE (Società Italiana Autori Editori) per affidarsi a Soundreef, un ente di gestione alternativo che raccoglie e distribuisce compensi per conto di autori, editori, etichette discografiche e artisti, per la raccolta dei diritti d’autore. L’accordo, cercato e voluto dallo stesso Fedez, è stato firmato questa mattina a Milano tra l’artista e l’amministratore delegato di Soundreef, Davide D’Atri. Questo passaggio di consegne segna un momento decisivo dopo che lo scorso 10 aprile sarebbe dovuta essere recepita la direttiva Barnier dell’Unione Europea (n. 26 del 2014) che sancisce l’apertura del mercato della raccolta e gestione dei diritti d’autore sulle opere musicali a operatori privati che nella UE vale circa 5 miliardi di euro.

Mentre in molti Paesi opera più di una società in concorrenza per la gestione dei diritti, il percorso istituzionale in Italia è ancora all’inizio dell’esame parlamentare e per sollecitare il recepimento delle disposizioni europee, Soundreef e oltre 300 fra imprenditori e investitori hanno consegnato una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nella missiva sono illustrate le ricadute positive (nuovi posti di lavoro e innovazione del settore) della liberalizzazione e della fine del monopolio SIAE, che favorisce solo “vecchi privilegi e rendite di posizione”. Ad approfondire il discorso è Davide D’Atri, fondatore e socio di Soundreef: «Soundreef rendiconta le utilizzazioni entro 7 giorni dal concerto e paga le royalty entro 90 giorni dal concerto, sia per il nazionale che per l’internazionale. La nostra rendicontazione è analitica e tracciabile al 100%. Ciò che viene suonato viene pagato e gli utenti attraverso l’account online possono verificare in tempo reale come e quanto hanno guadagnato.  Con l’utilizzo di sistemi digitali si riducono drasticamente i tempi di rendicontazione e pagamento dei compensi per gli autori, dall’attuale media di 12/24 mesi a quella di una o più settimane. Le somme vengono determinate in maniera puntuale e precisa e non forfettaria come previsto dall’attuale sistema utilizzato dalla SIAE».

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Perentorio ed incisivo il commento di Fedez: «Per spiegarvi le mie ragioni parto da un aneddoto. Qualche tempo fa mia madre, con cui lavoro, mi porse delle rendicontazioni risalenti al 2013. Premettendo che non sono qui per demonizzare la SIAE, ho scelto di cercare ed individuare un’alternativa che fosse in grado di gestire il mio patrimonio editoriale all’insegna della trasparenza.  Mi gioco il culo insieme a Soundreef con l’intento di fare in modo che venga acceso un riflettore sulla questione monopolio nella gestione del diritto d’autore e per fare del bene alla discografia italiana. Fedez ha poi aggiunto: «Non ho nulla contro Filippo Sugar, ho avuto modo di conoscerlo e di avere con lui un confronto civile eppure il suo ruolo di editore, in quanto presidente della Sugar Music, stride con quello di Presidente della SIAE».

Pronta la replica della Società Italiana Autori Editori: «Abbiamo saputo e preso atto della scelta di Fedez e certamente ci dispiace perdere uno dei nostri 80.000 associati. Continuiamo a stimare ed apprezzare Fedez come autore e come artista e tuttavia riteniamo che talune sue dichiarazioni siano frutto di una non corretta informazione.
Dal canto nostro, siamo invece contenti di annunciare che dal 1 gennaio 2015 a fine marzo 2016 circa 6.000 nuovi autori under 31 si sono iscritti a SIAE. Un boom di adesioni che ci inorgoglisce e ci conferma che gli sforzi che la Società sta facendo per migliorare i servizi per i propri associati – digitalizzando l’offerta, pubblicando online bilancio e relazione di trasparenza, azzerando la quota d’iscrizione per giovani e start up editoriali e abbassando la nostra provvigione, che oggi in media è sotto al 16% – stanno andando nella giusta direzione. La Società Italiana degli Autori ed Editori tutela in tutto 45 milioni di opere in virtù di 270 accordi di rappresentanza con società di collecting estere. Realizziamo circa 1,2 milioni di licenze all’anno e serviamo oltre 500mila utilizzatori sul territorio, senza gravare in alcun modo sulle casse dello Stato e senza dover fare utili nell’intermediazione del diritto d’autore. Questi dati dimostrano che abbiamo un peso e una massa critica che ci consentono di tutelare al meglio gli interessi dei nostri associati, anche nei tavoli di negoziazione con grandi player internazionali. Faremo sempre meglio per continuare a guadagnarci la fiducia dei nostri iscritti.»

