“Detachment”, l’opera prima degli Urban Strangers. Intervista

Urban Strangers

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Gli Urban Strangers, ovvero Gennaro Raia e Alessio Iodice, approdano al mercato discografico con “Detachment” (Sony Music Italy), un album caratterizzato da sonorità innovative, un sound internazionale e un concept decisamente in linea con i tempi che viviamo. Finalisti a X Factor 2015, con un singolo d’esordio platino e il primo album certificato disco d’oro, gli Urban Strangers modellano e definiscono la loro cifra stilistica con un progetto pensato per riunire tutte le influenze acquisite nel tempo. A coadiuvarli in maniera precisa e brillante è il produttore artistico Raffaele Rufus Ferrante che ha saputo rendere tangibili tutte le idee  e le suggestioni che i due giovani musicisti hanno maturato attraverso le loro recenti esperienze artistiche.

Intervista

Ciao ragazzi, per prima cosa parliamo dei suoni di questo progetto. A cosa o a chi vi siete ispirati e come siete giunti a questo risultato?

Abbiamo raggiunto questo risultato grazie al nostro produttore artistico Raffaele – Rufus – Ferrante che ha permesso si creasse un differente sound e grazie anche alla libertà creativa che ci è stata lasciata da Sony Music e da Casa Lavica, abbiamo potuto mostrare a pieno le nostre idee musicali e la nostra tendenza a sperimentare. Rufus è riuscito a trasformare in realtà tutto quello che pensavamo e quello che provavamo. Questa alchimia artistica è anche il frutto di un forte legame personale tra noi, sarà forse anche per questo che siamo riusciti a buttare fuori tutto quello che avevamo in testa.

Qual è il filo conduttore del disco?

Il tema fondamentale dell’album è il ‘distacco’, un distacco fisico e psicologico, sensazione costante in quest’ultimo anno. Dopo essere usciti da X Factor eravamo circondati dal caos, eravamo di fronte a esperienze difficili da affrontare e a responsabilità da gestire. La paura nel conoscere, affrontare e capire questo tipo di realtà ci ha portato a chiuderci un po’, a pensare a chi eravamo e a cosa stavamo facendo. Abbiamo distribuito i nostri punti di vista in ogni pezzo raccontando le stesse paure con punti di vista diversi.

Cosa ci raccontate di “Medical”, il brano più forte del progetto?

Questo è il pezzo più vicino alla musica techno. Di recente abbiamo iniziato a frequentare i club e abbiamo visto le dinamiche che ci sono all’interno di questi contesti in cui ci si riesce a distaccare dalla gente pur essendone circondati.

Urban Strangers

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 “Leaf” invece trae spunto dalla vicenda vissuta da una persona a voi vicina…

Questo pezzo è una metafora. La storia prende ispirazione dal vissuto di una persona che non riesce a pensare all’indomani e che preferisce cercare sostegno nei psicofarmaci anziché negli altri. Sentirsi soli può portare ad un tipo di distacco estremo. Per fortuna noi ci aiutiamo tra noi

Suggestivi gli echi morriconiani di “Bare Black Tree”

Grazie a Rufus ci siamo avvicinati molto anche a Morricone. Nonostante le sonorità elettroniche il disco è tutto suonato, l’approccio è assolutamente classico e nel pieno rispetto della tradizione musicale italiana.

E la curiosa miscela di “No Eletronic”?

Questo è il pezzo più spontaneo dell’album, era partito in un modo poi è diventato altro;  si tratta di un vero e proprio featuring con Rufus in cui si evince in modo nitido la nostra identità artistica.

Che rapporto avete con la dimensione musicale underground campana?

Casa Lavica è uno studio in cui passano spesso personaggi dell’underground, è bello vedere che tante realtà riescono ad apprezzarci senza filtro e pregiudizi. Chi lavora a Casa Lavica ci conosce da molto tempo prima di X Factor; siamo i più pop della situazione ma abbiamo sempre avuto massima libertà e rispetto da parte di tutti.

Come ha reagito il pubblico a questo nuovo progetto?

Non aspettavamo altro che un parere da parte del nostro seguito, constatare un riscontro positivo ci ha reso molto felici.

Che idee avete maturato per il tour?

Ci stiamo lavorando molto, ci teniamo a suonare il più possibile, vogliamo farlo nel modo migliore e cercheremo di sorprendervi esattamente come stiamo cercando di fare con questo album! Abbiamo 21 anni, stiamo crescendo, non ci spaventano le sfide ed il misurarci con grandi artisti. Tra i nostri progetti c’è ovviamente anche quello di suonare all’estero.

 Raffaella Sbrescia

Video “Bones”

Tracklist:

1. No electric

2. Stronger

3. Bones

4. My Fault

5. 5

6. Warrior

7. Leaf

8. Bare Black Tree

9. So

10. Rising

11. Medical

12. Intro

Ascolta qui: