Brunori Sas presenta Cip! “Dalla disillusione recupero l’incanto attraverso il canto”.

CIP_COVER

Cip! è la nuova creatura discografica di Brunori Sas. L’artista sceglie di rimettere l’uomo al centro della narrazione contemporanea per una visione d’insieme più spirituale e meno legata alla realtà strettamente contingente. Dario Brunori mette in campo il suo sentire attraverso un’attitudine poetica, traduce musicalmente argomenti sensibili. Il progetto si muove in modo compatto verso questa direzione e lo fa a partire dalla copertina realizzata da Robert Figlia: il ritratto di un pettirosso. Brunori scrive canzoni in cui buona volontà, tenerezza, difficoltà, pazienza e denti stretti si alternano perseguendo l’obiettivo di essere buoni senza sentirsi al contempo coglioni.

Il cantautore sceglie di scrivere in modo più poetico e meno prosaico prediligendo argomenti di ordine etico e filosofico con il piglio del poeta. Non parla in modo diretto di stretta attualità o di argomenti sociali, presta attenzione al suono della voce, al come racconta le cose più che al cosa. Il cantautore osserva l’armonia degli attriti, analizza la costante lotta tra gli opposti, esprime una costante tensione verso la spiritualità cercando di cantare una sorta di religiosità laica: perseguendo l’etica di chi non crede in Dio ma che si comporta come se ci fosse. Il tutto attraverso arrangiamenti sostenuti e ricchi di vitalità realizzati pensando ai contesti in cui saranno suonati. E il contesto quest’anno saranno i palazzetti dello Sport di tutta Italia, una nuova avventura live vedrà Brunori Sas protagonista del palco accompagnato come di consueto dalla sua storica band con una prestigiosa novità: una sezione brass diretta da Mauro “Otto” Ottolini.

Brunori Sas ph Leandro Emede

Brunori Sas ph Leandro Emede

“In questo disco ho voluto raccontare dell’amore universale, di tutto ciò che tiene insieme le persone e le cose. Vivo un tempo che mi impone il tempo della macchina, sono costretto ad andare veloce. Cerco di resistere alla obsolescenza programmata dei sentimenti, racconto la difficoltà di mostrare le cose hanno le rughe. In tutto il disco, ma in generale nella mia scrittura, c’è una forte tensione spirituale. Recupero il fanciullino che è in me perché sento che è quello che dovremmo fare un po’ tutti noi. Il problema di oggi non è solo politico e sociale ma poetico. Cerco quindi di bilanciare gli estremi. Mi sono reso conto che ho cantato cose di cui magari in passato mi sarei vergognato e che avrei stemperato in modo ironico. Dalla disillusione recupero l’incanto attraverso il canto.

Uno degli stimoli principali del disco nasce dalla sindrome della veduta d’insieme e dalla considerazione del proprio essere a tempo determinato. Una prospettiva diversa per non sentirmi fesso a perseguire il bene e per cercare di capire il nostro ruolo nel creare armonia e vitalità. Sento la necessità di trovare in quello che vedo una forma di accettazione, questo implica evitare di perdere tempo a cercare di modificare quello che è così, suggerisco una serie di elementi che ci facciano riconciliare con ciò che è brutto ma necessario con l’obiettivo di perseguire una forma di spiritualità.

Non si può giocare con il cuore della gente, non si deve bluffare o anteporre se stessi davanti a tutto il resto né tantomeno vergognarsi a esprimere una parte spirituale. Dobbiamo cercare di essere dei segnali stradali per dare delle indicazioni. La scrittura per me è clandestina e solitaria. Nonostante questo, ho avuto la fortuna di trovare in Antonio Di Martino un artista che non solo mi ha aiutato nella stesura testuale ma mi ha fatto anche da specchio in cui riflettermi. Di lui mi fido al 100%, insieme abbiamo scritto “Quelli che arriveranno”, “Aldilà dell’amore”, “Capita così”. Per me che sono un procrastinatore compulsivo, scrivere in un tempo rapido è la più grande sfida. Ho cominciato a lavorare al disco ad aprile con la consapevolezza di rivolgermi a un mondo rapido, i mutamenti possono rendere subito obsoleto quello che scrivi per cui questi brani parlano di un tempo meno definito. Ho registrato il disco in tanti posti diversi tra Calabria, Officine Meccaniche di Mauro Pagani e Casa degli Artisti a Milano.

