Immanuel Casto: l’inarrestabile successo del principe del Porn Groove

Immanuel Casto (immagine tratta dalla pagina Facebook dell'artista)

Immanuel Casto (immagine tratta dalla pagina Facebook dell’artista)

Immanuel Casto, al secolo Manuel Cuni, è il principe del Porn Groove italiano. Originario di Bergamo, il Casto Divo vanta una discografia incentrata su testi dall’esplicito contenuto sessuale. Quello che è interessante sottolineare è l’assoluta eleganza della forma espressiva scelta dall’artista che, tra l’altro, risulta essere molto legato all’uso dell’elettronica, dei synth e dei campionamenti, con sonorità anni ’80. “Voyeur”, Vento di erezioni”, “Deflorato”, “Feel the Pron Groove”, “Adult Music”, “Freak & Chic” sono i titoli che popolano la sua discografia e che non lasciano dubbi all’immaginazione. Immanuel Casto supera i confini del trash per immergersi con assoluta genialità creativa in un territorio semantico fitto di riferimenti espliciti, certo, ma anche caratterizzato da un interessante doppio fondo di rilevante interesse socio-culturale.

Immanuel Casto (immagine tratta dalla pagina Facebook dell'artista)

Immanuel Casto (immagine tratta dalla pagina Facebook dell’artista)

A metà strada tra il sacrilego ed il profano, Immanuel Casto abbraccia il ruolo di profeta in patria, impersonificando il ruolo di ammazza-tabù.  Le massicce dosi di sa­ti­ra presenti nelle raffinate li­ri­che da lui proposte diventano facilmente espressione di una so­cie­tà non sol­tan­to de­pra­vata e priva di spes­so­re mo­ra­le ma anche falsamente bi­got­ta e vacua. Inutile cercare di arginare il successo di Immanuel Casto, in molti hanno cercato di catalogare fret­to­lo­sa­men­te le sue canzoni come stu­pi­dag­gi­ni di carattere demenziale, i progetti musicali di Casto rappresentano, invece, qualcosa di assolutamente originale. Me­lo­die tanto sem­pli­ci, quan­to ef­fi­ca­ci e di rado ba­na­li, si accompagnano ai testi:  “Che Bella La Cap­pel­la”, “Anal Beat” o “50 Bocca/ 100 Amore“ “Escort 25”, “Crash”,  “Bro­ken Girl”, sono solo alcuni dei brani presenti nel vasto repertorio di Casto, utili per capire il passaggio dalla verve ses­sual­men­te espli­ci­ta e dis­sa­cran­te degli esor­di alla poe­ti­ca più al­lu­si­va ed am­mic­can­te degli ultimi tempi.

Immanuel Casto (immagine tratta dalla pagina Facebook dell'artista)

Immanuel Casto (immagine tratta dalla pagina Facebook dell’artista)

Inventore di “Squil­lo”, il vendutissimo gioco di carte da ta­vo­lo, edito da Raven, in­cen­tra­to sullo sfrut­ta­men­to della pro­sti­tu­zio­ne, Immanuel Casto ha effettuato anche un’ espansione intitolata “Bordello d’Oriente”, in cui le Squillo di nazionalità cinese, indiana, vietnamita, mongola,giapponese e thailandese sono manovrate da ogni pappone/giocatore all’interno di un raffinato panorama geopolitico delle terre orientali. Non solo prostitute professioniste e prostitute minorenni, l’artista ha avuto modo di pensare a “Marchettari Sprovveduti”, un’ulteriore espansione del gioco di carte che introdurrà anche il tema della prostituzione maschile e nuove meccaniche per il gioco, che sarà presentato il prossimo autunno al Lucca Comics&Games.