Il dibattito è solo agli inizi, la questione ricopre un’importanza fondamentale all’interno dello scenario discografico italiano ed internazionale. L’elemento che potrà fare sicuramente la differenza sarà la reazione di tanti giovani autori che provano a trarre sostentamento dalla propria attività artistica.

Robert Glasper Experiment al Teatro Bellini di Napoli con tutti i linguaggi della musica black

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Nato in Texas ma cresciuto a New York frequentando il jazz di Terence Blanchard e Roy Hargrove almeno quanto il neo soul e l’hip hop di Q-Tip e Mos Def, il pianista jazz e produttore discografico di Houston Robert Glasper si è esibito sul palco del Teatro Bellini di Napoli lo scorso 26 aprile con la formazione del Robert Glasper Experiment.  Inserito nell’ambito di Synth, rassegna ideata da Village Blues in collaborazione con Teatro Bellini e Drop, l’evento ha rappresentato l’occasione perfetta per conoscere ed approfondire i dialetti della black music. Spaziando dal funk all’hip hop, al jazz e all’ r’n’b, Glasper è in grado di coniugare i crismi della musica elettronica con il linguaggio musicale più colto riuscendo a far appassionare anche gli integralisti del jazz alle sonorità più contaminate. Insieme a Casey Benjaminal al sax, Derrick Hodge al basso e Mark Colenburg alla batteria, l’artista ha proposto al pubblico non solo le pietre miliari del proprio repertorio ma anche anche gustose anticipazioni del nuovo album “Everything’s Beautiful, in uscita il 27 maggio, lavoro in cui Glasper ha potuto confrontarsi con il leggendario Miles Davis scegliendo liberamente tra passaggi inediti, scarti e gli involontari appunti vocali di Miles per costruire la base dell’album.

La photogallery del concerto di Napoli

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

Robert Glasper @ Teatro Bellini

 

“Vietato smettere di Sognare”. La carriera di Benji & Fede spicca il volo

Benji & Fede

Benji & Fede

Benji & Fede con il loro primo libro ufficiale “Vietato Smettere di Sognare” (Rizzoli) sono per la seconda settimana consecutiva al n. 1 della classifica libri generale. Il duo rivelazione del momento continua la sua ascesa dopo la certificazione platino dell’ album di debutto“20:05” in solo 4 mesi , un n.1 in classifica e un 32° posto nella classifica annuale degli album più venduti in Italia nel 2015 , oltre ad essere attualmente nella top 20 della classifica di vendita. Benji &  Fede il prossimo 26 aprile saranno protagonisti a Miami dei  BillBoard Latin Music Awards  presso il Ritz Carlton di South Beach con  uno speciale show case promosso da Fimi (Federazione Industria Musicale Italiana) e ITA (Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internalizzazione delle imprese italiane). A questi dati si aggiungono milioni di visualizzazioni su youtube (oltre 3 milioni per i  video di “New York”; “Lunedì” e oltre 4 milioni per “Tutta d’un fiato” e “Lettera”) e 4 concerti sold out lo scorso dicembre a Milano, Roma, Modena e Napoli.

Il libro, ricchissimo di foto personali e basato su un racconto fresco e appassionato, non solo ripercorre passo dopo passo il cammino di Benji & Fede, i loro alti e bassi personali e professionali, ma svela anche il coraggio e la determinazione con cui hanno affrontato le difficoltà, ricordando sempre il motto : “vietato smettere di sognare”.

 Intervista

Chi sono oggi Benji & Fede?

Siamo due musicisti con i piedi per terra. Torniamo spesso a Modena, la nostra città. Ci piace l’idea di poter stare con i nostri amici di sempre e di conservare intatte le nostre abitudini. Certo, non abbiamo più la disponibilità di tempo che avevamo prima ma cerchiamo sempre di fare cose semplici.

Qual è il messaggio di questo libro?

Di certo non è un solo un libro fotografico. Si tratta di un viaggio per immagini; un modo per chiudere il cerchio relativo alla prima fase della nostra carriera appena iniziata. Vietato smettere di sognare è anche il nostro motto.

Chi vi è stato più vicino in questi ultimi anni?

Naturalmente i nostri familiari in primis. Poi il nostro amico Davide Marchi è sempre stato con noi, è stato il primo ad aiutarci solo in nome della passione e perché credeva in noi. Ora suona nella nostra band, che è formata solo da amici veri, ci aiuta con lo sviluppo delle idee ed è parte integrante del progetto. Ci sembrava giusto ricambiarlo in tutti i modi possibili.

Come mai vi siete tenuti lontani dai talent show?