Dei miei 5 album, ritengo questo come 1bis, per il mio tentativo di recuperò dell’ingenuità dei primi tempi, di quello sguardo limpido . Non so se sono stato capito, il riscontro delle persone mi fa pensare a una sintonia che va oltre il sentire. Ho cercato di trattare queste tematiche non con il piglio dell’accademico ma con il guizzo del poeta. D’altronde questo fa la scrittura: si tuffa negli abissi personali e illumina con una torcia tutte le creature immerse. Sono felice che ci sia stato un percorso che mi ha assecondato nei tempi e nei modi, non ho mai inseguito il pubblico, l’idea iniziale era raccontare per me, per darmi dei promemoria, poi ho cominciato a reagire all’introversione. Ho creato intorno a me l’idea che non ci sia differenza tra Dario e Brunori Sas. Non vivo con il patema d’animo di perdere tutto questo, andrei contro quello che scrivo”.

 Recensione:

Il disco si apre con Il mondo si divide, una canzone leggera, immediata, costellata di contrasti, che ci invita a riflettere su quanto si stia scomodi in bilico tra la decisione giusta e quella più conveniente. Capita così è un brano prezioso perché scomodo. Racconta di come ci si trova a dover reagire di fronte agli eventi della vita, al sentirsi piccoli, impreparati, scontenti, insoddisfatti. Ecco che Brunori trova l’antidoto: l’accettazione non è più rassegnazione, si trasforma nella capacità di considerare la propria vicenda umana in modo del tutto ridimensionato.  Per curare noi stessi potremmo partire dal prenderci cura dei nostri cari, scrive Brunori in Mio fratello. Picchi di spiritualità vengono raggiunti in Anche senza di noi perseguendo quello spirito di accettazione precedentemente accennato. La canzone che hai scritto tu: è un regalo autentico. Un dono puro, semplice di note, di parole, di intenzioni. Al di là dell’amore è il singolo che ha unanimemente convinto tutti del fatto che il ritorno di Brunori sarebbe stato all’altezza delle aspettative. Il canto si apre con un messaggio etico, si interroga sull’eterno contrasto tra Bene e male attraverso un linguaggio dapprima sarcastico e spazientito per poi virare verso l’alto distanziandosi dal contingente per abbracciare un’etica intuitiva che prescinda da torti, ragioni, ideologie e punti di vista. Bello appare il mondo: Brunori ancora una volta ci invita a non fissarci su ciò che non si può cambiare. Benedetto sei tu: è una preghiera laica che persegue un risveglio non solo metaforico. Per due che come noi: è un brano d’amore sincero che si tiene in piedi nonostante il soffio del vento e le difficoltà della vita quotidiana. Fuori dal mondo: Brunori mette in piazza il suo essere un pesce fuor d’acqua con un ritmo accattivante e stralunato. Il brano vuole essere l’inno dei sognatori che non smettono mai di vedere il mondo a colori. Il disco si chiude con Quelli che arriveranno: un’elegia per pianoforte e voce. Un brano struggente in cui il protagonista è Achille, un bambino che non potrà vivere ma che, nonostante tutto, accetta la fine come forma di fiducia per quello che arriverà.

Raffaella Sbrescia

Canova the band live all’Alcatraz: la degna conclusione di un anno da incorniciare

Canova feat Brunori Sas live - Alcatraz - Milano

Canova feat Brunori Sas live – Alcatraz – Milano

Sono belli, sono liberi, sono bravi, sono giovani. Si parla dei Canova all’indomani del meritato sold out all’Alcatraz di Milano per l’ “Avete ragione club”, l’ultimo appuntamento invernale di un anno da incorniciare. Reduci dall’exploit di “Avete ragione tutti”, album d’esordio (Maciste dischi), Matteo Mobrici e soci hanno scritto un primo paragrafo importante di una carriera promettente.
Testi semplici ma irrimediabilmente accattivanti si sposano a degli arrangiamenti che non abusano dei synth ma che invece lasciano trasparire un buon uso degli strumenti per una formula musicale che, sebbene non racconti nulla di nuovo, risulta molto piacevole e coinvolgente.