Immanuel Casto (immagine tratta dalla pagina Facebook dell'artista)

Immanuel Casto (immagine tratta dalla pagina Facebook dell’artista)

Acuto uti­liz­za­to­re del web, quale mezzo per espan­de­re po­po­la­ri­tà e co­no­scen­ze con­di­vi­se, Immanuel è emblema della nuova cultura musicale web indipendent, senza trascurare il fatto che i suoi live show sono spesso sold out. Originale, dissacrante, irriverente, sorprendente, Immanuel Casto sarà presto in tour. Ad ottobre 2014 partirà, infatti, il “Sognando Cracovia Tour”, la tournée live, prodotta e organizzata da Freak&Chic e Barley Arts, farà tappa in tutta la penisola e vedrà la cantautrice Romina Falconi, protagonista del palco insieme ad Immanuel Casto. I due artisti saranno accompagnati da una band e dal corpo di ballo delle The Beat Girls e presenteranno sia i propri brani che nuove canzoni a sorpresa per uno show frizzante e coreografico. Queste le prime date confermate: il 4 ottobre al club Off di Modena, l’11 ottobre all’Exenzia Rock Club diPrato, il 29 ottobre all’Alcatraz di Milano, il 30 ottobre al Teatro del Giglio a Lucca, l’8 novembre all’Estragon diBologna, il 14 novembre al club Tipografia di Pescara, il 28 novembre al BlackOut di Roma.

Raffaella Sbrescia

Video: “Sognando Cracovia”

“Ventre della città”, il nuovo singolo di Mario Venuti. La recensione

Mario Venuti Ph Amleto Di Leo

Mario Venuti Ph Amleto Di Leo

Scritto e musicato da Mario Venuti, Francesco Bianconi e Kaballà,“Ventre della città” è il nuovo atteso singolo di  Mario Venuti che anticipa l’uscita de “Il tramonto dell’Occidente”, nuovo album di inediti del cantautore siciliano, la cui uscita è prevista per il 23 settembre (Microclima-Musica & Suoni/Believe Digital).  “Ventre della Città” è un brano delicatamente intenso, in grado di concentrare l’occhio e lo spirito all’interno delle viscere della più intima realtà delle zone degradate e periferiche dei grandi centri urbani. Le “Storie di Corviale, di Quarto Oggiaro, di Scampia, di Librino e Zen sono conficcate come pugnali nel ventre della città…” e, in quanto tali, fanno male, tanto male. Un dolore quotidiano, ineludibile, insopportabile che rende insofferenti, insonni, cattivi e cinici. Un dolore che, in maniera assolutamente transitiva, è in grado di passare dalle esistenze individuali a interi quartieri delle grandi metropoli che, a causa della noncuranza di chi di dovere, trova sempre nuovi spazi in cui diffondersi, diventando endemico. A rendere visivamente l’idea del disagio sociale è il videoclip diretto da Lorenzo Vignolo e girato proprio a Librino, un quartiere periferico a sud ovest della città di Catania, in cui ciascuno dei frame proposti al pubblico diventa proporzionalmente necessario alla diretta comprensione di un testo dedicato alle vite dei quartieri venuti male, quelli in cui nessuno vuole andare, quelli che fanno paura, che fanno orrore, quelli che si vorrebbero dimenticare e che, invece, continuano ad attirare attenzione su di sé in maniera disperata, tragicamente drammatica.

l-pack2b

Mario Venuti si conferma, dunque, un cantautore in grado di scavare a fondo nell’animo umano, senza, tuttavia, rinunciare ad una linea melodica solare, quasi in contrapposizione con l’aspetto più propriamente semantico del testo. In questo caso l’arrangiamento è vivo e ritmato, un ampio utilizzo dell’elettronica ed una serie di riff di chitarra regalano al brano un’allure godibile e molto orecchiabile. “Ci incontreremo le sere d’estate/Sul mare d’asfalto di queste borgate/Non sarà male fermarsi a guardare le nostre ferite, le stelle inventate”, canta Mario, rendendo visivamente le immagini di un mare di sogni infranti lungo muri di cemento e, mentre le stelle vengono coperte dagli ecomostri delle periferie suburbane, non rimane che immaginarle durante le notti insonni in cui si sogna di scappare via lontano. Nonostante un così grigio affresco del nostro mondo periferico, Venuti, Bianconi e Kaballà trovano anche lo spazio per la poesia perché, allorquando non è possibile trovarla nei libri, allora è giusto forzare la mano e carpirla nei più reconditi meandri dell’istinto umano, tra vizi e virtù, mantenendosi in ogni caso lontano dalla corruzione del pensiero borghese senza rinunciare, infine, ad un omaggio a Gianni Celeste, esponente di un genere, quello neomelodico, sempre più forma di espressione dei mali e dei pensieri dei cosiddetti ultimi.