La prima ragione è che siamo un duo che suona mentre i talent danno più spazio e peso alle realtà solo vocali. Inoltre vedevamo che molti cercano di mettere becco sul percorso musicale dei ragazzi mentre noi abbiamo sempre voluto essere liberi.

Quali sono state le più grandi delusioni professionali che avete affrontato?

Il primo contratto discografico non è andato a buon fine. I nostri genitori ci hanno dovuto aiutare ad uscire da una situazione di forte svantaggio. L’altro momento critico è arrivato quando ci hanno scartato al Festival di Sanremo dello scorso anno. Per un mese ci siamo separati e non sapevamo come reagire. Poi ci siamo messi in testa di riprovare a emergere. Ed è arrivato il successo. Quest’anno siamo andati tra i big per cantare con Alessio Bernabei, è stato molto bello e abbiamo anche capito che l’anno scorso non eravamo pronti. C’è stata una vera e propria presa di coscienza nel capire di dover lavorare di più e meglio. Le porte in faccia fanno bene.

Benji & Fede ph Francesco Prandoni

Benji & Fede ph Francesco Prandoni

Come vi rapportate con il vostro pubblico così presente?

I nostri fan sono fantastici! Alcuni sono anche un po’ matti, dormono addirittura fuori gli store dove facciamo i firmacopie. Ricordiamo sempre con affetto quell’episodio in cui delle ragazze si son messe a cantare al microfono le nostre canzoni prima che arrivassimo a un’apparizione. Incontrarli è sempre straordinario ma è anche molto stancante, non vogliamo deludere nessuno ma spesso ci capita di stancarci veramente tantissimo.

E il tempo che rimane?

Lo sfruttiamo per cercare di dormire oppure ascoltiamo musica dei generi più diversi. Non ci stanchiamo mai di ascoltare, perché così si impara, si ricevono influenze e si sviluppa un nuovo sound.

State pensando al prossimo disco?

Certo, scriviamo a prescindere in previsione di un secondo album, almeno ci proviamo.

Cosa ricordate del primo concerto ufficiale al Fabrique di Milano?

Non avevamo mai cantato per un’ora e mezza da soli. Fede è, in genere, il più teso prima del live, le prime volte doveva essere portato di peso sul palco. Quel concerto è stato speciale, tutto è andato al meglio. Bello anche il medley con tutte le cover che avevamo realizzato insieme fino a quel momento.

Cosa vi consigliano i colleghi?

Max Pezzali e Nek ci hanno dato tanti consigli utili. Il più inaspettato è stato l’incontro con Roby Facchinetti, ci ha parlato per quasi un’ora, è stato illuminante.

Lascereste Modena per venire a vivere a Milano?

Sarebbe più comodo e più stimolante però non vogliamo affrettare le cose, quando arriverà il momento ce ne accorgeremo. Stare a Modena e frequentare le persone di sempre ci aiuta a mantenere i piedi per terra.

Che valore hanno i tatuaggi per voi?

Sono la mappa precisa del nostro percorso esistenziale.

E l’estero?

Dobbiamo ancora crescere molto qui in Italia. Certo, Benji è madrelingua inglese e a me piace cantare in inglese per cui ci teniamo aperte diverse possibilità…

Raffaella Sbrescia

La rivincita degli Stadio: canzoni di ieri e di oggi a confronto in un saliscendi di emozioni al Teatro Nazionale di Milano

Stadio live @ Teatro Nazionale - Milano

Stadio live @ Teatro Nazionale – Milano

Una serata veramente speciale quella trascorsa al Teatro Nazionale di Milano per il concerto degli Stadio, nell’ambito del Miss Nostalgia Tour. La band bolognese ha conquistato un meritato sold out fronteggiando, tra l’altro, la momentanea defezione del batterista Giovanni Pezzoli, sostituito da Adriano Molinari. Con una scaletta davvero molto ricca ed eterogenea gli Stadio hanno spaziato in lungo e in largo all’interno del proprio immenso repertorio. Significativa la scelta di mettere vicine “Canzoni alla radio” e “Un giorno mi dirai”. La canzone vincitrice del Festival di Sanremo 2016  è stata accolta da una vera e propria ovazione da parte del pubblico; perentorio il commento di Gaetano Curreri: “La nostra è una storia in salita, di quelle vigliacche che ti spaccano le gambe. Dopo la vittoria del Festival di Sanremo ci vogliono tutti, ci sentiamo un po’ come Miss Italia. Abbiamo voluto mettere queste due canzoni vicine in scaletta per dimostrare che a distanza di trent’anni diciamo ancora le stesse cose, forse all’epoca le dicevamo troppo presto. Vincere Sanremo è bello a questa età ma lo sarebbe stato ancora di più se fosse accaduto prima”.