Video: Manzarek live

Nei testi scorrono immagini di vita vissuta tra amore, odio, disillusione, sprazzi di felicità e impressioni di disperazione. L’ibrido universo dei trentenni fa capolino tra presente e passato, tra incertezze e catene da spezzare. La foga e la voglia di evadere trovano il via libera tra le fumose luci di un club milanese invaso da fan sì ma anche di discografici, giornalisti e addetti ai lavori, incuriositi dalla fulgida bellezza di un gruppo giovane che non si erge su alcun tipo di piedistallo. In scaletta ovviamente tutti i pezzi del disco ma anche la bella cover di “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano e “Chissà se stai dormendo” di Jovanotti. Dall’emblematica “Vita sociale” contenente la frase manifesto: “Vorrei morire anche se fuori c’è il sole” a “Brexit”, passando per il disincanto de “La felicità”, la malinconia della bella “Manzarek” al fascino fuori dagli schemi di “Santamaria”, la band milanese che, in apertura ha dato ampio spazio al song writer Davide Petrella, non si è risparmiata neanche in termini di resa sul palco.
Tastiere, cori, chitarre hanno scandito l’incedere della voce calda, penetrante, sensuale di Matteo Mobrici. Ad arricchire un concerto vivo e vibrante l’inattesa incursione di Brunori Sas, uno dei più validi cantautori in circolazione in Italia oggi.
La sua presenza, sancisce, di fatto, una consacrazione per i Canova. Con le sue perle “La verità ” e “Guardia ’82″, Dario Brunori eha illuminato il pubblico, gli ha aperto gli occhi e lo ha lasciato godere della bellezza artistica offerta dal suo modo di intendere la musica.

Video: La verità – Brunori Sas feat. Canova

Un momento prezioso che ha significato molto anche per gli stessi Canova che ora come ora si godranno un meritato riposo prima di rimettere mano alla penna e agli strumenti per scrivere un nuovo capitolo di un libro fresco e godibile: “Assurda la strada che hanno fatto queste canzone in così poco tempo, passando da un letto e una chitarra a questo palco” – ha spiegato Mobrici – “Adesso ci riposeremo, torneremo solo con dei pezzi che ci piaceranno tanto come questi”. Bravi Canova, restate voi stessi. Sempre.

Raffaella Sbrescia

Brunori Sas live: un timido trascinatore di folle al Carroponte.

Brunori Sas - Carroponte

Brunori Sas – Carroponte

“Ragazzi, ricordo ancora quando otto anni fa ero a cantare su una collinetta del parco dell’Idroscalo di Segrate e c’erano dodici persone a sentirmi. Di questi, dieci erano miei parenti milanesi e due franchi tiratori. Grazie per essere venuti così in tanti stasera, non sapete che gioia mi regalate nel vedervi tutti qui”. Ecco servitovi il succo dell’excursus artistico di un grande cantautore, di un emozionante narratore, di un insospettabile intrattenitore quale è Brunori Sas. Sul palco del Carroponte di Sesto San Giovanni per una delle tappe estive del suo “A casa tutto bene tour”, l’artista calabrese è riuscito a catalizzare l’attenzione e l’emozione di migliaia di persone accorse ad ascoltarlo con un concerto pensato in ogni dettaglio.

In scaletta tanti pezzi del suo notevole ultimo album di inediti, su tutti “La verità” vincitore della targa Tenco 2017 come miglior canzone dell’anno, proposta sia in apertura che in una vibrante versione piano e voce con il sopraggiungere dei bis. Che belli i parallelismi tra ieri e oggi, tra Lamezia Terme e Milano, tra realtà liquide e parallele in grado di ricongiungersi nei nostri cuori di figli d’italia, migranti per lavoro. Belli ancora di più, i nuovi arrangiamenti realizzati per questa tornata estiva, specialmente l’impennata prog-distorta di un pezzo storico come “Rosa”. Che sia una ballata o un brano più strutturato, Dario Brunori è un timido trascinatore di folle, uno che non ha paura di dire le cose a modo suo, che ne scrive con cognizione di causa e che nel musicarle riesce a toccare tutte le nostre corde, anche quelle più irrigidite. Per chi si ritrova in queste parole di stima, l’appuntamento è su Rai Tre. Solo pochi giorni, in occasione della presentazione dei nuovi palinsesti Rai, la direttrice Daria Bignardi ha annunciato che a condurre uno dei nuovi programmi ci sarà proprio Brunori SAS. Non ci resta che scoprire cosa bolle in pentola.

