Umbria Jazz 2016 chiude in bellezza con i live di Stefano Bollani e Chick Corea

Umbria Jazz 2016 - Stefano Bollani ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 – Stefano Bollani ph Roberta Gioberti

Il sipario è ormai calato da qualche giorno sull’ Umbria Jazz 2016 e anche questa edizione si è conclusa con una serata all’altezza delle altissime aspettative che vi si erano riposte. Prima Stefano Bollani e poi Chick Corea. Avevamo avuto già modo di conoscere ed apprezzare l’ultimo lavoro di Bollani “Napol Trip”, comprensivo di canzoni condite con spezie elette e cosmopolite aggiunte dall’eccellente Maestro e polistrumentista Daniele Sepe, Nico Gori e i suoi clarinetti magic ed il versatile Jim Black .

Umbria Jazz 2016 - Stefano Bollani ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 – Stefano Bollani ph Roberta Gioberti

Leggi l’ntervista e la recensione: http://www.ritrattidinote.it/interviste/stefano-bollani-napoli-trip-album.html

Umbria Jazz 2016 - Chick Corea ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 – Chick Corea ph Roberta Gioberti

L’ultimo concerto in programma è quello di Chick Corea, cui UJ ha voluto fare il regalo per i settantacinque anni compiuti lo scorso 12 giugno. Accompagnato dal contrabbasso di Christian McBride, Kenny Garrett, nel novero dei migliori sassofonisti e flautisti dal 1978,  il trombettista Wallace Rooney e Marcus Gilmore, membro del trio di Vijay Ijer, il grande Chick Corea ha semplicemente posto la ciliegina su una torta praticamente perfetta.

Le foto sono a cura di: Roberta Gioberti (inviata a Perugia)

Umbria Jazz 2016 - Stefano Bollani ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 – Stefano Bollani ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 - ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 – ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 - ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 – ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 - ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 – ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 - Chick Corea ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 – Chick Corea ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 - ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 – ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 - Daniele Sepe ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 – Daniele Sepe ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 - ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 – ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 - ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2016 – ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

 

 

 

 

Stefano Bollani “scugnizzo” folk jazz in “Napoli Trip”. Intervista e recensione

stefano-bollani

«Napoli è una città che emana un’energia sotterranea incredibile. Ho cominciato ad amarla con i dischi di Carosone, un artista che sapeva fare tutto restando una persona seria». Questo lo spirito con cui Stefano Bollani, eccellente pianista italiano, presenta “Napoli Trip”, il suo ultimo lavoro discografico (Universal Music), in uscita in tutto il mondo il 17 giugno, dopo la pubblicazione europea. Ispirata alle maschere, ai vicoli, alle sette di Partenope, la sfida di Bollani prende le mosse da un’attrazione fatale: «A Napoli c’è un’energia che arriva da sotto, un flusso che i napoletani stessi faticano a gestire vivendo di estremi, tra grandi difficoltà e grandi gioie. Una spinta quasi esoterica che differenzia Napoli da qualsiasi altra città», spiega Bollani, che aggiunge: «Quando ho scoperto Carosone, sono rimasto folgorato, mi ha traghettato verso il jazz, non volevo dedicargli un intero disco, ho quindi allargato il discorso. In questo album non c’è la mia visione di Napoli, ci sono diversi punti di vista. Insieme a Daniele Sepe, un napoletano decisamente atipico con l’anima e l’orecchio rivolti sempre altrove, abbiamo eseguito delle composizioni originali ispirate a Napoli. Daniele mi ha riempito di dischi partenopei, che mi hanno fatto confrontare con personaggi straordinari; su tutti cito Ria Rosa, “la nonna del femminismo” che cantava in maniera forte e volgare canzoni attualissime. I brani sono strati scelti insieme a Sepe, quelli in piano solo sono melodie che mi piacciono, ho risolto l’imbarazzo della scelta affidandomi come al solito al cuore».