 La prima parte del concerto è stata dedicata all’esecuzione dei brani contenuti nell’ultimo album degli Stadio, il quindicesimo firmato della band bolognese, prodotto da Saverio Grandi e Gaetano Curreri e pubblicato proprio durante il Festival: “La nostalgia per noi è un occhiatina all’indietro per puntare al futuro, non è malinconia”, ha spiegato Curreri. “Quando abbiamo cominciato a lavorare a questo album, abbiamo deciso di approfondire alcuni argomenti che avevamo già affrontato in passato. Questo è proprio ciò che avviene in questa canzone”, racconta il cantante, annunciando “Anna che non si volta”.

Stadio live @ Teatro Nazionale - Milano

Stadio live @ Teatro Nazionale – Milano

Toccante la descrizione di un tempo senza ore in “Rimini”, intenso l’omaggio a Marco Pantani con “Mi alzo sui pedali”. Commovente il ricordo del Maestro Lucio Dalla: “Lucio ci ha dato la consapevolezza di saper fare qualcosa che, in effetti, già facevamo da un pò” e via con “Noi come voi” e “La sera dei miracoli”, particolarmente apprezzata anche durante la serata dedicata alle cover durante il Festival di Sanremo nella speciale versione arrangiata dal maestro Beppe D’Onghia. Doveroso un riferimento all’amico di sempre Vasco Rossi sulle note de “La faccia delle donne”, con tanto di video proiettato sul maxi schermo alle spalle della band.

Nell’arco dei 32 brani proposti ad un pubblico veramente entusiasta, gli Stadio sono passati da “Copriti che fuori piove” a “Acqua e sapone”, apparso nel film di Carlo Verdone, passando per “Grande figlio di puttana”, primo 45 giri della band bolognese, “Bella più che mai”, “Stabiliamo un contatto” e “Allo stadio”. “Abbiamo un repertorio così vasto da poter fare quattro concerti con una scaletta sempre diversa, se poi aggiungessimo tutte le canzoni che ho scritto per gli altri arriveremmo tranquillamente a cinque”, ha spiegato Curreri a proposito del fatto che spesso i fans si lamentano dell’assenza di qualche grande successo all’interno della set list. Accompagnati dalla danzatrice Giulia Tacconi e dalla special guest Sara Foschini, protagonista del videoclip di “Un giorno mi dirai”, gli Stadio hanno trovato anche lo spazio per omaggiare i Beatles sulle note di “Chiedi chi erano i Beatles” con tanto di sculture luminose dei The Fab 4 ed un richiamo a “Hey Jude”. La grinta, la professionalità, la passione, l’intraprendenza e la lungimiranza degli Stadio li hanno portati ad una nuova e definitiva consacrazione. Per chi si è perso questo travolgente tuffo nella storia della musica italiana, l’appuntamento è per il 19 giugno al Carroponte di Sesto San Giovanni.

Raffaella Sbrescia

“Scriverò il tuo nome”. Il nuovo album di Francesco Renga segna un passaggio importante nella carriera dell’artista. Intervista

cover Sciverò il tuo nome

“Scriverò il tuo nome” è il nuovo album di Francesco Renga. Pubblicato per Sony Music lo scorso 15 aprile, il disco è composto da 12 brani inediti scritti, composti e prodotti tra Milano e Los Angeles e sarà disponibile in tre versioni: standard, deluxe con 14 inediti e un package che contiene alcuni disegni inediti di Francesco Renga e in vinile. Prodotto da Michele Canova Iorfida, “Scriverò il tuo nome” segna un nuovo passaggio all’interno del percorso artistico di Francesco Renga che, per questa specifica occasione, ha voluto confermare alcune importanti collaborazioni ma si è anche avvicinato a nuovi giovani autori. Renga firma con Fortunato Zampaglione “Spiccare il volo”, “Perfetto”, “Migliore”, “Così diversa”. Con Ermal Meta firma “Il Bene” e con Dario Faini collabora in “Rimani Così”. Con Diego Calvetti torna a lavorare sui brani “13 maggio” e “A meno di te”. Nuove sono le collaborazioni tra Francesco e Tony Maiello co-autore di “Guardami Amore”, “Scriverò il tuo nome”, e “Cancellarti per Sempre”, con Matteo Valicelli ha scritto il brano intitolato “Sulla Pelle” e con Francesco Gabbani “L’amore sa”. Nek, insieme a Renga, Luca Chiaravalli e Davide Simonetta ha firmato, invece, “I nostri giorni”. Dopo il successo dell’avventura live del 2015, suggellata dal concerto evento all’Arena di Verona, Francesco Renga tornerà sul palco nel 2016 con un grande live il prossimo 15 ottobre al Mediolanum Forum di Assago a Milano, organizzato da F&P Group, di cui saranno effettuate anche delle registrazioni televisive.