 Raffaella Sbrescia

La verità

L’uomo nero

Lamezia Milano

Colpo di pistola

La vita liquida

Il costume da torero

Lei, lui, Firenze

Kurt Cobain

Don Abbondio

Le quattro volte

Rosa

Pornoromanzo

Back in black

(AC/DC cover)

Arrivederci tristezza

Encore:

La verità

(bis solo piano)

Guardia ’82

Canzone contro la tristezza

Secondo me

Brunori Sas live: quando la canzone d’autore è da sold out

Brunori Sas live @ Alcatraz Milano ph Francesco Prandoni

Brunori Sas live @ Alcatraz Milano ph Francesco Prandoni

Pronti ad evader con la mente, a piangere, a ballare, ad emozionarci. Così ci ha trovati Brunori Sas all’Alcatraz di Milano per un sold-out tanto atteso quanto meritato. Reo di essersi messo in discussione con un gran bell’album quale è “A casa tutto bene” (Picicca dischi), il cantautore si è conquistato una bella fetta dei consensi della critica e degli addetti ai lavori, tutti presenti al suo concerto meneghino. La cosa è stata particolarmente gradita da chi, invece, conosce Dario da anni e sa bene cosa è in grado di fare sul palco insieme alla sua fidata band composta da Simona Marrazzo (cori, synth, percussioni), Dario Della Rossa (pianoforte, synth), Stefano Amato (basso, violoncello, mandolini), Mirko Onofrio (fiati, percussioni, cori, synth) e Massimo Palermo (batteria, percussioni), Lucia Sagretti (violino). Al centro di una scaletta ben assemblata, gran parte dei brani del nuovo disco ma anche gli irrinunciabili successi prontamente riarrangiati.

Video: A casa tutto bene tour – Highlights

Attraverso un sound molto stratificato, ricco di sfumature e interamente riprodotto manualmente dai musicisti sul palco, Brunori Sas è riuscito a ricreare il complesso mood del disco e a infondere nuova linfa ai suoi pezzi storici. Il concerto è iniziato con il brano manifesto del nuovo album, “La verità”. Le sue parole esorcizzano, spiazzano, divertono e commuovono senza soluzione di continuità. “In mezzo a tutto questo dolore e a questo stupido rumore sarà una stupida canzone a ricordarti chi sei”, canta Brunori, cercando di lenire le ferite del nostro animo stanco, frustrato, sbattuto da una quotidianità devastante. Tagliente ironia e presenza scenica completano in maniera esaustiva un live energico, ulteriormente arricchito dall’allestimento luci curato da Francesco Trambaioli, che ha già lavorato, tra gli altri, con Ludovico Einaudi e Vinicio Capossela. Il concerto si chiude sulle note di “Secondo me” e la scelta non è casuale. Dario Brunori ha scritto e cantato tante belle storie ma adesso si trova in una fase artistica in cui canta quello che sente e che quello pensa, questo mood così riflessivo si percepisce e rende in maniera assolutamente fedele e non filtrata l’idea di un artista pronto a mettersi in gioco senza riserve. Il risultato è pura empatia; avanti così.

 Raffaella Sbrescia

Leggi l’intervista a Brunori Sas: http://www.ritrattidinote.it/interviste/brunori-sas-a-casa-tutto-bene-album.html

Setlist

La verità

L’uomo nero

Canzone contro la paura

Lamezia Milano

Colpo di Pistola

La vita liquida

Come stai

Le quattro volte

Fra milioni di stelle

Pornoromanzo

Lei, lui, Firenze

Arrivederci Tristezza

Una domenica notte

Il Costume da Torero

Sabato Bestiale

Don Abbondio

Rosa

Guardia ‘82

Kurt Cobain

Secondo me

Brunori Sas presenta “A casa tutto bene”: canzoni che ti acchiappano alla gola senza tanti complimenti

