“Scriverò il tuo nome”. Il nuovo album di Francesco Renga segna un passaggio importante nella carriera dell’artista. Intervista

cover Sciverò il tuo nome

“Scriverò il tuo nome” è il nuovo album di Francesco Renga. Pubblicato per Sony Music lo scorso 15 aprile, il disco è composto da 12 brani inediti scritti, composti e prodotti tra Milano e Los Angeles e sarà disponibile in tre versioni: standard, deluxe con 14 inediti e un package che contiene alcuni disegni inediti di Francesco Renga e in vinile. Prodotto da Michele Canova Iorfida, “Scriverò il tuo nome” segna un nuovo passaggio all’interno del percorso artistico di Francesco Renga che, per questa specifica occasione, ha voluto confermare alcune importanti collaborazioni ma si è anche avvicinato a nuovi giovani autori. Renga firma con Fortunato Zampaglione “Spiccare il volo”, “Perfetto”, “Migliore”, “Così diversa”. Con Ermal Meta firma “Il Bene” e con Dario Faini collabora in “Rimani Così”. Con Diego Calvetti torna a lavorare sui brani “13 maggio” e “A meno di te”. Nuove sono le collaborazioni tra Francesco e Tony Maiello co-autore di “Guardami Amore”, “Scriverò il tuo nome”, e “Cancellarti per Sempre”, con Matteo Valicelli ha scritto il brano intitolato “Sulla Pelle” e con Francesco Gabbani “L’amore sa”. Nek, insieme a Renga, Luca Chiaravalli e Davide Simonetta ha firmato, invece, “I nostri giorni”. Dopo il successo dell’avventura live del 2015, suggellata dal concerto evento all’Arena di Verona, Francesco Renga tornerà sul palco nel 2016 con un grande live il prossimo 15 ottobre al Mediolanum Forum di Assago a Milano, organizzato da F&P Group, di cui saranno effettuate anche delle registrazioni televisive.

 Intervista

Francesco, questo album arriva dopo un biennio di lavoro molto intenso…

Sì, ci ritroviamo dopo aver lavorato a tantissime canzoni. Queste 14 sono state estrapolate da una rosa molto più ampia, una grande moltitudine di pezzi da cui sono arrivati quelli giusti. “Scriverò il tuo nome” è un disco che parla in modo molto diretto, semplice e smaccato dell’unica cosa di cui si parla in tutte le canzoni, ovvero l’amore, un sentimento che muove un pò tutto e che sicuramente muove la mia vita.

 Una dichiarazione di intenti molto precisa…

 L’amore è difficile da definire. Ogni volta che cerchiamo di raccontarlo, il nostro racconto inizia sempre dentro di noi e comincia con un volto e quel volto ha sempre un nome, il suo. Ma chi ascolterà la nostra storia, lo farà attraverso il proprio sguardo e quel volto cambierà nome e quel nome cambierà ancora, ogni volta, in mille altri nomi sempre diversi e sempre uguali. E quel nome diventerà il suo nome per tutti, si trasfigurerà, eterno e assoluto, ma sempre diverso, e sarà il tuo nome. Questo è il mio racconto.

Quali sono le novità di questo disco?

 Dal punto di vista stilistico è un album molto eterogeneo ma con delle linee precise. Aver scritto con giovani autori mi ha consentito di concentrarmi su quello che mi interessava, mi ha dato modo di scegliere una scrittura diversa, più contemporanea, più vicina al mood dei tempi e al mercato. Il mio modus operandi è molto cambiato in questi anni; Canova è il deus x ex machina dell’album. Fino ad ora ho sempre pubblicato dei dischi-foto di un particolare momento, questo è, invece, quello più proiettato al futuro, una fotografia in divenire, il Renga che verrà. Abbiamo usato molta elettronica, c’è un approccio al canto differente grazie a delle strofe serrate, con parole che vanno dette e sottolineate, il canto si e asciugato in modo preciso, diretto, efficace, moderno, contemporaneo.