 Intervista

Francesco, questo album arriva dopo un biennio di lavoro molto intenso…

Sì, ci ritroviamo dopo aver lavorato a tantissime canzoni. Queste 14 sono state estrapolate da una rosa molto più ampia, una grande moltitudine di pezzi da cui sono arrivati quelli giusti. “Scriverò il tuo nome” è un disco che parla in modo molto diretto, semplice e smaccato dell’unica cosa di cui si parla in tutte le canzoni, ovvero l’amore, un sentimento che muove un pò tutto e che sicuramente muove la mia vita.

 Una dichiarazione di intenti molto precisa…

 L’amore è difficile da definire. Ogni volta che cerchiamo di raccontarlo, il nostro racconto inizia sempre dentro di noi e comincia con un volto e quel volto ha sempre un nome, il suo. Ma chi ascolterà la nostra storia, lo farà attraverso il proprio sguardo e quel volto cambierà nome e quel nome cambierà ancora, ogni volta, in mille altri nomi sempre diversi e sempre uguali. E quel nome diventerà il suo nome per tutti, si trasfigurerà, eterno e assoluto, ma sempre diverso, e sarà il tuo nome. Questo è il mio racconto.

Quali sono le novità di questo disco?

 Dal punto di vista stilistico è un album molto eterogeneo ma con delle linee precise. Aver scritto con giovani autori mi ha consentito di concentrarmi su quello che mi interessava, mi ha dato modo di scegliere una scrittura diversa, più contemporanea, più vicina al mood dei tempi e al mercato. Il mio modus operandi è molto cambiato in questi anni; Canova è il deus x ex machina dell’album. Fino ad ora ho sempre pubblicato dei dischi-foto di un particolare momento, questo è, invece, quello più proiettato al futuro, una fotografia in divenire, il Renga che verrà. Abbiamo usato molta elettronica, c’è un approccio al canto differente grazie a delle strofe serrate, con parole che vanno dette e sottolineate, il canto si e asciugato in modo preciso, diretto, efficace, moderno, contemporaneo.

Francesco Renga

Francesco Renga

Qual è il significato dei disegni che hai incluso nel booklet del disco?

Il disegno è una passione che ho sin da quando ero bambino. Si tratta di una forma di evasione, mi capita di farne senza un obiettivo particolare e ritrovarne di continuo senza ricordarne la genesi. Non è stata una scelta studiata a tavolino, i miei collaboratori mi hanno chiesto di inserirne una piccola parte e questo è il risultato.

Come si combinano tra loro il tuo profilo privato e quello pubblico?

La mia vita privata è sempre entrata nei miei album e nei miei progetti; non si può non essere autobiografici. La scrittura è una forma d’arte che serve per raccontarsi per cui è ovvio che in un quadro o in un disco ci sia tutto quello che ci attraversa, i nodi esistenziali, le paure, il modo di sentirsi inadeguati alla vita. In questo album ci sono molti episodi della mia vita recente, sono stati due anni travagliati ma oggi sono molto sereno e penso che questo si evinca dall’album. I miei figli sono molto lucidi, sono due bimbi meravigliosi, ci hanno permesso di superare questo momento difficile in modo elegante e soprattutto sereno.

Come descriveresti questo tuo nuovo lavoro?

Credo di aver fatto un attimo lavoro, non cambierei nulla di questo disco anche perché per la prima volta mi capita di sorprendermi ad ogni ascolto. Abbiamo fatto un grande lavoro di arrangiamento con soluzioni di scrittura che mi hanno suggerito gli autori. Questa volta ho usato un linguaggio che io non ho perchè arrivo da un altro mondo, il fatto di essere riuscito ad asciugare la voce e a renderla cosi precisa, ficcante, perentoria è la parte più rivoluzionaria. Mi stanco facilmente, mi annoio, ho sempre voglia di esplorare, mettermi in gioco e in discussione, è una mia caratteristica. Sono passato da un’orchestra sinfonica al rock, ho fatto diversi esperimenti e mi piace interagire con persone che ti danno la possibilità di farlo. Non smetterò mai di ringraziare i miei collaboratori; già con “Tempo Reale” mi sono messo a confronto con autori più giovani e con un linguaggio diverso. Oggi ho fatto un ulteriore passo indietro e ho ascoltato. Non ho cambiato il mio modo di interpretare la voce, ho modificato l’approccio al mio lavoro, la cosa più difficile e intrigante è stata reinventarmi per dare una direzione diversa alla mia peculiarità piu riconoscibile ovvero il canto. La lungimiranza di un artista sta nel circondarsi di persone, autori, produttori, un team che gli dia la possibilità di fare bene quello che vuole fare.