copertina-album-A-Casa-Tutto-Bene-Brunori-Sas

copertina-album-A-Casa-Tutto-Bene-Brunori-Sas

A casa tutto bene” (Picicca Dischi) è il nuovo album di Dario Brunori, in arte Brunori Sas. Dopo averlo lasciato sul palco del Teatro dal Verme in occasione dello spettacolo Brunori Srl, lo ritroviamo oggi con un disco che lascia da parte l’ironia per porci alcune fondamentali domande. Registrato nella casa padronale di una vecchia masseria del 1100 con il brillante contributo di Taketo Gohara, “A casa tutto bene” è un album musicalmente complesso e stratificato. Flussi e richiami della Calabria s’intersecano con i sintetizzatori e le tessiture sonore della metropoli meneghina. Il risultato di questi innesti è un sapiente equilibrio tra mondi vicini e lontani al contempo. Il disco si apre con “La verità”: “Te ne sei accorto sì che parti per scalare le montagne e poi ti fermi al primo ristorante e non ci pensi più” – canta Brunori – prendendosi la responsabilità di mettere nero su bianco che “il dolore serve proprio come serve la felicità” e che “La verità è che ti fa paura l’idea di scomparire, l’idea che tutto quello a cui ti aggrappi prima o poi dovrà finire”. Uno dei brani fondamentali del disco è “L’uomo nero” in cui viene messa in risalto la mentalità ottusa e  ipocrita che ci circonda. Dario si sporca le mani e si mette in mezzo: “In fondo tutto bene mi basta solo non fare figli e invece no”. Esorcizzante e spiazzante allo stesso tempo è “Canzone contro la paura”: “In mezzo a tutto questo dolore e a questo stupido rumore sarà una stupida canzone a ricordarti chi sei”. Abituato a percorrere la tratta interessata, in “Lamezia-Milano” Brunori canta la differenza tra la vita reale e la vita cellulare. Le domande senza risposta si susseguono a piè sospinto anche in “Colpo di pistola”: “forse quel che ho non è abbastanza, l’amore è un colpo di pistola, un pugno sulla schiena, uno schiaffo per cena”; l’autoanalisi di un assassino. Bauman ci ha lasciati da pochissimo ma alcuni dei suoi concetti vengono ripresi nel testo de “La vita liquida” tra sonorità western. L’intensità travolgente dell’apparato strumentale di “Diego e io”, l’unico pezzo con il pianoforte e gli archi, in cui Brunori ha coinvolto anche Antonio Dimartino, racchiude il picco sonoro  dell’album. Citazionista e di impatto immediato il testo di “Sabato bestiale”: “stasera sei cascato male con la tua barba da intellettuale, perché io sono un animale e non sarai certo tu a farmi la morale. Lo sai anche tu siamo figli delle stelle e della tv”. Brunori punta a metterci dritti con le spalle al muro in “Don Abbondio”: nel silenzio, nell’assenza, nei funerali della nostra coscienza, Don Abbondio sono io con lo sguardo che si poggia sempre altrove. Disilluso sì ma non fino in fondo, Brunori Sas aggiusta il tiro ne “Il costume da Torero”: “non sarò mai abbastanza cinico da smettere di credere che il mondo possa essere migliore di com’è ma non sarò neanche tanto stupido da credere che il mondo possa crescere se non parto da me”. La realtà è una merda ma non finisce qua”. In “Secondo me” Dario Brunori prova a rispondere ad altre canzoni che ci sono nel disco descrivendo una condizione di continua discussione interiore. Il disco si chiude con “La vita pensata”: “l’ho capito finalmente che del mondo non ci ho capito niente” e poi, ancora,”la vita è una catena che chiudi a chiave tu”.  L’esame di coscienza finisce così con poche certezze, tante domande e l’intelligenza di essere stato capace di farsele e farcele.

Video: La verità

Intervista

Qual è il punto di partenza del disco?

L’album è nato in un periodo particolare. Avevo appena concluso l’esperienza di Brunori Srl, lo spettacolo con cui avevo ironicamente giocato con la mia forma giuridica per parlare del tema della responsabilità. Una sorta di teatro-canzone in cui ho trattato temi che in genere non tocco nelle mie canzoni grazie alla presenza dei monologhi. Quello spettacolo ha rappresentato la spinta a scrivere altro, a dosare l’ironia, a ragionare sulla mia disillusione rispetto al mio concetto di umanità. Lo svolgimento della scaletta  del disco mette in risalto l’amarezza. Le canzoni seguono un percorso mentale, quando ho cominciato a scriverle sapevo bene cosa non volevo fare…

Affronti in modo diretto argomenti spigolosi

Il percorso è stato difficoltoso, spesso in forma di dialogo fra parti di me. Rispetto alle mie canzoni precedenti non c’è per forza un lieto fine, ho toccato molte volte un terreno scivoloso e pieno di insidie. Quello che mi ha dato coraggio è stata la voglia di affrontare le paure. Questo è un disco serio, ho parlato dell’amarezza che mi ha scosso mettendomi nel mezzo cercando di rappresentare quella stessa condizione che ci accomuna: siamo tutti d’accordo nel dire che bisogna fare qualcosa ma alla fine guardiamo sempre altrove.

