Francesco Renga: “Aspetto che torni” crea un corto circuito emotivo in me”. Intervista

© Toni Thorimbert - FRANCESCO RENG

© Toni Thorimbert – FRANCESCO RENG

Francesco Renga è in gara al Festival di Sanremo con “Aspetto che torni”, una canzone che fa leva sull’emotività dell’artista, un’intensa istantanea del Francesco di oggi. Stasera Francesco Renga reinterpreterà “Aspetto che torni” con Bungaro, coautore del brano insieme C. Chiodo e Rakele, e l’esibizione sarà impreziosita da una coreografia eseguita dall’étoile Eleonora Abbagnato insieme all’étoile Friedemann Vogel.

Intervista

Cosa ti riporta sul palco dell’Ariston e cosa vorresti comunicarci con questo brano?

“Aspetto che torni” è una canzone molto speciale. Ho sempre sfruttato il Festival di Sanremo per fermare passaggi importanti della mia vita e della mia carriera artistica. Questo è uno di quelli e ci tenevo a condividerlo con tutti voi da questo palco.

Questo brano racchiude i cardini della poetica che mi ha contraddistinto negli ultimi anni, racconta le mie assenze e le mie presenze creando un corto circuito emozionale dentro di me. Il 2019 è un anno molto particolare, comincio ad avere la stessa età in cui mia madre se ne è andata e i miei figlio hanno invece l’età che avevo io quando mi ha lasciato. Avevo bisogno di uno sfogo e di raccontare i piccoli momenti di felicità che spesso abbiamo intorno e di cui non ci accorgiamo cercandoli altrove. Dopo 30 anni ho fatto pace con questo abbandono, ho fatto tesoro del dolore e ho abbracciato la rabbia e il rancore che mi hanno pervaso l’anima in questi anni.

Cosa ne pensi di questa rosa di cantanti in gara?

La qualità delle canzoni è davvero molto elevata, credo che non si sia mai rappresentato così tanto bene il panorama musicale italiano e sono felice di poter partecipare con la mia storia.

Come ti confronti con le penne più giovani del nostro cantautorato?

Ci sono molti talenti giovani da cui cerco di carpire i cardini del linguaggio, hanno un modo di scrivere fresco e diretto. Mi confronto da tempo con giovani autori per cercare di andare avanti al meglio. Resto coi piedi per terra e le orecchie aperte, pronto a capire e tradurre con la mia sensibilità, la mia cifra, il mio stile tutti gli spunti che arrivano per rendere la mia musica un qualcosa di unico ma più contemporaneo.

Come si arriva a decidere di andare Sanremo con tanti anni di carriera sulle spalle?

Il palco di Sanremo lo puoi domare solo se hai qualcosa di così importante, urgente, intimo, coinvolgente e privato da dire, tanto da impegnarti da un punto di vista emozionale da dimenticare dove ti trovi. Nel mio disco nuovo ci sono tante cose meravigliose che però qui non avrebbero trovato posto perché non erano figlie dello stessa urgenza espressiva. “Aspetto che torni” è arrivata da me tramite Claudio Baglioni, l’ho ascoltata in modo violento e ho capito subito che risvegliava delle cose che gridavano dentro di me, per troppo tempo in fermentazione. In una notte travagliata ho riscritto il testo, alla fine è rimasto solo il ritornello poi con Tony ho individuato una scrittura classica che mi ha dato modo di tornare un po’ alle mie origini.

Come vivi il tuo ruolo di padre in questo contesto socio-culturale?

Faccio quello che posso, esattamente come tutti i genitori. Il mio essere artista si traduce nel mio lavoro. Scrivere canzoni è il mio modo fisico di stare al mondo, ed è l’unico modo che ho. Resto ben ancorato alle cose concrete della vita. I figli mi hanno fatto crescere, mi hanno reso responsabile, mi hanno fatto guardare la vita attraverso il loro sguardo. Tutto questo mi terrorizza ma mi dà anche forza. Vivo una vita normale, sono innamorato e sono fiero della mia provincialità. Vivere in una piccola città ti fa sentire protetto, ora i ragazzi vivono la società in modo decisamente diverso, ora si gioca on line, non ci si incontra più di persona. Questo mi spaventa molto ma cerco di tenere tutto sotto controllo.