Francesco Renga

Francesco Renga

Una vera e propria presa di coscienza…

Il caposaldo del mio percorso è stata “Angelo”, un brano che, proposto oggi, non porterebbe risultati. Il tempo in cui stai operando cambia il modo di fare il tuo lavoro, “Angelo” comprendeva una serie di cose che si sono Allineate contemporaneamente, oggi invece vale il lavoro scientifico. Sono un autore più per necessità che per virtù, faccio il mio e credo di farlo abbastanza bene, ho una sensibilità nel riconoscere una canzone bella da una brutta e nell’ interpretarla dignitosamente affidandomi alla mia voce.

C’è una faccia dell’amore in cui ti riconosci di più?

Ci sono canzoni e tracce più descrittive ma sono tutte sfaccettature della stessa cosa, sono tutte parti di un universo unico.

Il videoclip di “Guardami amore”, il primo singolo estratto dall’album, si conclude con un messaggio preciso: “E’ inutile per l’uomo conquistare la luna, se poi finisce per perdere la terra” (F. Mauriac).

Ho due figli piccoli e credo che chi, come me, può permettersi di spendere due minutì del proprio tempo per far arrivare un piccolo messaggio a sostegno del nostro pianeta lo debba fare ogni volta che può.

Raffaella Sbrescia

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Video: Guardami amore

Milano riabbraccia Mariah Carey: la diva è apparsa in particolare stato di grazia al Forum di Assago

Mariah Carey live @Mediolanum Forum - Assago ph Francesco Prandoni

Mariah Carey live @Mediolanum Forum – Assago ph Francesco Prandoni

Milano ha riabbracciato una delle pop star internazionali più amate di sempre: stiamo parlando di Mariah Carey che, in occasione dell’unica data italiana del suo Sweet Sweet Fantasy Tour, ha chiamato a raccolta fan italiani e mitteleuropei al Mediolanum Forum di Assago. Con un trionfale ingresso su un portantina, in stile Cleopatra, la glitteratissima Mariah ha salutato il pubblico sulle note del remix di “Fantasy”. Pur scortata da un quintetto di ballerini, la diva americana ha comunque voluto puntare sulla sua inimitabile voce riportando alla luce diversi successi della sua importante discografia. Particolarmente suggestivi i primi potentissimi vocalizzi che la cantante ha sfoderato sulle note di “Emotions”. Zero sforzi ma tanta energia per Mariah la cui cifra stilistica è stata un acclarato punto di riferimento per tante di quelle che oggi sono riconosciute come le pop star del nuovo millennio. Intensa l’interpretazione di “My All”, ancora più sentita quella di “Always be my baby”, dedicata ai figli Moroccan e Monroe, che la Carey ha avuto quattro anni fa dal ballerino Nick Cannon. Spettacolare il breve tributo ai Jackson Five ottenuto duettando con il suo storico corista Trey Lorenz, il quale ha completato l’omaggio a Michael Jackson sulle note di “Rock with you”.

Mariah Carey live @Mediolanum Forum - Assago ph Francesco Prandoni

Mariah Carey live @Mediolanum Forum – Assago ph Francesco Prandoni

Il concerto ha raggiunto l’apice con il medley dei successi più celebri degli anni 2000 tra fresche ventate di groove in stile R’n’B e seducenti coreografie. Un ‘ispiratissima Mariah Carey ha commosso i presenti con i suoi gorgheggi impeccabili quanto gli innumerevoli outfit sfoggiati in soli 90 minuti di concerto. L’ultima parte dello show è dedicata agli anni ’90: Mariah ha riproposto il successo di Phil Collins “Against all odds”, “One sweet day” un tempo interpretata con i Boyz II Men e, a sorpresa, ha omaggiato l’indimenticabile Whitney Houston con “When you believe”, con tanto di video originale riproposto sui maxi schermi.  Lo show si è concluso con una serie di pezzi da 90: la dolcissima “Hero”, la melancolica “We belong together” e la leggendaria “Without you”. Piccole gemme ritrovate nel forziere dei tesori custoditi da una Mariah Carey in particolare stato di grazia.  