“L’uomo nero” è la canzone più politica della tua carriera?

Questo per me è IL pezzo. In questo testo c’è un pensiero che ho fatto realmente pur trattando un argomento molto attuale. L’obiettivo era mettere in evidenza una naturale amarezza. La radice sta in “Povera patria” di Battiato, a questo bisogna aggiungere il sentimento di chi in genere tende a stare a casa a guardare le cose in modo mediato. In questa canzone cerco di dipingere l’attrito tra le mie idee e quello che sono realmente. Questo è il fulcro del brano e, più in generale del disco: una messa in discussione della propria comfort zone.

Da dove arriva “Lamezia – Milano”?

Questo è l’episodio più divertente del disco. Il brano nasce da uno spaesamento di uno come me afflitto da una pigrizia incredibile ma che non riesce ad appendere le pantofole al chiodo. Percorro molto spesso questa tratta, il brano mi forniva un legame con le altre canzoni. Il classico pezzo pop che renderò ballabile nei live, si tratta di un pezzo di respiro con l’attenzione ferma al mood del disco. Ecco, sono stato molto attento a non scivolar via e a non lasciare la pesantezza.

E cosa pensi di Milano?

Mi ci sono trovato molto bene negli ultimi tempi. Ho messo da parte molti pregiudizi. Il mio lavoro mi consente di vedere i lati più stimolanti di questa città. Sicuramente non ci vivrei sempre perché ho anche bisogno del mio paese dove ho la possibilità di dedicare molto tempo a me stesso

Raccontaci degli arrangiamenti del disco

La band con cui ho lavorato è la stessa fin da Volume 2. L’idea per questo album era rompere lo schema della sala prove. Ho lavorato singolarmente con ciascun musicista a casa mia in modo che ciascuno potesse dare il proprio contributo su un’idea di base preparata da me.  A questo va aggiunto il fondamentale contributo di Taketo Gohara che ha dato un’impronta al disco e che lo porta fuori dall’Italia. Io tendo ad essere molto italiano nelle cose che faccio,  Taketo invece è anche capace di vedere le canzoni in un modo che non suona italiano e che rimanda a dischi che in questi anni ho apprezzato di artisti non italiani; era giusto che facessi i conti con questo confronto con altre realtà, qui mi emancipo e trovo una mia cifra personale. Le canzoni vanno dritte mentre intorno ci sono suoni eterei, fatti di colori. Abbiamo preso ispirazione anche da cose molto lontane e le abbiamo portate dentro questo progetto.

Quanto c’è di te in veste di produttore in questo album?

Il principio è che se deleghi, devi delegare. Io delego ma sono sempre lì, mi piace mettermici dentro. Prima di essere cantautore, nasco produttore. Ero dall’altra parte della barricata e in più quando ho una cosa in testa devo portarla avanti fino in fondo. Anche i momenti di attrito hanno portato a questo risultato, penso debba esserci una dialettica necessaria tra le parti, non sono molto tecnico ma so quando una canzone mi emoziona e riesco a capire a livello sonoro cosa non mi sta nella direzione che voglio. In questo disco mi interessava fare emergere il fatto che sono un musicista e che lavoro con musicisti.

Dario Brunori

Dario Brunori

Anche la location della registrazione è particolare…

L’idea della masseria è stata funzionale alla creazione di un’atmosfera concentrata. Desideravo stare lì, vivere lì per 15 giorni in un posto isolato di campagna perché anche i momenti di noia potevano essere importanti per l’ispirazione, era importante che fossimo sempre lì per catturare il momento. Per questo motivo, per quanto riguarda l’aspetto produttivo di questo album non ho rimorsi e non ho rimpianti.

Nel brano “Diego e io” hai convolto Antonio Di Martino. Perché?

Questo brano si tira fuori dal disco segnando la fine del primo tempo e l’inizio del secondo.  Il testo nasce da una suggestione seguente alla visione di un documentario dedicato a Frida Kahlo e, dato che Antonio ha appena pubblicato un album e un libro insieme a Fabrizio Cammarata dedicato alle canzoni di Chavela Vargas, dopo aver trascorso un lungo periodo in Messico, ho pensato che potesse restituire in forma di canzone qualcosa di inerente al reale e non ad una visione mediata. A questo aggiungo che Antonio è uno dei migliori autori italiani per cui lavorarci mi ha reso felice.