Raffaella Sbrescia

 

Scriverò il tuo nome live: il secondo round di Francesco Renga

Francesco Renga live @ Mediolanum Forum - Milano

Francesco Renga live @ Mediolanum Forum – Milano

Dopo il grande successo dei live del 2016, il 5 maggio Francesco Renga è ripartito in tour dal Mediolanum Forum di Assago (MI) con “SCRIVERO’ IL TUO NOME Live nei Palasport”, dove tutto è iniziato lo scorso 15 ottobre con un debutto sold out in prevendita. Dopo la data milanese, il tour (organizzato da F&P Group) proseguirà con altri cinque concerti nei principali Palasport italiani, toccando città dove Francesco si esibirà per la prima volta per raggiungere e riabbracciare tutti i suoi fan: il 16 maggio sarà al Palapartenope di Napoli, il 18 maggio al Nelson Mandela Forum di Firenze, il 20 maggio al Pala Alpitour di Torino e il 22 maggio alla Unipol Arena di Bologna. Inoltre, il 6 giugno Francesco Renga sarà tra gli artisti premiati ai prossimi Wind Music Awards 2017 che si terranno a Verona.

Nel corso dei prossimi live ci sarà la partecipazione di Elodie, con cui Francesco Renga proporrà live il brano “Così Diversa”, mentre a Firenze e Bologna per l’occasione saranno ospiti l’amico Giorgio Panariello e il cantautore Luca Carboni.

Il nome dell’amore è il centro di tutto e diventa leit motiv dello show che si svolge su un main stage A e su uno stage B che Francesco definisce “sala prove”, dedicato esclusivamente a un set acustico più intimo. Quasi 40 brani per più di due ore di live in cui Francesco Renga mette la sua voce al servizio delle parole e delle melodie. Alle sue spalle si alternano immagini di vita, istantanee, lancette che scandiscono il tempo e contributi live.

Durante il concerto sarà possibile riascoltare i più grandi successi che hanno reso Francesco Renga uno degli artisti italiani più apprezzati dal pubblico e i brani di SCRIVERÒ IL TUO NOME LIVE (Sony Music), il primo album live di Francesco Renga uscito il 28 aprile, che contiene 16 grandi successi e tre brani inediti: “NUOVA LUCE”, “NON PASSA MAI” e “COSI’ DIVERSA” Feat. Elodie.

Montaggio live:

La band che accompagnerà Francesco Renga è composta da Fulvio Arnoldi alla chitarra acustica/tastiere, Vincenzo Messina al piano/tastiere, Stefano Brandoni ed Heggy Vezzano alle chitarre, Phil Mer alla batteria e Gabriele Cannarozzo al basso.

I concerti nei palasport anticipano il tour estivo, che vedrà Francesco Renga esibirsi nelle location più prestigiose d’Italia (Brescia, Roma, Udine, Villafranca, Cremona, Genova, Forte dei Marmi, San Pancrazio Salentino, Trani e Taormina).

Per informazioni: www.fepgroup.it e www.francescorenga.it.

Francesco Renga è in forma smagliante. Scriverò il tuo nome live è la giusta gratificazione per un percorso fatto di successi

Francesco Renga ph Francesco Prandoni

Francesco Renga ph Francesco Prandoni

Francesco Renga approda nei palazzetti italiani con “Scriverò il tuo nome Live nei Palasport”. Il primo capitolo di questa nuova avventura arriva dopo la recente uscita dell’omonimo album “Scriverò il tuo nome” (Sony Music Italy) e gode subito di un grande supporto del pubblico grazie ad un bel sold out al Mediolanum Forum di Assago. Serata subito calda grazie alla suggestiva apertura del valido cantautore Ermal Meta con cui Francesco ha scritto il singolo “Il Bene”. Con una scaletta comprensiva di 40 brani ed uno show della durata di più di due ore, Francesco mette la sua straordinaria voce al servizio del proprio stesso repertorio senza sconti. Carico, generoso, felice e desideroso del contatto ravvicinato con le persone, Renga si mette in gioco seguendo un unico grande filo conduttore: l’amore.