Raffaella Sbrescia

Acquista “Ventre della città” su iTunes

Video: “Ventre della città”

Gino Rivieccio, “Stiamo freschi” in scena al Maschio Angioino

Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

Sul palco del Maschio Angioino di Napoli, il  28 ed il 29 agosto, lo spettacolo teatrale del cabarettista e attore italiano Gino Rivieccio, intitolato “Stiamo Freschi”. Lo show, inserito nella rassegna “Ridere”, nell’ambito della 25 ma edizione del Festival del teatro comico e del cabaret, intende mettere in evidenza le qualità artistiche di Rivieccio che, accompagnato dal violino di Lella Viscardi e dal pianoforte di Mario Messina, ha divertito ed intrattenuto il pubblico con i suoi più noti cavalli di battaglia, insieme a numerosi omaggi agli storici esponenti della tradizione canora italiana, su tutti Domenico Modugno, per una piacevole serata da vivere all’insegna del divertimento garbato ed elegante.

Fotogallery a cura di: Fiorella Passante

Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

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Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

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Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

Gino Rivieccio @ Ridere Ph Fiorella Passante

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Classifica FIMI: Coldplay, Antonacci e Dear Jack sul podio

coldplay

I Coldplay rimangono stabili al comando della classifica FIMI/GFK degli album più venduti della settimana in Italia con “Ghost Stories”, alle loro spalle risale in seconda posizione Biagio Antonacci con “L’amore comporta”. Chiudono il podio i Dear Jack con “Domani è un altro film”,seguiti da Francesco Renga con “Tempo Reale” e da Alessandra Amoroso con “Amore Puro”. Al sesto posto ritroviamo Giorgia con “Senza Paura” mentre  risalgono in top ten, alla settima posizione, i Modà con “Gioia non è mai abbastanza”. Ottavo Ligabue con “Mondovisione”, seguito da “Racine Carèe” di Stromae. Chiudono la top ten i 5 Second of Summer con l’album omonimo.

“Life In A Motion-Picture Soundtrack”, il debut album dei The Circle. La recensione

life in a motion-picture soundtrack_coverLife In A Motion-Picture Soundtrack” è il titolo del primo album dei torinesi The Circle, la cui uscita è prevista per il prossimo 16 settembre 2014. Prodotto da Omid Jazi (tastierista live dei Verdena) per l’etichetta da lui stesso fondata, la Hot Studio, il disco è opera del cantante e chitarrista dei The Circle Federico Norcia, autore di tutti i brani e Marco Marzolla (batteria, ex membro del gruppo post rock Acid Food). I due studenti di medicina hanno concentrato le proprie energie alla ricerca di suoni e parole che potessero dare un senso alla propria grande passione, sancita anche attraverso l’ incontro con Giuseppe Gamarra (chitarra ritmica), Alessandro Strumia (chitarra solista, anche lui ex Acid Food) e Lorenzo Bevacqua (basso) che, con il loro contributo, hanno completato la line up definitiva del gruppo. Composto da 10 tracce, inizialmente composte nella classica versione chitarra acustica e voce, poi completamente stravolte con ricchi arrangiamenti tecnici e stilistici, l’album è caratterizzato da una linea melodica moderata e orecchiabile, incentrata su sonorità a metà strada tra brit pop e post-rock. Le suggestioni eteree dell’ “Intro” trovano una naturale continuazione nel ritmo sostenuto di “The End”. Forti delay sulle chitarre accompagnano il riverbero della voce di Federico Norcia lungo le note del primo singolo estratto dal disco, intitolato “Green Like Soul (Part I)” mentre tracce di isolamento esistenziale emergono dalla trame sonore di “Cold in the desert”. “My nerves are burning”, canta Norcia, in “Roll it over”, un brano fresco ed energetico, seguito da “Cherry Tree” e “Blues Shoes”, tra i meno incisivi dell’album. A ridare grinta e peculiarità al progetto è “Green Like Soul (Part II)”, immaginata e sviluppata come seconda parte del primo singolo ed arricchita da un interessante giro di batteria, dal carattere deciso e coinvolgente.  Molto romantica è, invece, la trama di “Troubled”, un invito a vivere la scoperta del mondo in coppia. A chiudere “Life In A Motion-Picture Soundtrack” è la bellissima “Outro”, una piccola parentesi strumentale in cui il risveglio dal sogno è accompagnato da una sottile e fredda pioggia autunnale mentre l’incanto onirico vive ancora attraverso i dolci e delicati tasti di un pianoforte.