Stefano Bollani

Stefano Bollani

 Partendo da “’Nu quarto ‘e luna”, Bollani snoda le sue vie strumentali lungo i sentieri di un folk jazz in continua evoluzione. La chiave di lettura del disco è insita nel fondamentale contributo del polistrumentista etno jazz Daniele Sepe, del clarinettista Nico Gori e del batterista francese Manu Katchè, che Bollani porterà con sé anche in tour a luglio e agosto, con l’aggiunta di diverse novità.  La commistione tra folclore e avanguardia si riveste di reminiscenze e pulsazioni nuove: si va da “Putesse essere allero” di Pino Daniele a “’O sole mio”, passando per “Caravan Petrol” al piano e “’O guappo ‘nnamurato” di Raffaele Viviani per flauti e legni. La chicca del disco è “Reginella” di Libero Bovio, registrata a Rio con bandolim di Hamilton de Hollanda: «Ero a Rio a registrare il di disco De Hollanda con Chico Buarque – racconta Bollani – Una sera Chico se n’è andato perché voleva vedere una partita così  lo studio  rimasto a disposizione, già pagato, e ho colto l’occasione per chiedere ad Hamilton di registrare questa versione molto particolare di un brano sempre affascinante».

Stefano Bollani

Stefano Bollani

Tra le curiosità segnaliamo Bollani cantante in “Guapparia 2000”, dell’amico Lorenzo Hengheller, ed il contributo del producer norvegese Jan Bang in “Sette”. La forza di Bollani sta, dunque, nel giocare con la musica all’insegna della più totale libertà, proprio come uno “scugnizzo”: geometrie, spazi, influenze e richiami si fondono in un’unica pozione in grado di ammaliare e divertire l’ascoltare senza alcuna forzatura.

Raffaella Sbrescia

Gli alieni di Stefano Bollani arrivano e… ammaliano il Teatro Augusteo di Napoli

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani incanta Napoli con uno straordinario concerto al Teatro Augusteo per l’unica tappa napoletana del “Piano solo – Arrivano gli alieni”, il tour del terzo disco solista dell’artista, prodotto per Decca/Universal, in cui Bollani si cimenta per la prima volta nelle vesti di autore di testi e musiche. Maestro indiscusso in termini di eclettismo e sperimentazione, Stefano Bollani sale sul palco per offrire a se stesso e a gli altri ogni volta qualcosa di nuovo, cercando stimoli ovunque, nella musica del passato e del presente, esplorando e improvvisando con il suo pianoforte. Tra testi irriverenti e virtuosismi musicali, il concerto, sold out da diverso tempo, ha lasciato un solco anche nei cuori degli spettatori più esperti e più disincantati. La personalissima capacità interpretativa di Bollani fa delle sue performances veri e propri spettacoli a tutto tondo, un momento di piacevole raccoglimento per i sensi e per l’intelletto.

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

Stefano Bollani @ Teatro Augusteo -Napoli ph Luigi Maffettone

 

“Arrivano gli alieni”, Stefano Bollani non smette di stupire e diventa cantautore. L’intervista

stefano-bollani-arrivano-gli-alieni

“Volevo fare il cantante. Ho iniziato a suonare il piano a sei anni per poter un giorno accompagnare la mia voce. Oggi invece è la mia voce ad accompagnare il pianoforte”. Con queste parole Stefano Bollani introduce “Arrivano gli alieni”, il terzo disco in solo dopo “Smat smat” (2003) e “Piano solo (2007), in uscita venerdì 11 settembre, per Universal Music. Realizzato in completa autonomia al pianoforte e al fender Rhodes e composto da 15 brani molto variegati, questo album racchiude quella che è l’essenza di Stefano Bollani oggi: libero, coraggioso, disinvolto, ironico e genuino.  Spaziando dagli evergreen “Quando quando quando”, Jurame”, “Aquarela Do Brasil” agli inediti assoluti “Microchip”, “Un viaggio” e la titletrack “Arrivano gli Alieni”, Bollani mette subito le cose in chiaro: non ci sono preconcetti. Ed è così che l’artista si cimenta per la prima volta come cantante, autore di testi e musiche. “Gli alieni quando passano di qua mica prendon le abitudini di quaggiù, mica fanno scambio case house exchange, mica utilizzano car sharing o internet. Solitamente ci oltrepassano, non li guardi e non ti guardano e stanno a controllare se il pianeta è in asse con il blu, è in tono con il verde, è pieno di caucciù, e se la sua energia è annoverabile tra i più”, canta Bollani, concentrando l’attenzione su temi importanti, senza mai abbandonare una sottile leggerezza di sottofondo.