Francesco Renga

Francesco Renga

L’artista declina il concetto in tutte le sfaccettature e percorsi possibili rendendo questa parola l’unica grande accentratrice di attenzione. «Questa sera mi sono divertito tantissimo, ho lavorato tanto con il mio team e con i miei musicisti per arrivare a questo momento che per me rappresenta una gratificazione senza eguali», ha spiegato Francesco Renga alla stampa subito dopo la performance sul palco: «Il concerto mi dà la possibilità di avere la percezione reale di quello che mi immagino quando incido un album. Quella di stasera era la cosiddetta prova del nove per un live pensato per questi numeri. Avevo già fatto i palazzetti diversi anni fa ma stavolta ci sono arrivato con una consapevolezza completamente nuova. Le cose si devono guadagnare e penso che questo per me sia il momento giusto».

Francesco Renga

Francesco Renga

Tra i momenti più emozionanti e riusciti del live, c’è sicuramente la scelta di lasciare il palcoscenico principale per raggiungere, immerso tra le gente, un piccolo palco posto alla fine del parterre per un set acustico da brividi comprensivo di preziose perle quali “Cambio direzione”, “Dove il mondo non c’è più”, “Raccontami”, “Per farti tornare”: «Credo che quando si raggiungono certi risultati, il motore di tutto è sempre il pubblico. In un momento difficile come questo, chi viene a sentirmi lo fa in mezzo a tantissime altre proposte e fa sacrifici anche economici. Restituire loro la sensazione di protagonismo era uno degli obiettivi che mi ero prefissato. Sono riuscito a cucire tra loro due momenti diversi: quello del contatto intimo con la gente all’interno di un palazzetto. Questa è stata una grande scommessa per tutti, ci ho creduto fin da subito e sapevo che il pubblico avrebbe capito ed apprezzato questa scelta. Una delle mie fortune è avere un pubblico educato, che è cresciuto con me e che ha capito qual era il limite da non sorpassare», racconta Renga.

Sorprendente la scelta di inserire in scaletta il brano “Senza Vento”, risalente al periodo in cui Francesco era parte dei Timoria: «“Senza vento” non la vedevo al di fuori del mondo Timoria. Per me questa canzone era un’icona di quel periodo, di quella band e mi è sempre sembrato fuori luogo riproporla. Ho pensato che questo tipo di contesto potesse essere adeguato, per me è stata una liberazione, mi ha restituito tutto quello che era rimasto lì e che sapevo non essere andato perduto». Ad accompagnare il cantante sul palco la band composta da Fulvio Arnoldi alla chitarra acustica/tastiere, Vincenzo Messina al piano/tastiere, Stefano Brandoni ed Heggy Vezzano alle chitarre, Phil Mer alla batteria e Gabriele Cannarozzo al basso. Alle spalle dell’artista si alternano immagini di vita, contributi live e numerosi effetti speciali: «Il passaggio in un palazzetto è stato difficile. Per quello che il pubblico si è ormai abituato a vedere, era impensabile non dargli delle suggestioni visive di un certo tipo. La mia idea era quella di creare uno spettacolo equilibrato, volevo che fosse un evento in grado di rispondere agli input dei giovani, ho cercato una simmetria quasi maniacale, ho limato tutte le possibili ridondanze. Questo concerto è come una cerimonia laica in cui ognuno riceve e dona qualcosa. L’amore per come lo intendo io è la cosa più importante, non sono solo canzonette, cerco di esplorare, raccontare, declinare questo argomento in tutti i momenti e percorsi possibili», confessa, a questo proposito, in modo assolutamente schietto, Francesco che, tra le varie cose, dimostra di essere decisamente umile ed inquadrato: «Ho scelto di fare 5 date e non 500 perché sono il frutto della certezza dei numeri che si possono tenere. Ho rispetto per il lavoro di tutti, trovo che sia inutile far impazzire un promoter o un impresario. Da bravo bresciano e da artigiano, tengo i piedi per terra, lascio consolidare le cose e sono ben felice di questi numeri che, in ogni caso, rappresentano una grande sorpresa per me. Voglio fare le cose piano piano, so che quando le cose accadono poi restano e diventano i mattoni su cui costruire qualcosa di ben solido. Tutto il mio percorso è stato caratterizzato da questo modus operandi. Sono fortunato ad aver un team che, come me, ha questa stessa visione», sottolinea l’artista.