Raffaella Sbrescia

Limes, la recensione di “Slowflash”

 Book album

 I triestini Limes presentano “Slowflash”, il primo album ufficiale, in uscita il prossimo 30 settembre, giunto dopo una prima interessante fase artistica che li ha visti inserirsi con determinazione e caparbietà all’interno di prestigiosi contesti musicali; su tutti ricordiamo l’Heineken Jammin Festival. Limes, termine derivante dal latino, significa “confini” e implica la ferma intenzione del gruppo composto da Mauro Mercandel (voce, chitarra), Piero Metullio (basso), Matteo Bologna (percussioni) di operare un’approfondita ricerca sia ritmica che contenutistica. Composto da 11 tracce, di cui due strumentali, “Slowflash” racchiude un’estemporanea immersione nel mondo giovanile, attraverso liriche e tematiche variabili: introspezione, insicurezze, rabbia e speranza fluiscono senza barriere regalandoci un genuino affresco di quello che avviene, oggi, nella mente delle nuove generazioni. Registrato e mixato da Abba Zabba al Palo Alto Studio di Trieste e masterizzato da Abba Zabba e Gabriel Ogrin presso Jork Studios, Slovenia, “Slowflash”  mescola le influenze derivanti dal rock più viscerale ed energico, alle più dolci melodie del pop. Ad inaugurare la tracklist è Plume I”, un’ovattata intro strumentale, arricchita da una buona dose di elettronica. “Hunting Party” è, forse, il brano più ottimista del disco: “C mon is a new day on a cloudy morning, c mon all the others are scared and running, i want face the hunter”, un pezzo grintoso, insomma, reso anche più melodico e catchy dal chorus finale e da un coinvolgente giro di batteria. “Tunng” racchiude, invece, un’attenta riflessione sul velocissimo flusso degli eventi. Sonorità vicine tra loro e delicate, al contempo, accompagnano un testo ipnotico. “Pressure variation”  offre all’ascoltatore una serie di piccoli flashback mirati. Suoni e sensazioni si fondono in un melting pot di visioni metropolitane. L’intenso pessimismo ed il gretto nichilismo di “The Fall” rendono visivamente l’immagine del fallimento umano: “I ve seen the world pass through, i can’t cover my skin blood and soul stop hiding from myself” e poi, ancora, “the ground is not too far”, cantano i Limes, accompagnati da una melodia non altrettanto incisiva. La profonda incertezza ed il perturbante senso di disorientamento  costituiscono il nucleo semantico di “Path of Mind”. A seguire i suggestivi frame metaforici di “Wood” regalano una nuova sferzata di freschezza all’ascolto, nuovamente coinvolto nelle beghe mentali di “Noise’s Room”, una vera e propria descrizione di un incubo: “I not still satisfied, I am not ready yet, I can’t feel a thing from my head to my toe, I want to be somewhere else, I want to take a break”, stemperata dal flusso sognante e disinvolto di “White”. La fitta ricerca di nuovi punti di vista e nuovi percorsi da intraprendere si conclude con i ritmi alternanti di “Ascent” e soprattutto con “Plume II”, una psichedelica conclusione strumentale, addolcita da un bella sequenza al pianoforte e che decreta un ottimo nuovo passo artistico per i Limes, di cui sentiremo molto parlare.