Raffaella Sbrescia

SETLIST:
Fantasy (Remix)
Emotions
My all

Always be my baby

I’ll be there (cover dei Jackson Five)
Rock with you (cantata da Trey Lorenz, cover di Michael Jackson )
Touch my body
I know what you want
Obsessed
It’s like that
Shake it off
Loverboy
Heartbreaker (mash up)

Against all odds (Cover di Phil Collins )
One sweet day
When you believe
Hero
We belong together

Without you

Butterfly

Renato Zero presenta “Alt”: Non mi arrendo, questo non è un mondo dove si può stare ad aspettare la manna.

 Copertina Album Alt - Renato Zero - Tattica_m

Unico, rivoluzionario, libero, precursore, provocatore. A tre anni dal doppio progetto di “Amo”, incentrato su tematiche più intime e riflessive, Renato Zero torna, forte di rinnovata passione e spirito di denuncia, ai grandi temi sociali e alle battaglie civili con “ALT”, il nuovo disco pubblicato lo scorso 8 aprile. In questi 14 brani inediti trovano spazio i temi della fede, della violenza, dei giovani, del lavoro, del destino dell’arte, dell’amore in tutte le sue declinazioni, dell’ecologia, delle politiche d’accoglienza e dei nuclei affettivi. Tutti i brani del disco, prodotto da Renato Zero e Danilo Madonia, sono stati scritti dall’artista romano insieme ad autori e compositori come Vincenzo Incenzo, Danilo Madonia, Maurizio Fabrizio, Phil Palmer, Valentina Parisse, Luca Chiaravalli, Mario Fanizzi e Valentina Siga. La cover dell’album e le foto contenute nel booklet sono state realizzate dal fotografo Roberto Rocco. A breve Renato Zero tornerà anche in tour: l’1 e 2 giugno, infatti, l’artista si esibirà nella prestigiosa location dell’Arena di Verona, dove incanterà il pubblico con i suoi successi di sempre e presenterà per la prima volta dal vivo i nuovi brani contenuti nell’album “Alt”.

Intervista

Renato, perchè un nuovo album?

Perchè non mi arrendo. Dovrete sopportare il mio modo assurdo di combattere l’industria discografica. La scuola non può essere abbandonata proprio mentre stiamo per laurearci. Io voglio laurearmi con i voti che io e la musica ci meritiamo. Faccio un appello a voi giornalisti: salvatela e non chiamatela più musica leggera. Bisogna rendersi conto del fatto che il giorno in cui l’artista indossa le pantofole ha smesso di dire qualcosa al mondo. La sofferenza è un’amica eccezionale ed è madre della crescita, madre della saggezza, della sopportazione, della rivoluzione. Questo disco si rivolge a chi non vuole stare in panchina.

Tornerai all’Arena di Verona, dal cui palcoscenico manchi dal 1998. Saranno due tappe uniche per presentare questo progetto…

Sono felice di tornare a Verona perchè mi deve tre malleoli. Questa è la promozione più diretta e autentica per far conoscere un disco al pubblico. Devo recuperare la sfida con me stesso, se non metto in moto il motore ogni tanto, si blocca. La scelta di Verona non è casuale, insieme all’Emila, al Piemonte e alla Toscana sono le regioni che mi hanno maggiormente appoggiato agli inizi.

E la stampa?

Vi temo ma vi esorto a comprendere la mia attuale stagione artistica. I miei collaboratori storici  hanno assecondato la mia musica, li ringrazierò negli spettacoli e spero che vengano a trovarmi. Oggi tremo come a Festival di Sanremo, ho perso l’abitudine a incontrare tanta gente insieme e a stare sul palco.

Renato Zero_ph. Roberto Rocco

Renato Zero_ph. Roberto Rocco

A cosa si ispira “Il cielo è degli angeli”?

Ho scritto questo brano a fronte di un’epidemia di separazioni di coppie. Per come la interpreto io la separazione è una guerra a oltranza, lo trovo penalizzante soprattutto in presenza di figli, ho scritto agli angeli affinchè non venga buttata all’aria una promessa d’amore, lo richiedono i termini della nostra esistenza. Sono un frequentatore della strada, sentivo la necessità di accarezzarci e di rassicurarci.

Perché “Alt”?

Correre non è appagante, lo vedo con i miei affetti più vicni, quando impegno tutte le mie energie ne soffre qualcuno, in un momento come questo non si può non interessarsi agli altri.

“Chiedi” è un testo omnicomprensivo?