Francesco Renga, Ferdinando Salzano e Andrea Rosi durante l’incontro con la stampa

Tra gli aspetti più interessanti del concerto c’è soprattutto l’uso che Renga fa della sua voce: si vai dai classici melodici a brani ricchi di effetti, il tutto senza soluzione di continuità. Ecco come commenta la cosa il diretto interessato: «Il file rouge che lega tutti i miei dischi dal punto di vista concettuale è l’amore. Per questa ragione dal punto di vista testuale questo racconto dell’amore non rappresenta niente di nuovo per me. La difficoltà maggiore è stato l’uso della voce. I miei dischi sono diversi tra loro: i brani più facili sono quelli più vicini alla mia identità di artista melodico, gli altri, specie quelli presenti nel disco nuovo, sono molto più difficili. Cantare un disco registrato tagliando i respiri, e farlo alla stessa velocità di una voce doppiata sotto che ti impone una certa tonalità, è veramente complicato».

In merito alla corposa scaletta che, ha lasciato veramente poca roba da parte, dice: «Mentre componevo la scaletta mi sono reso conto che ogni artista ha due o tre nodi intorno ai quali incentra la propria esistenza, forse sono proprio quelle cose che lo “costringono” ad essere un artista. In questo live ho voluto dare molto spazio a questo disco, ho coinvolto il pubblico con un sondaggio e sono venute fuori tante cose che non facevo dal vivo ormai da qualche anno. Durante l’allestimento ho anche provato delle cover ma, partendo dal presupposto che sono già 20 le canzoni “obbligate”, non avrei potuto fare più di così». Ci sono anche notizie rassicuranti per chi non potrà partecipare ad una delle prossime quattro date (rispettivamente previste il 19 ottobre alla Fiera di Brescia, il 20 alla Kioene Arena di Padova, il 22 al Palalottomatica di Roma, il 23 al Palaflorio di Bari): «Credo che ci sia ancora molto da fare per questo disco. Nel 2017 ci sarà un altro tipo di concerto che possa consentirmi di portare questo live in posti diversi che ora non potevamo permetterci di raggiungere». A conclusione di questo racconto, rimane un’unica grande verità: è l’amore a renderci migliori. Lo sa più che bene Francesco Renga che afferma: «Perché siamo qui? Cosa muove i nostri passi? Ho recentemente letto un libro di Raymond Carver, un autore capace di rivoltare l’anima in modo schietto e ficcante attraverso l’uso di poche parole, il quale si chiedeva: “Hai ottenuto quello che volevi da questa vita? Sì, potermi dire amato su questa terra”. Dunque è l’amore quello che vogliamo; sentirci amati ancora prima di amare. L’unica cosa che vi posso assicurare è qualsiasi cosa faccia l’amore, lo fa sempre per il nostro bene»; conclude. Noi, dal nostro canto, non potremmo essere più d’accordo.