Raffaella Sbrescia

“My Everything”, la recensione del nuovo album di Ariana Grande

Ariana Grande_cover album_MyEverything_Standard edition (2)

Dopo aver conquistato e mantenuto per settimane i vertici delle classifiche di tutto il mondo con il singolo “Problem”, la nuova stella del pop, Ariana Grande pubblica “My Everything”. L’album, già n.1 su iTunes Italia, uscirà nei negozi tradizionali il prossimo 16 settembre e ha già fatto palare molto di sé, grazie ai potentissimi singoli che lo hanno anticipato. Composto da 12 tracce nell’edizione standard e da 15 in quella deluxe, “My Everything” è un lavoro complesso, in cui Ariana si è lanciata in numerose ed importanti collaborazioni, su tutte la coproduzione di Max Martin, nome che si nasconde dietro a numerosi successi da classifica e che, con il suo team, ha prodotto ben 5 brani del disco. La giovanissima artista, appena ventunenne, unisce alla sua potente voce da soprano, un innato carisma ed una forte carica sensuale. In attesa che il nuovo singolo “Bang Bang”, realizzato insieme a Nicki Minaj e a Jessie J,  in radio dal prossimo 29 agosto, conquisti le emittenti radiofoniche italiane, addentriamoci all’interno di questo lavoro, che pare essere in possesso di tutti i requisiti per catapultare Ariana nell’olimpo dei big.

Ariana Grande Ph Jones Crow

Ariana Grande Ph Jones Crow

Ad aprire la tracklist è una morbida e breve intro davvero adatta a scaldare l’atmosfera e a propiziare l’ascolto. Allegra e frizzante  è, invece, “Problem” (Feat. Iggy Azalea): un’irresistibile hit che unisce il ritmo beat urban con un classico ritornello pop-friendly creando una miscela ballabile ed energetica, fortificata dal rap di Iggy Azalea. Le sonorità virano verso orizzonti più vicine alla dance in “One Last Time” mentre “Why Try”, prodotta da Ryan Tedder, unitamente a Benny Blanco, rappresenta una midtempo in grado di valorizzare la vocalità di Ariana, senza, tuttavia, risultare abbastanza incisiva. “Break Free” (Feat. Zedd) sta letteralmente spopolando in America; un concentrato di energia. “Best Mistake” (Feat. Big Sean) rappresenta, invece, l’occasione di lasciarsi coccolare da un flow ovattato e soffice, così come lo è la voce di Ariana che, più volte accostata a quella di Mariah Carey, riesce a rendere originale il proprio tocco artistico, grazie ad una personalità forte e determinata. Sonorità r’n’b accarezzano “Be My Baby” (Feat. Cashmere Cat) mentre “Break Your Heart Right Back” (Feat. Childish Gambino) ci catapulta al centro degli anni ’90 omaggiando Diana Ross. Bello e più delicato il tono “Love Me Harder”, in duetto con The Weekend, che, insieme a “A Little Bit Of Your Heart” racchiude i momenti più intimi del disco. Il ritorno alla vitalità avviene con “Hands On Me” (Feat. A$AP Ferg), seguito dalla titletrack “My Everything”, altra pop-ballad inserita nel progetto. Come già accennato in apertura “Band Bang”, rappresenta, invece, uno dei brani più radiofonici del disco ed è la prima delle bonus tracks, a cui si aggiungono “Only 1” e “You Don’t Know Me”, che nulla aggiungono a questo interessante lavoro discografico in grado di inserirsi in uno scenario musicale apparentemente saturo ma ancora in grado di premiare voci belle e potenti come quelle di Ariana.