Vorrei puntare l’attenzione su un fenomeno eloquente, molti sindacalisti finiscono a Montecitorio, un fatto paradossale e incomprensibile. Io non ce l’ho coi sindacati, ce l’ho con l’ostruzione che rallenta il cammino. Molta televisione attuale non lascia apparire le persone per come sono realmente, è nata una nuova qualifica, quella del tuttologo che interviene su tutto. Questo malessere passa attraverso i pori della pelle di un artista. I miei genitori erano persone semplicissime, hanno avuto in casa il fenomeno, lo hanno accettato, condiviso e sopportato nel suo persistere. Io appartengo ai vostri disagi, ai vostri malesseri e dolori, all’ abbraccio sincero di un rapporto affettivo che trova sempre meno tempo per essere applicato.

Renato Zero_ph. Roberto Rocco

Renato Zero_ph. Roberto Rocco

“Gesù” è una preghiera laica? Lasci intravvedere la tua anima cristiana?

I musulmani hanno forse estremizzato questo esercizio con atto di grande sottomissione, noi mangiamo carne e facciamo tante cose poco ortodosse; l’assenza di Gesù si sente moltissimo, non parliamo di quella di Dio, sarebbe da farci un dibattito. Gesù siamo noi mentre Dio potrebbe essere un’identità lontana, Gesù deve tornare tra noi, a casa sua, ma questo dipende dalla nostra volontà, non è questo il mondo dove si può stare ad aspettare la manna.

Come si scrive un disco con così belle canzoni?

La canzone è un atto d’amore, un tentativo di coinvolgere gli altri in un sentire di un momento magico, sia esso leggero e più intellettuale e profondo, cerco di evitare di dire cose facendo dei cloni. Su Mtv si prendono loop, si fanno copia e incolla, le donne soprattutto si omologano. Quello che manca da noi è la scrittura magnifica, la scoperta di arrangiatori, ringrazio Danilo Madonia per aver arrangiato questo disco con una dedizione che raramente ho visto altrove. Il coinvolgimento dei musicisti è una cosa opportuna e intelligente, se li trattiamo come delle colf, il lavoro diventa offensivo. A parte certi meravigliosi visionari che hanno fatto la storia della letteratura e della poesia, noi cantiamo quello che viviamo e anche il tempo in cui viviamo. Questo disco si differenzia dagli altri perchè parla del presente, del qui e ora, e lo fa con una metrica insolita.

Renato Zero_ph. Roberto Rocco

Renato Zero_ph. Roberto Rocco

In qualità di Maestro di musica, di vita, d’amore. Quale appello fai ai giovani italiani?

 La pratica e la passione vengono prima di tutto, se mancano queste cose decade una serie di schioppettii e di accensioni. Bisogna avere il coraggio di uscire dai network e da Internet, l’ ho ripetuto una miriade di volte. Il web è uno strumento da prendere con le molle, c’è tanta solitudine in rete che genera depravazione.

“In questo misero show” è un brano in cui punti il dito anche contro il pubblico…

L’ ultimo ad avere la parola è sempre il pubblico, il quale stabilisce il valore e la validità di  un lavoro. Se il pubblico non è educato all’ascolto è anche perchè c’è un disegno più alto che ci vuole più ignoranti.

Senti la nostalgia di quando c’era di più da dimostrare?

Sapere che esistevano Brian Eno, Pink Floyd, David Bowie ci spingeva a superare i nostri limiti.  Ora lo standard si è notevolmente abbassato, si vendono pochissime copie ma non si può dare la colpa agli artisti, oggi si parla di musica in modo velleitario.  Personalmente ho preso pugni e schiaffi, a subire si impara, poi però bisogna che la gente capisca che l’Italia così non funziona, c’è bisogno di regole,  di una famiglia che possa garantire una solidità, una complicità. Questo è un disco che non privilegia nessuno. Nessuno si può permettere il lusso di giudicare. La famiglia è comunque un bene, un modo di fare unione, di non stare soli, io ho adottato un figlio per non stare da solo, non vedo perchè tutto questo debba essere un problema. Ognuno deve applicare con coscienza quello che ritiene meglio. Sono un sollecitatore, non mi piace stare zitto, cerco di stimolare gli interventi della gente, soprattutto quelli che hanno la voce più esile e che non hanno raccomandazioni. Infine non mi sento di rinnegare nessuno, tutti fanno parte del mio percorso, ringrazio pure quelli dalla battuta facile perché mi hanno fatto scrivere cose bellissime.

Raffaella Sbrescia

Questa la tracklist del disco “ALT”:

“Chiedi”, “In questo misero show”, “La lista”, “In apparenza”, “Il cielo è degli angeli”, “Il tuo sorriso”, “Perché non mi porti con te”, “Gesù”, “La voce che ti do”, “Nemici miei”, “Vi assolverete mai”, “Alla tua festa”, “Rivoluzione”, “Gli anni miei raccontano”.

Video: “Chiedi”

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