 Raffaella Sbrescia

Scaletta

Scaletta

 

INTRO

1 SCRIVERÒ IL TUO NOME

2 I NOSTRI GIORNI

3 A UN ISOLATO DA TE

4 A MENO DI TE

5 IL BENE

6 CI SARAI

7 REGINA TRISTE

8 VIVENDO ADESSO

9 IMMUNE

10 SPICCARE IL VOLO

11 L’AMORE ALTROVE

12 13 MAGGIO

13 IL MIO GIORNO PIÙ BELLO NEL MONDO

 

SET ACUSTICO

 

14 ANGELO

15 COSÌ DIVERSA

16 CANCELLARTI PER SEMPRE

17 DI SOGNI E ILLUSIONI

18 LA TUA BELLEZZA

19 AFFOGO BABY

20 RIMANI COSÌ

21 DOVREBBE ESSERE COSÌ

22 STO GIÀ BENE

23 MERAVIGLIOSA

24 MIGLIORE

 

BIS

25 SULLA PELLE

26 ERA UNA VITA CHE TI STAVO ASPETTANDO

27 GUARDAMI AMORE

28 L’AMORE SA

 

 

 

Set acustico

 

1 CAMBIO DIREZIONE

2 SENZA VENTO

3 LA SORPRESA

4 STAVO SEDUTO

5 VENERDÌ

6 DOVE IL MONDO NON C’È PIÙ

7 RACCONTAMI

8 L’ULTIMA POESIA

9 PER FARTI TORNARE

 

“Scriverò il tuo nome”. Il nuovo album di Francesco Renga segna un passaggio importante nella carriera dell’artista. Intervista

cover Sciverò il tuo nome

“Scriverò il tuo nome” è il nuovo album di Francesco Renga. Pubblicato per Sony Music lo scorso 15 aprile, il disco è composto da 12 brani inediti scritti, composti e prodotti tra Milano e Los Angeles e sarà disponibile in tre versioni: standard, deluxe con 14 inediti e un package che contiene alcuni disegni inediti di Francesco Renga e in vinile. Prodotto da Michele Canova Iorfida, “Scriverò il tuo nome” segna un nuovo passaggio all’interno del percorso artistico di Francesco Renga che, per questa specifica occasione, ha voluto confermare alcune importanti collaborazioni ma si è anche avvicinato a nuovi giovani autori. Renga firma con Fortunato Zampaglione “Spiccare il volo”, “Perfetto”, “Migliore”, “Così diversa”. Con Ermal Meta firma “Il Bene” e con Dario Faini collabora in “Rimani Così”. Con Diego Calvetti torna a lavorare sui brani “13 maggio” e “A meno di te”. Nuove sono le collaborazioni tra Francesco e Tony Maiello co-autore di “Guardami Amore”, “Scriverò il tuo nome”, e “Cancellarti per Sempre”, con Matteo Valicelli ha scritto il brano intitolato “Sulla Pelle” e con Francesco Gabbani “L’amore sa”. Nek, insieme a Renga, Luca Chiaravalli e Davide Simonetta ha firmato, invece, “I nostri giorni”. Dopo il successo dell’avventura live del 2015, suggellata dal concerto evento all’Arena di Verona, Francesco Renga tornerà sul palco nel 2016 con un grande live il prossimo 15 ottobre al Mediolanum Forum di Assago a Milano, organizzato da F&P Group, di cui saranno effettuate anche delle registrazioni televisive.

 Intervista

Francesco, questo album arriva dopo un biennio di lavoro molto intenso…

Sì, ci ritroviamo dopo aver lavorato a tantissime canzoni. Queste 14 sono state estrapolate da una rosa molto più ampia, una grande moltitudine di pezzi da cui sono arrivati quelli giusti. “Scriverò il tuo nome” è un disco che parla in modo molto diretto, semplice e smaccato dell’unica cosa di cui si parla in tutte le canzoni, ovvero l’amore, un sentimento che muove un pò tutto e che sicuramente muove la mia vita.

 Una dichiarazione di intenti molto precisa…

 L’amore è difficile da definire. Ogni volta che cerchiamo di raccontarlo, il nostro racconto inizia sempre dentro di noi e comincia con un volto e quel volto ha sempre un nome, il suo. Ma chi ascolterà la nostra storia, lo farà attraverso il proprio sguardo e quel volto cambierà nome e quel nome cambierà ancora, ogni volta, in mille altri nomi sempre diversi e sempre uguali. E quel nome diventerà il suo nome per tutti, si trasfigurerà, eterno e assoluto, ma sempre diverso, e sarà il tuo nome. Questo è il mio racconto.

