Lo spettacolo “Capas” inaugura la nuova stagione del Teatro Le Nuvole

Capas @ Le Nuvole Ph Luigi Maffettone

Capas @ Le Nuvole Ph Luigi Maffettone

Grande festa al Galilei 104 il teatro a Città della Scienza dove, con una doppia replica venerdì 31 ottobre e sabato 1 novembre 2014 alle ore 20.30, prenderà il via la nuova stagione artistica dello stabile d’innovazione Le Nuvole con il pluripremiato spettacolo di circo da sala Capas della compagnia spagnola EIA. I corpi e le anime di cinque acrobati hanno dato vita ad una speciale performance ritmata da un batterista rock e da canti tradizionali, scelti per creare un contesto conviviale e familiare. Bambini, ragazzi, giovani insieme alle loro famiglie e alle insegnanti sono quindi coinvolti in un’esperienza di crescita e di dialogo a più voci in cui sono essenziali tanto chi si muove sulla scena quanto chi sta seduto in sala.

Capas @ Le Nuvole Ph Luigi Maffettone

Capas @ Le Nuvole Ph Luigi Maffettone

La stagione del Teatro le Nuvole continuerà, inoltre, con altri 100 eventi inseriti in cartellone: a partire dal prossimo 9 novembre e fino ad aprile 2015, sul palcoscenico del Galilei 104 ci saranno ben 15 compagnie di teatro professionale provenienti da tutta Italia.  Una menzione speciale merita lo spettacolo in programmazione a dicembre Natale in un ouverture des saponettes perché, mentre tutti saranno presi dalla frenesia delle festività natalizie, Le Nuvole regaleranno un concerto per pensieri fragili, leggeri, silenziosi. Come bolle di sapone!

Galilei 104_teatro le nuvole, (c/o Città della Scienza) via Coroglio 104 – 80124 Napoli

info 081.239.5653 (feriali 9.00/17.00) info@lenuvole.com_www.lenuvole.com

 

 Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Capas @ Le Nuvole Ph Luigi Maffettone

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Capas @ Le Nuvole Ph Luigi Maffettone

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Capas @ Le Nuvole Ph Luigi Maffettone

Capas @ Le Nuvole Ph Luigi Maffettone

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Classifica FIMI: U2, Fedez, Paolo Conte sul podio

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Gli U2 resistono in cima alla classifica FIMI/GFK degli album più venduti della settimana in Italia con “Songs of innocence”. Al secondo posto c’è Fedez con “Pop-Hoolista” mentre Paolo Conte chiude il podio con “Snob”. In quarta posizione ritorna Francesco Renga con “Tempo reale” mentre Fabi Silvestri Gazzè si piazzano in quinta posizione con “Il padrone della festa”. La new entry della settimana è Slipknot con  “.5: The Gray Chapter” mentre al settimo posto c’è “Senza paura” di Giorgia. Scendono in ottava posizione i Subsonica con “Una nave in una foresta” mentre i Modà sono al nono posto. Chiude la top ten “L’amore comporta” di Biagio Antonacci.

Sognando Cracovia Tour: Immanuel Casto e Romina Falconi conquistano l’Alcatraz di Milano

Immanuel Casto & Romina Falconi @ Alcatraz

Immanuel Casto & Romina Falconi @ Alcatraz

Irriverente, originale, dinamico e spiazzante. Il concerto tenuto dal re del porn groove Immanuel Casto e dalla cantautrice Romina Falconi all’Alcatraz di Milano, nell’ambito del “Sognando Cracovia Tour”, lo scorso 29 ottobre, ha fatto registrare un’abbondante ed entusiasta presenza di pubblico, accorso in massa per ballare e godersi un show originale e coreografico, arricchito dai numerosi e anticonvenzionali videoclip realizzati dallo stesso Immanuel nel corso di lunghi anni spesi a costruire con instancabile energia creativa quello che, ad oggi, rappresenta un filone musicale unico nella scena discografica italiana. All’interno della serrata scaletta proposta al pubblico, i due artisti, amici ed affiatati partner musicali, hanno inserito i propri brani ritagliandosi spazi e momenti ad hoc costruendo un dinamico “do ut des”. Non c’è spazio per equivoci: il tema delle canzoni è principalmente il sesso, raccontato, mitizzato, esaltato in tutte le sue forme. Nella prima tranche del live si va dall’inequivocabile intro di “Je t’aime”, alla triade composta da “Crash”, “Zero carboidrati”, “Touche” fino all’istrionica “Circe”.