Ecco quello che l’artista ci ha raccontato durante la presentazione dell’album.

Come hai selezionato le canzoni che hai inserito nell’album e da quanto tempo le avevi in testa?

In realtà da poco tempo, in un primo momento ho  pensato a chi avrebbe potuto cantarle ma nessuno mi sembrava adatto; alla fine ho deciso di cantarle io stesso. Gli inediti sono nati di getto, ne avevo solo tre ma non volevo aspettare che ne arrivassero altri otto per fare un album intero. Quando ho un’idea mi piace lanciarla subito e così è successo.

Come motiveresti i richiami a Carosone in “Microchip” e a Bruno Martino in “Arrivano gli Alieni”?

Sinceramente è un caso ma il parallelo ci sta tutto. Sono due autori che fanno parte del mio background.

Quali sono i tuoi autori preferiti?
I Beatles, anche se musicalmente siamo lontanissimi, e molti brasiliani, su tutti cito Jobim e Chico Buarque. Tra gli italiani potrei usare molti nomi scontati come Jannacci, Gaber, De André ma sento vicine anche alcune canzoni di Capossela e Silvestri. Ecco, io mi innamoro delle singole canzoni non delle intere discografie. A questo aggiungo di non essere preparato sugli autori più recenti, quelli che non hanno cognome.

Chi sono gli alieni di cui parli?
L’alieno può essere usato come metafora, è quello che ci può salvare provenendo dall’esterno, qualcuno che è estraneo da noi e che guardando la nostra situazione ci viene a salvare. Mi immagino alieni che passano sulla terra di tanto in tanto per controllare cosa stiamo facendo e se abbiamo imparato a rispettare la natura, cosa che purtroppo non accade tanto spesso.

In una tua vecchia intervista hai detto che da bambino volevi diventare come Celentano
Era il mio sogno quando avevo sette anni. Lo imitavo allo specchio, sapevo a memoria tutte le sue canzoni, lo ammiravo perché era in grado di fare qualsiasi cosa, cantare, scrivere, stare sul palco, recitare, fare teatro e programmi tv. In effetti è quello che ho cercato di fare nella vita.

Quanto è stato difficile scrivere ?

All’origine del progetto c’è il desiderio di raccontare qualcosa di personale per cui, o scrivevo un libro o cantavo le mie canzoni, ho optato per la seconda opzione. Mi ha stupito la facilità con la quale scrivevo: ammetto che avevo solo me stesso a giudicare e io sono molto indulgente. In tutto.

Quanto ti rispecchi in questo album?

Di solito mi rispecchio sempre nell’ultima cosa che ho fatto. Sono grato alla Universal per aver stampato subito il disco, ci sono ancora parecchio dentro.

Hai mai avuto problemi con i cosiddetti “puristi”?

Il contrario di puro è sporco e, dato questo presupposto, rifuggo fortemente da questa contrapposizione. Quello che mi obbliga a stare dentro una struttura mi mette in difficoltà.

Come mai l’utilizzo del Fender?
L’ho riscoperto negli ultimi anni, soprattutto quando ero in tour con Irene Grandi. Mi sono divertito a suonarlo perché permette di creare sfumature diverse , è uno strumento vivo sotto le dita, mi mette a disposizione una notevole tavolozza di colori.

Nella canzone gli alieni danno un comandamento, quale?

Non lo dico, ognuno deve elaborarsi il proprio.

Come è nato il brano Microchip?
Negli Stati Uniti è possibile acquistare online dei microchip e darli ai propri figli così che possano sempre esser controllati. Questa cosa l’ho trovata  a dir poco raggelante e lo dico dal punto di vista di un genitore. È pericoloso far passare che possa essere utile l’idea di un mondo di persone controllate, penso che siano molto meglio le differenze e che il mondo in realtà sia solo pieno di paura.

A cosa ti sei ispirato per un’interpretazione del napoletano così simile all’originale?

Mi sono ricordato di una scena che ho visto di recente ad Ischia, c’era una signora che si comportava in modo da tenere tutta la famiglia sotto controllo senza muovere un muscolo. Tirerei in ballo la cosiddetta “socialità ricorsiva”, un modus operandi molto diffuso in certi contesti e che si sposa perfettamente con il mood di “Microchip”.