Quali sono le novità di questo disco?

 Dal punto di vista stilistico è un album molto eterogeneo ma con delle linee precise. Aver scritto con giovani autori mi ha consentito di concentrarmi su quello che mi interessava, mi ha dato modo di scegliere una scrittura diversa, più contemporanea, più vicina al mood dei tempi e al mercato. Il mio modus operandi è molto cambiato in questi anni; Canova è il deus x ex machina dell’album. Fino ad ora ho sempre pubblicato dei dischi-foto di un particolare momento, questo è, invece, quello più proiettato al futuro, una fotografia in divenire, il Renga che verrà. Abbiamo usato molta elettronica, c’è un approccio al canto differente grazie a delle strofe serrate, con parole che vanno dette e sottolineate, il canto si e asciugato in modo preciso, diretto, efficace, moderno, contemporaneo.

Francesco Renga

Francesco Renga

Qual è il significato dei disegni che hai incluso nel booklet del disco?

Il disegno è una passione che ho sin da quando ero bambino. Si tratta di una forma di evasione, mi capita di farne senza un obiettivo particolare e ritrovarne di continuo senza ricordarne la genesi. Non è stata una scelta studiata a tavolino, i miei collaboratori mi hanno chiesto di inserirne una piccola parte e questo è il risultato.

Come si combinano tra loro il tuo profilo privato e quello pubblico?

La mia vita privata è sempre entrata nei miei album e nei miei progetti; non si può non essere autobiografici. La scrittura è una forma d’arte che serve per raccontarsi per cui è ovvio che in un quadro o in un disco ci sia tutto quello che ci attraversa, i nodi esistenziali, le paure, il modo di sentirsi inadeguati alla vita. In questo album ci sono molti episodi della mia vita recente, sono stati due anni travagliati ma oggi sono molto sereno e penso che questo si evinca dall’album. I miei figli sono molto lucidi, sono due bimbi meravigliosi, ci hanno permesso di superare questo momento difficile in modo elegante e soprattutto sereno.

Come descriveresti questo tuo nuovo lavoro?

Credo di aver fatto un attimo lavoro, non cambierei nulla di questo disco anche perché per la prima volta mi capita di sorprendermi ad ogni ascolto. Abbiamo fatto un grande lavoro di arrangiamento con soluzioni di scrittura che mi hanno suggerito gli autori. Questa volta ho usato un linguaggio che io non ho perchè arrivo da un altro mondo, il fatto di essere riuscito ad asciugare la voce e a renderla cosi precisa, ficcante, perentoria è la parte più rivoluzionaria. Mi stanco facilmente, mi annoio, ho sempre voglia di esplorare, mettermi in gioco e in discussione, è una mia caratteristica. Sono passato da un’orchestra sinfonica al rock, ho fatto diversi esperimenti e mi piace interagire con persone che ti danno la possibilità di farlo. Non smetterò mai di ringraziare i miei collaboratori; già con “Tempo Reale” mi sono messo a confronto con autori più giovani e con un linguaggio diverso. Oggi ho fatto un ulteriore passo indietro e ho ascoltato. Non ho cambiato il mio modo di interpretare la voce, ho modificato l’approccio al mio lavoro, la cosa più difficile e intrigante è stata reinventarmi per dare una direzione diversa alla mia peculiarità piu riconoscibile ovvero il canto. La lungimiranza di un artista sta nel circondarsi di persone, autori, produttori, un team che gli dia la possibilità di fare bene quello che vuole fare.