Il pubblico esplode sulle note di “Sexual navigator”, ormai considerato un classico della discografia di Casto. Bando alle etichette, alle barriere, alle discriminazioni sessuali : Casto e Falconi celebrano l’amore a 360 gradi tra fiumi di elettronica, in pieno stile anni ’80. Eclettici e padroni della scena, i due proseguono il proprio personalissimo live con “Freak & Chic”, “Anal Beat”, “Stupida pazza” e l’imprevedibile rivisitazione di “Fever”. “Fist fucking” e “Anus, mouth, hand” mettono in evidenza le buone doti da ballerino di Immanuel Casto, opportunamente affiancato dal corpo di ballo delle The Beat Girls. Ottima l’interpretazione di Romina Falconi della sua “Attraverso”, la giovane cantante ha ancora una volta saputo mettere il luce la grande potenza  della propria voce, senza mai trascurare la notevole presenza scenica che la caratterizza. Decisamente in sintonia nel duetto proposto con “Eyeliner”, Casto e Falconi hanno incentrato l’ultima parte del concerto su alcune delle canzoni forse più distanti dal repertorio conosciuto come “Non la do/Io la do”, “Il mio prossimo amore”, “Da quando sono morto”. Destabilizzante il testo e la versione acustica di “Che bella la cappella”, un brano a metà strada tra sacro e profano, al limite del blasfemo, con un’ironia davvero molto tirata. Intenso e struggente “Lista nera”, l’inedito che Romina Falconi includerà nel suo prossimo Ep intitolato “Un filo d’odio” e che l’artista ha inserito in scaletta a sorpresa.

Immanuel Casto & Romina Falconi @ Alcatraz

Immanuel Casto & Romina Falconi @ Alcatraz

Riservato al gran finale il successone “Tropicanal” con il suo testo che non lascia adito a dubbi: “Alle Hawaii prima lo prendi e poi lo dai”, canta, Immanuel Casto, con un inappuntabile aplomb. Il concerto giunge alle battute conclusive con un encore ovviamente dedicato a “Sognando Cracovia”, il brano che dà il titolo al tour celebrando il sogno di un amore senza tempo. La degna conclusione di un concerto leggero, divertente e spassoso, un’occasione per vivere e affrontare il tema dell’amore senza pregiudizi.

Raffaella Sbrescia

Intervista a Marco Selvaggio: “L’Hang è il mio scrigno magico”

Marco Selvaggio Ph Fabio Florio

Marco Selvaggio Ph Fabio Florio

 “The Eternal Dreamer” è il nuovo singolo del percussionista catanese Marco Selvaggio. Il brano, che  anticipa l’uscita dell’omonimo disco, prevista per l’1 dicembre. Marco Selvaggio, ad oggi, è l’unico in Italia a suonare l’Hang dal vivo, sulla musica house ed elettronica, e a sposare le melodie dell’hang alla musica lirica e da ultimo pop. L’hang è uno strumento idiofono svizzero suonato da Marco e nell’imminente album, esso avrà un ruolo centrale insieme alle collaborazioni con diversi artisti italiani come The Niro, e internazionali, come Anne Ducros,  Daniel Martin Moore, Dan Davidson (dei Tupelo Honey), Sidsel Ben Semmane e altri ancora.

The Eternal Dreamer” è un suggestivo brano dal titolo eloquente… ci parli della scelta di un arrangiamento così particolare e dell’interpretazione testuale di Daniel Martin Moore?