Raffaella Sbrescia

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Video: “Problem”

Noa e Mira Awad live: messaggi di pace al Negro Festival di Pertosa

Noa @Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @Negro Festival Ph Anna Vilardi

Dal cuore delle Grotte di Pertosa-Auletta, nel salernitano, si è levato un messaggio di pace per il Medioriente. Sul palco della seconda giornata del Negro Festival, incentrato sulla valorizzazione delle “terre di mezzo”, intese come luoghi d’incontro tra culture diverse, dove parole come confine, bandiera, patria e appartenenza vengono scardinate da intrecci artistici e musicali, due grandi protagoniste dello scenario musicale internazionale: Noa, celebre cantante israeliana e Mira Awad, nata nel Rameh villaggio della Galilea. Le due artiste sono stata anche omaggiate con un gioiello, creato come  simbolo e auspicio di fratellanza, per dare  ”un segnale tangibile della validità e dell’importanza della donna araba nella società”, in un luogo simbolico, le Grotte, fatto di millenni di storia e silenzio, che ora parlano al mondo per chiedere il silenzio della Pace, al posto del fragore delle bombe.

Noa & Mira Awad @Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa & Mira Awad @Negro Festival Ph Anna Vilardi

Tornata di recente sulla scena discografica (dopo quattro anni di lavorazione al fianco di Gil Dor, da sempre suo chitarrista e direttore musicale) Noa ha, da poco, dato alla luce un nuovo album intitolato “Love Medicine”, al quale ha preso parte anche Pat Metheny, il celebre chitarrista che, per l’occasione, ha scritto per lei il brano “Eternity in beauty”. Fra i  brani che l’artista ha proposto al pubblico di Pertosa ci sono “Little star”,  in cui l’artista israeliana affronta per la prima volta l’argomento della Shoah, l’intensa ballata intitolata “Shalom”, la felice “Happy song”, scritta da da Bobby McFerrin. A seguire “Pokeach” il brano che ha visto Noa  impegnata alle percussioni.

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

 Concentrata e travolgente l’artista ha snocciolato, ad una ad una, le perle contenute in  “Love medicine”, definito una medicina per il cuore e per l’anima. Il momento clou del concerto è racchiuso nel duetto tra Noa e Mira che, insieme, hanno cantato“Will you dance”, seguita da una canzone della Awad, “A word” e dalla toccante “There must be another way”.  Nei bis l’immancabile omaggio di Noa alla musica italiana con alcuni brani della tradizione napoletana come “Era de maggio” e “Santa Lucia luntana” e “Alla Fierra” fino all’irrinunciabile “Beautiful that way”, che è valsa all’artista una meritatissima standing ovation.

Fotogallery a cura di: Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

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Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

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Noa & Mira Awad @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

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Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

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Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

 

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

Noa @ Negro Festival Ph Anna Vilardi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Nu mese o ffrisco”, Benedetto Casillo riporta la tradizione teatrale napoletana al Maschio Angioino

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

Continua alla grande la 25 ma edizione di “Ridere 2014″, il Festival del teatro comico e del cabaret, in programma al Maschio Angioino fino al 7 settembre. La manifestazione organizzata da il “Teatro Totò” e dall’Associazione Culturale “Bruttini Ridere”  ha ospitato, lo scorso 24 agosto, lo spettacolo con Benedetto Casillo, intitolato “Nu mese o ffrisco”, di Paola Riccora, autrice tra le più prestigiose del teatro popolare napoletano. “Nu mese ‘o ffrisco” rappresenta uno dei gioielli della comicità napoletana. Rappresentato per la prima volta nel 1916 al Teatro Nuovo, lo spettacolo è stato uno dei cavalli di battagli di Luisa Conte negli anni ’70. Riportato in scena da Benedetto Casillo, appassionato cultore della tradizione teatrale partenopea, lo show ha acquisito nuova linfa attraverso una serie di battute fulminanti e ritmi un po’ più veloci mantenendo, tuttavia, una linea fedele allo spirito originario del testo antico.