Francesco Renga

Francesco Renga

Una vera e propria presa di coscienza…

Il caposaldo del mio percorso è stata “Angelo”, un brano che, proposto oggi, non porterebbe risultati. Il tempo in cui stai operando cambia il modo di fare il tuo lavoro, “Angelo” comprendeva una serie di cose che si sono Allineate contemporaneamente, oggi invece vale il lavoro scientifico. Sono un autore più per necessità che per virtù, faccio il mio e credo di farlo abbastanza bene, ho una sensibilità nel riconoscere una canzone bella da una brutta e nell’ interpretarla dignitosamente affidandomi alla mia voce.

C’è una faccia dell’amore in cui ti riconosci di più?

Ci sono canzoni e tracce più descrittive ma sono tutte sfaccettature della stessa cosa, sono tutte parti di un universo unico.

Il videoclip di “Guardami amore”, il primo singolo estratto dall’album, si conclude con un messaggio preciso: “E’ inutile per l’uomo conquistare la luna, se poi finisce per perdere la terra” (F. Mauriac).

Ho due figli piccoli e credo che chi, come me, può permettersi di spendere due minutì del proprio tempo per far arrivare un piccolo messaggio a sostegno del nostro pianeta lo debba fare ogni volta che può.

Raffaella Sbrescia

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Video: Guardami amore

#TempoRealeExtraTour: bagno di folla per Francesco Renga live all’Estathè Market Sound

Francesco Renga @ Estathp Market Sound ph

Francesco Renga @ Estathp Market Sound ph

“Concedetevi il lusso di pretendere di essere felici, cercate la felicità e godetevi l’amore che vi circonda; è un vostro diritto”. Questo il file rouge che Francesco Renga ha seguito lungo tutta la durata del concerto tenutosi lo scorso 10 luglio sul palco dell’Estathè Market Sound a Milano. Presente nella line up della rassegna fin dal primissimo annuncio, il cantautore si è esibito per  due ore nell’ambito del suo #TempoRealeExtraTour, il naturale proseguo di un fortunatissimo tour che l’ha portato sui palchi di tutta Italia. Con una scaletta costellata di brani spesso autobiografici, impreziositi da energici arrangiamenti rock, l’artista non si è fermato nemmeno per un attimo. Accompagnato da Giorgio Secco e Stefano Brandoni alle chitarre, Enzo Messina alle tastiere, Fulvio Arnoldi chitarra e tastiere, Giorgio Cannarozzo al basso, Phil Mer alla batteria, il tenebroso e affascinante cantautore ha subito ammaliato la platea meneghina con “Un Giorno bellissimo”, “Favole”, “La tua bellezza”: amore scomodo, amore totalizzante, amore velenoso, amore profondo, amore, amore e ancora amore.

Francesco Renga incentra gran parte delle sue canzoni su un tema che, benchè trattato da secoli, riesce ancora a dire tanto, spesso troppo. Da “Vivendo adesso” a “Cambio direzione” passando per “Dove il mondo non c’è più”, “Come te” e “L’impossibile” Renga saltella sul palco con grinta, incita il pubblico con le braccia, scherza, sorride ed emoziona senza uscire dal contesto contemporaneo: “Questo che stiamo vivendo è un momento difficile per tutti; stasera cercheremo di rendervi felici e di farvi dimenticare, per un paio d’ore, i problemi di tutti i giorni. Quello che conta è essere felici e la felicità è una cosa che spesso facciamo fatica a riconoscere”. Il live  prosegue con una cavalcata di canzoni: “Un lungo inverno”, “Ora vieni a vedere”, “Almeno un po’” “Dimenticarmi di te”  ”Era una vita che ti stavo aspettando”, “Ci sarai”, “L’amore altrove” “Un’ora in più”. Il pubblico è caldo e Francesco sembra non voler lasciare il palco. Particolarmente intensi i bis con “Angelo”, “Meravigliosa (La Luna)”  e “A un isolato da te” con tanto di pubblico in piedi sulle sedie per omaggiare il proprio beniamino e cantare all’unisono quelle che sono diventate pietre miliari all’interno della musica leggera italiana. Amore e felicità sono i dardi scagliati da Francesco Renga  che, ancora una volta, fa breccia nei nostri cuori.

Raffaella Sbrescia