Che rapporto hai con l’infanzia e in che modo questo tema emerge nel testo de “Il costume da torero”?

Il brano riassume in modo giocoso il senso del disco. In me la parte che tende alla disillusione convive con un’altra che emerge in maniera sempre molto viva. In effetti bisogna uccidere le proprie illusioni per poterne creare di nuove. Se non ci fossero illusioni e speranze non si scriverebbero canzoni. “La realtà è una merda ma non finisce qua”.

Cos’ hai in serbo per il tour?

L’impresa sarà riuscire a portare dal vivo un disco molto stratificato. Ci sono decine e decine di tracce. La cosa interessante sarà riproporre il mood del disco, voglio che questa energia rimanga, mi piacerebbe che il live non fosse troppo cerebrale però metterò molta attenzione alla connessione dei suoni con la scelta della strumentazione. Ai balletti ci sto ancora lavorando (ride ndr).

Come hai lavorato allo script del video de “La verità”?

Lì si è trattato di un gioco. Non volevo un playback, volevo che ci fosse una storia. Dopo aver superato il pregiudizio nei confronti delle serie tv, ho messo in evidenza i concetti di morte delle illusioni e di amarezza generata dalla sconfitta. Il lavoro fatto con Giacomo Triglia è veramente notevole. Mi pare quasi più bello il video che la canzone stessa, mal che vada posso fare lo sceneggiatore (ride ndr). Scherzi a parte, mi stimola l’idea di comunicare cose che a volte non riesco a comunicare per niente. Confrontarmi con diversi strumenti di comunicazione mi dà la possibilità di non precludermi niente.

Raffaella Sbrescia

A CASA TUTTO BENE TOUR 2017

24.02 - UDINE - Palacongressi
25.02 - BOLOGNA - Estragon
02.03 - MILANO - Alcatraz
03.03 - TREVISO - New Age
09.03 - TORINO - Teatro della Concordia
16.03 - CESENA - Teatro Verdi
17.03 - FIRENZE - Obihall
18.03 - NAPOLI - Casa della Musica
24.03 - GROTTAMMARE (AP) - Container
25.03 - PERUGIA - Afterlife
31.03 - BARI - Demodè
01.04 - ROMA - Atlantico
06.04 - PALERMO - Teatro santa Cecilia
08.04 - CATANIA - Ma
24.04 - GENOVA - Supernova Festival

Info e prevendite: www.brunorisas.it

Ascolta qui l’album:

Brunori Sas: “La verità” è il nuovo singolo che anticipa il quarto album “A casa tutto bene”

Brunori Sas - A casa tutto bene

Brunori Sas – A casa tutto bene

“La verità” è il nuovo singolo che anticipa il quarto album di Brunori Sas. Il videoclip, scritto da Dario Brunori per la regia di  Giacomo Triglia,  è ambientato nei giorni che precedono il Natale, i protagonisti sono due uomini che, per motivi diversi, si vestono da Babbo Natale. Il primo è un padre che da solo si prende cura del figlio malato e che lavora in un mercatino natalizio, il secondo è un ladro che utilizza il travestimento per rapinare una gioielleria. I loro destini si incroceranno in un finale a sorpresa.

Il 20 gennaio 2017 uscirà “A casa tutto bene” (Picicca Dischi), il nuovo progetto discografico con cui Brunori Sas torna sulle scene a distanza di tre anni dall’ultimo disco Vol. 3 – Il cammino di Santiago in taxi. Dal oggi il nuovo album è disponibile in pre-order su iTunes e a sorpresa verranno rese disponibili in esclusiva le due tracce “La verità” e “Secondo me”. 

Il 24 febbraio, dal Palamostre di Udine, partirà “A casa tutto bene tour” un viaggio che porterà Brunori nei principali club italiani con uno show rinnovato nel repertorio e nell’allestimento. Ad accompagnarlo la sua band storica, composta da Simona Marrazzo (cori, synth, percussioni), Dario Della Rossa (pianoforte, synth), Stefano Amato (basso, violoncello, mandolini), Mirko Onofrio (fiati, percussioni, cori, synth) e Massimo Palermo (batteria, percussioni).

In aggiunta alle prime date già annunciate, sono aperte le prevendite per i live di UdineTreviso, Cesena, Napoli, Grottammare (AP), Perugia, Bari, Palermo e Catania.