Francesco Renga

Francesco Renga

Qual è il significato dei disegni che hai incluso nel booklet del disco?

Il disegno è una passione che ho sin da quando ero bambino. Si tratta di una forma di evasione, mi capita di farne senza un obiettivo particolare e ritrovarne di continuo senza ricordarne la genesi. Non è stata una scelta studiata a tavolino, i miei collaboratori mi hanno chiesto di inserirne una piccola parte e questo è il risultato.

Come si combinano tra loro il tuo profilo privato e quello pubblico?

La mia vita privata è sempre entrata nei miei album e nei miei progetti; non si può non essere autobiografici. La scrittura è una forma d’arte che serve per raccontarsi per cui è ovvio che in un quadro o in un disco ci sia tutto quello che ci attraversa, i nodi esistenziali, le paure, il modo di sentirsi inadeguati alla vita. In questo album ci sono molti episodi della mia vita recente, sono stati due anni travagliati ma oggi sono molto sereno e penso che questo si evinca dall’album. I miei figli sono molto lucidi, sono due bimbi meravigliosi, ci hanno permesso di superare questo momento difficile in modo elegante e soprattutto sereno.

Come descriveresti questo tuo nuovo lavoro?

Credo di aver fatto un attimo lavoro, non cambierei nulla di questo disco anche perché per la prima volta mi capita di sorprendermi ad ogni ascolto. Abbiamo fatto un grande lavoro di arrangiamento con soluzioni di scrittura che mi hanno suggerito gli autori. Questa volta ho usato un linguaggio che io non ho perchè arrivo da un altro mondo, il fatto di essere riuscito ad asciugare la voce e a renderla cosi precisa, ficcante, perentoria è la parte più rivoluzionaria. Mi stanco facilmente, mi annoio, ho sempre voglia di esplorare, mettermi in gioco e in discussione, è una mia caratteristica. Sono passato da un’orchestra sinfonica al rock, ho fatto diversi esperimenti e mi piace interagire con persone che ti danno la possibilità di farlo. Non smetterò mai di ringraziare i miei collaboratori; già con “Tempo Reale” mi sono messo a confronto con autori più giovani e con un linguaggio diverso. Oggi ho fatto un ulteriore passo indietro e ho ascoltato. Non ho cambiato il mio modo di interpretare la voce, ho modificato l’approccio al mio lavoro, la cosa più difficile e intrigante è stata reinventarmi per dare una direzione diversa alla mia peculiarità piu riconoscibile ovvero il canto. La lungimiranza di un artista sta nel circondarsi di persone, autori, produttori, un team che gli dia la possibilità di fare bene quello che vuole fare.

Francesco Renga

Francesco Renga

Una vera e propria presa di coscienza…

Il caposaldo del mio percorso è stata “Angelo”, un brano che, proposto oggi, non porterebbe risultati. Il tempo in cui stai operando cambia il modo di fare il tuo lavoro, “Angelo” comprendeva una serie di cose che si sono Allineate contemporaneamente, oggi invece vale il lavoro scientifico. Sono un autore più per necessità che per virtù, faccio il mio e credo di farlo abbastanza bene, ho una sensibilità nel riconoscere una canzone bella da una brutta e nell’ interpretarla dignitosamente affidandomi alla mia voce.

C’è una faccia dell’amore in cui ti riconosci di più?

Ci sono canzoni e tracce più descrittive ma sono tutte sfaccettature della stessa cosa, sono tutte parti di un universo unico.

Il videoclip di “Guardami amore”, il primo singolo estratto dall’album, si conclude con un messaggio preciso: “E’ inutile per l’uomo conquistare la luna, se poi finisce per perdere la terra” (F. Mauriac).

Ho due figli piccoli e credo che chi, come me, può permettersi di spendere due minutì del proprio tempo per far arrivare un piccolo messaggio a sostegno del nostro pianeta lo debba fare ogni volta che può.

Raffaella Sbrescia

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Video: Guardami amore