Fotogallery a cura di: Fiorella Passante

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

 

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

 

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

 

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

 

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

 

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

 

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

 

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

 

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

 

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

 

"Nu mese o ffrisco" @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

“Nu mese o ffrisco” @ Ridere 2014 Ph Fiorella Passante

 

 

 

Muntagninjazz 2014: musica, arte e natura in Abruzzo

Camillocromo Orchestra @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Camillocromo Orchestra @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Grande successo per l’ottava edizione del Muntagninjazz Festival, la manifestazione culturale presieduta dall’omonima Associazione che, anche quest’anno ha offerto al pubblico un cartellone qualitativamente valido ed eterogeneo. Partner ufficiali della manifestazione le Pro Loco territoriali, Bper, Camera di Commercio e Fondazione Carispaq, insieme ad altri numerosi sostenitori della rassegna, così descritta dal presidente dell’Associazione Muntagninjazz Colasante: «La musica diventa veicolo di incontro, collaborazione e coesione per cittadine e paesi del comprensorio e soprattutto di promozione del nostro territorio, valorizzandone le risorse ambientali, per attrarre turismo. Il festival è nato ad Introdacqua, ma già dalla sua seconda edizione ha coinvolto altri paesi del centro Abruzzo ed è stata una scelta giusta, perché attraverso la musica sono tanti i messaggi che possiamo trasmettere, con un’offerta di concerti sempre più ampia e varia». In effetti sono tanti i  comuni che sono stati interessati dai concerti del Muntagninjazz: Anversa degli Abruzzi, Barrea, Bugnara, Campo di Giove, Introdacqua, Pratola Peligna, Prezza, Roccaraso e Villalago, tutte micro-aree con caratteristiche geografiche e culturali differenti.Un microcosmo naturale in cui calarsi lasciandosi conquistare dal fascino della natura e dalla bontà dei prodotti tipici locali senza trascurare un occhio di particolare riguardo alle più interessanti realtà del panorama jazzistico nazionale ed internazionale.

Fabrizio Bosso @Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Fabrizio Bosso @Muntagnjazz Ph Roberta Gioberti

Sono stati davvero tanti e prestigiosi gli artisti che si sono esibiti nell’ambito del Festival conclusosi lo scorso 20 agosto, dopo ben 19 appuntamenti con musica dal vivo. Stiamo parlando delle Blue Dolls ed il Gnu quartet, al centro di un inedito incontro tra lo swing ed il più trasgressivo e divertente quartetto d’archi e flauto, del tango jazz, amatissimo genere introdotto dal celeberrimo musicista argentino Astor Piazzolla, protagonista della serata con il Tangojazz quintet. Grande successo anche per l’unica data abruzzese del “Welcome to my Hell Tour” di Raphael Gualazzi, durante la quale il giovane e talentuoso cantautore di Urbino ha divertito il pubblico con un concerto dinamico, alternando atmosfere suggestive a momenti di energia intensa e irresistibile, accompagnato da nove musicisti e tre coriste.

Natalio Luis Mangalavite @Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Natalio Luis Mangalavite @Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

E poi, ancora  Daniele Sepe e Art ensemble of Soccavo, Servillo, Girotto e Mangalavite, Rosario Bonaccorso Travel notes quartet e Fabrizio Bosso, con orchestra diretta dal maestro Stefano Fonzi, la Camillocromo beat band e le contaminazioni dei Takadum box. L’ensemble nato nel 2007 è giunto al successo con l’album “Takadrom, suoni al confine” uscito nella primavera del 2013. A completare il vasto e ricchissimo programma, infine, una serie di escursioni organizzate nei più reconditi anfratti del territorio abruzzese.

Fotogallery a cura di: Roberta Gioberti

Flamenco Tango Neapolis @Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Flamenco Tango Neapolis @Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Flamenco Tango Neapolis @Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Flamenco Tango Neapolis @Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Flamenco Tango Neapolis @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Flamenco Tango Neapolis @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Camillocromo Orchestra @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Camillocromo Orchestra @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Lavinia Mancusi - Takadum Orchestra @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Lavinia Mancusi – Takadum Orchestra @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Gabriele Gagliarini - Takadum Orchestra @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Gabriele Gagliarini – Takadum Orchestra @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Takadum Orchestra @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Takadum Orchestra @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Takadum Orchestra @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Takadum Orchestra @ Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Natalio Luis Mangalavite @Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

Natalio Luis Mangalavite e  Peppe Servillo @Muntagninjazz Ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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