Per informazioni: www.brunorisas.it

 Video: La verità

CALENDARIO

24 Febbraio – Udine - PalaMostre

25 Febbraio - Bologna - Estragon

02 Marzo - Milano – Alcatraz

03 Marzo – Treviso – New Age

09 Marzo - Torino - Teatro Concordia

16 Marzo – Cesena – Teatro Verdi

17 Marzo - Firenze – Obihall

18 Marzo – Napoli – Casa della Musica

24 Marzo – Grottammare (AP) – Container

25 Marzo – Perugia – Afterlife

31 Marzo – Bari – Demodè

01 Aprile - Roma – Atlantico

06 Aprile – Palermo – Teatro Santa Cecilia

08 Aprile – Catania - MA

 

Brunori Sas annuncia un nuovo album e le prime date del tour

Brunori Sas

Brunori Sas

A distanza di tre anni dall’ultimo disco Vol. 3 – Il cammino di Santiago in taxi, Brunori Sas torna con “A casa tutto bene” il nuovo progetto discografico in uscita a gennaio 2017 per Picicca Dischi.

Il 25 febbraio, dall’Estragon di Bologna, partirà “A casa tutto bene tour” un viaggio che porterà Brunori nei principali club italiani con uno show rinnovato nel repertorio e nell’allestimento. Ad accompagnarlo la sua band storica, composta da Simona Marrazzo (cori, synth, percussioni), Dario Della Rossa (pianoforte, synth), Stefano Amato (basso, violoncello, mandolini), Mirko Onofrio (fiati, percussioni, cori, synth) e Massimo Palermo (batteria, percussioni). Da oggi aperte le prevendite per le date di Bologna, Milano, Torino, Firenze e Roma.

Per informazioni: www.brunorisas.it

CALENDARIO

25 Febbraio - Bologna - Estragon

02 Marzo - Milano - Alcatraz

09 Marzo - Torino - Teatro Concordia

17 Marzo - Firenze - Obihall

01 Aprile - Roma - Atlantico

Color Fest 2: Brunori Sas e Marta Sui Tubi infiammano la Calabria a suon di note

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Come potremmo commentare la prima delle due serate della seconda edizione del Color Fest? Sicuramente ci tornano più che utili che mai le parole che Dario Brunori, acclamatissimo protagonista della kermesse calabrese, ha usato questo pomeriggio sulla sua pagina Facebook: “Mi chiedono spesso cosa si possa fare concretamente per cambiare le cose qui in Calabria. Ecco, il Color Fest potrebbe essere un paradigma ideale. Grazie agli organizzatori, ai tecnici, allo staff e a tutte le ragazze e i ragazzi sorridenti, calorosi, curiosi e attenti che ieri sera hanno riempito il Parco Mitoio di Lamezia. E tirullalleru lalleru lallà!”.

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Curiosità, calore, attenzione, entusiasmo sono, dunque, le parole chiave in grado di sintetizzare lo spirito che ha animato il primo appuntamento del festival ambientato nell’Oasi naturale del Parco Mitoio di Lamezia Terme che, con il suo anfiteatro immerso in 250 ettari di macchia mediterranea e terme naturali, sta ospitando una line up totalmente italian-indie, mantenendo il proposito della fortunata debut edition (quasi 2000 spettatori).

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

A condividere il palcoscenico del Color Fest con Brunori Sas, sono stati gli amatissimi Marta Sui Tubi, reduci dalla pubblicazione del best of “Salva Gente”, lavoro discografico,che se da un lato ripercorre le tappe più rappresentative del percorso della band, dall’altro propone nuovi originali arrangiamenti passando dal tono swing de “Il giorno del mio compleanno” (feat. Bandakadabra) a quello acustico di “Vecchi difetti”, fino al taglio electro-raffinato dell’inedita title track(feat. Franco Battiato).

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Una serata all’insegna dell’ottima musica e del coinvolgimento globale attraverso salvifiche punte di ironia e veraci messaggi di incoraggiamento alla vita. Tra gli emergenti presenti nella line up proposta dal Color Fest ricordiamo Tomfool Project, [AllMyFriendzAre] Dead, Dj Ango Unchained che, insieme alle attività di live painting, istallazioni visive, fotografia, dipinti, artigianato completano un programma eterogeneo e interamente votato all’arricchimento culturale del pubblico.

Fotogallery a cura di: Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

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Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

 

Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

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Brunori Sas @Color Fest Ph Massimiliano Natale

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Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

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Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

 

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

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Marta Sui Tubi @Color Fest Ph Massimiliano Natale

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