Quanto hai modificato le cover che sono nell’album?
Tantissimo. Sono partito dal ricordo che avevo di quelle canzoni, dalla loro ossatura e ho trasfigurato il tutto

Parteciperesti al Festival di Sanremo?

Rifuggo l’idea di gara, potrei andarci però come ospite super pagato (ride, ndr)

Quali saranno i tuoi prossimi passi?

Non c’è nessun progetto di classica all’orizzonte, anche se mi piacerebbe tirare l’orchestra dalla mia parte. Ho un tour in arrivo e la trasmissione su Raitre, anche se per il momento è tutto un work in progress.  Suonerò live per il MiTo il 15 settembre all’Auditorium “Giovanni Agnelli” di Torino, in particolare eseguirò la “Rapsodia in Blu” di Gershwin con l’Orchestra Haydn di Bolzano mentre il 16 settembre sarò agli Arcimboldi di Milano per presentare per la prima volta in assoluto “Arrivano gli alieni”.

Cosa pensi dell’evento “Il jazz italiano per l’’Aquila”?

Non c’ero ma non so se sarei andato; tra l’altro ero anche impegnato per un altro concerto. So che c’era tantissima gente e che è stato un grande evento però non ho ben capito quale fosse il senso ultimo. In pratica il governo ha organizzato una cosa per ricordare che il governo doveva fare qualcosa che non ha fatto.

Che rapporto hai con la sua etichetta discografica?

Non abbiamo nessun contratto di esclusiva, di volta in volta rinnoviamo la nostra sintonia. Cambiano gli interlocutori in base ai progetti.

Tornerai anche a recitare?

A marzo sarò nel cast de “La Regina Dada” e gireremo i teatri. Siamo in fase di riscrittura. In passato avevo partecipato al drammatico provino del film “ E la chiamano estate”, fui chiamato dallo stesso regista e per questo convinto che alla fine sarei stato preso; alla fine il provino mi ha provato a tal punto che, quando mi hanno scartato, ho tirato un sospiro di sollievo.

 Raffaella Sbrescia

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Tracklist

Alleanza

Quando quando quando

Sei là

Aquarela Do Brasil

The preacher

Matilda

Gato

Microchip

Mount harissa

Aural

Vino Vino

Un viaggio

Jurame

Arrivano gli alieni

You don’t know what love is

Umbria Jazz ’15: la street parade live dei Funk Off con Paolo Fresu ed il Frank Zappa di Stefano Bollani

Paolo Fresu @ Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Paolo Fresu @ Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Musica nel centro storico da mezzogiorno a tarda notte, a pagamento e gratuita, al chiuso e all’aperto, Umbria Jazz 15 entra nel vivo e l’atmosfera, già calda fin dalle prime battute, è, se possibile, ancora più pregna di magnetismo ed autentica emozione.  Storia e contemporaneità mescolano il fascino antico e l’eleganza moderna attraverso le note e le opere di artisti tanto diversi tra loro quanto simili per l’accomunarsi di note e pensieri su pentagramma. Le strade di Perugia sono un continuo brulicare di volti, voci, strumenti ed è semplicemente magia. Angoli, scorci, vie, negozi, teatri, Chiese, l’Arena Santa Giuliana, Teatro Morlacchi, Piazza IV Novembre, Bottega del Vino, Giardini Carducci, Arena Santa Giuliana Restaurant Stage risplendono di rinnovata bellezza e, a noi, non rimane che goderne osservando ogni minimo dettaglio e ascoltando a cuore aperto.

Di seguito la photogallery a cura di : Roberta Gioberti (inviata a Perugia)

Gli scatti sono relativi ai live di Paolo Fresu & Funk Off e di Stefano Bollani in “Sheik Yer Zappa”

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

 

Stefano Bollani @ Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Stefano Bollani @ Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

 

Stefano Bollani @ Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Stefano Bollani @ Umbria Jazz 15 ph Roberta Gioberti

Tutte le informazioni per reperire regolarmente i biglietti di UMBRIA JAZZ 15 sono consultabili sul sito ufficiale www.umbriajazz.com.

Sheik Yer Zappa: Bollani “shakera” Zappa a Santa Maria Capua Vetere

Bollani Manifesto

Il più eclettico dei jazzisti italiani rende omaggio a un’icona del ‘900, in un luogo mitico. Stefano Bollani presenta il suo nuovo progetto “Sheik Yer Zappa”, con un concerto speciale dedicato al grande Frank Zappa, in una location d’eccezione: l’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Venerdì 17 luglio alle ore 21, il pianista milanese rivisiterà e reinterpreterà alcuni brani del geniale artista di Baltimora, scomparso il 4 dicembre 1993. Oltre al concerto – organizzato da Men at Work in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Campania, Arte’m e AmicoBio - con il biglietto d’ingresso (22 euro più diritti di prevendita) sarà possibile visitare anche l’Anfiteatro Campano (o Capuano), edificato tra la fine del I secolo e l’inizio del II secolo d.C. e secondo per grandezza solo al Colosseo di Roma.

Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere

Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere

“Sheik Yer Zappa” è il titolo del  trentesimo album in carriera di Stefano Bollani, pubblicato lo scorso ottobre  per Decca Black/Universal Music Italia. Il titolo è un divertente riferimento a “Sheik Yerbouti”, il disco più venduto di Zappa, uscito nel marzo del 1979 e vincitore di un Grammy Awards. Bollani prende le composizioni zappiane come spunto per improvvisare, per andare in un’altra direzione: in questo modo Zappa è “shakerato” per ottenere cose differenti, restando però fedeli a quello spirito con cui lui prendeva tutte le musiche del mondo, le mescolava e creava commistioni uniche.

Il disco è frutto di una serie di concerti tenuti nel 2011: sono tutti brani di Frank Zappa, tranne “Male Male” scritto da Bollani e “Bene Bene” che il pianista firma insieme al vibrafonista Jason Adasiewicz.

In Scaletta personali rivisitazioni di “Cosmik Debris”, “Bobby Brown Goes Down”,  “Eat that Question” e “Peaches en Regalia”. Ad accompagnare on stage Bollani (piano e voce) la sua nuova formazione che comprende oltre a Jason Adasiewicz (vibrafono), Paul Santner al contrabbasso e Jim Black alla batteria.

Luglio suona bene: Stefano Bollani e Hamilton de Holanda in concerto a Roma

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Continuano gli appuntamenti di “Luglio Suona Bene”, la rassegna di concerti organizzata dalla Fondazione Musica per Roma e ospitata dall’Auditorium Parco della Musica di Roma. Lo scorso 16 luglio si è esibito in concerto il noto e apprezzatissimo Stefano Bollani, pianista di impareggiabile talento, accompagnato da Hamilton de Holanda, brillante e carismatico mandolinista brasiliano, con cui Bollani ha realizzato l’album intitolato “O que será”, registrato dai due artisti live al Middelheim Festival nel 2012,  per la prestigiosa etichetta tedesca ECM.

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Brani tratti dal repertorio della musica sudamericana insieme alle composizioni inedite dei due musicisti riempiono i tasselli di uno spettacolo appassionante, che non ammette distrazioni. Un concerto, quello proposto dai due artisti colti e creativi, in grado di stupire il pubblico sia attraverso la proposta di brani noti di grandi maestri della musica mondiale come Jobim, Piazzolla, Chico Buarque, Baden Powell, Ernesto Nazareth, rivisitati in modo originale, sia attraverso inedite composizioni strumentali che coniugano l’istrionismo del jazz ed il calore del bamdolim, mandolino a 10 corde.

Stefano Bollani  Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani Ph Massimiliano Natale

Come è ormai noto, nel corso delle sue performance Bollani ama dialogare e improvvisare col pubblico e, se a questo aggiungiamo la sua straordinaria tecnica, che gli è valsa il soprannome di “piccola orchestra Bollani”, l’idea di unire queste sue particolari qualità con i ritmi latino americani di Hamilton de Holanda, soprannominato il “Jimi Hendrix del bandolim”, senza mai dimenticare il proverbiale citazionismo e i momenti lasciati all’improvvisazione,  risulta sicuramente vincente .

Fotogallery a cura di: Massimiliano Natale

Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani  Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale

Stefano Bollani e Hamilton de Holanda Ph Massimiliano Natale