“I’m gonna be beautiful, when you look at me, I’m gonna be beautiful, an eternal dreamer you will see”  The Eternal Dreamer è la canzone che rappresenta pienamente l’album e me stesso. E’ una di quelle canzoni che forse si scrivono una volta sola nella vita. Ha con se la carica di un sognatore che guarda in cielo con i piedi per terra. Sa bene che gli potrà cadere un giorno il mondo addosso ma ha la forza di non cadere mai sulle proprie ginocchia per andare verso l’amore incondizionato e per il raggiungimento del suo sogno. L’arrangiamento è molto delicato e l’hang appare e scompare tra le calde note della voce di Daniel. Lui l’ho conosciuto online e mi ha subito colpito per la particolarità della sua voce! Calda, soffice, dolce ma anche nostalgica e malinconica! Le sensazioni che maggiormente mi appartengono! Ho scritto musica e testi di “The Eternal Dreamer” circa un annetto fa e credo che Daniel Martin Moore abbia interpretato la canzone in maniera incredibile (basta pensare che per ogni canzone cantata del disco ho ascoltato circa 50 interpreti, quindi circa 350 voci diverse). Devo dire che son legato a The Eternal Dreamer in maniera davvero particolare, quasi viscerale, così come alla mia Sicilia.

Il brano anticipa il tuo nuovo album, in uscita il prossimo 1 dicembre…cosa puoi anticiparci di questo lavoro? Cosa ti ha spinto a lavorarci su? Con chi hai collaborato? Cosa racchiude di te, quali saranno i contenuti e le prospettive del nuovo disco che ci presenterai?

E’ un lavoro iniziato da più di un anno che non è stato semplice realizzare! Tutto ha avuto inizio nell’aprile del 2013 quando ho iniziato a fare ascoltare i miei brani alla Waterbirds Records, nella persona di Nica Midulla accompagnata da sua figlia Simona Virlinzi, supportato da mio padre – nient’altro che il terzo produttore del disco – che mi ha trasmesso la passione per la musica sin da piccolo. Ho iniziato a scrivere e a suonare l’hang circa 6 anni fa e poi è stato un crescendo continuo che mi ha portato a comporre melodie sempre diverse e provare sperimentazioni sonore molto particolari! The Eternal Dreamer è un album pop molto sognante! Lo strumento cardine del disco è chiaramente l’hang, e in questo siamo stati un po’ pionieri dato che nella musica pop non si riscontrano ancora produzioni con l’utilizzo dell’hang, o perlomeno saranno davvero pochissime e a noi sconosciute. Ho ascoltato moltissime voci per far interpretare le mie canzoni (io non canto, son davvero stonato, anche se mi sarebbe piaciuto molto) e al disco collaborano cantanti di tutto rispetto! Da Daniel Martin Moore, come ho accennato prima, a Anne Ducros (che ha inciso con Battiato) e canterà l’unica canzone in francese dell’album, a The Niro che arriva fresco fresco dall’ultimo Sanremo, a Dan Davidson leader del gruppo canadese Tupelo Honey che sta andando fortissimo, a Sidsel Ben Semmane dalla Danimarca la quale ha partecipato all’Eurovision alcuni anni fa, a Haydn Cox e Hazel Tratt dall’Inghilterra. Il disco affronta principalmente il tema della vita e dell’amore visto da diversi punti di vista e prospettive. Ci sono molte metafore nei miei testi che possono anche essere interpretate in base alle proprie sensazioni! Il disco, inoltre, ha un forte respiro internazionale e mi auguro insieme ai produttori che possa uscire fuori dall’Italia.

Marco Selvaggio Ph Andrea Ventura

Marco Selvaggio Ph Andrea Ventura

Ci saranno ponti di collegamento tra le tracce strumentali e quelle cantate?

La tracklist dell’album è stata studiata per molto tempo! Alla fine ho deciso di comune accordo con Toni Carbone (fonico, arrangiatore e produttore artistico) di seguire i suoi consigli e unirli alle mie intenzioni. Il disco si apre e si chiude con una traccia strumentale! Questo perché chiaramente non tutti conoscono l’hang (considerato ad oggi lo strumento più raro al mondo)! In tal modo s’introduce l’ascoltatore a nuove sonorità che ritroverà sempre all’interno del disco riuscendo anche a riconoscerle in maniera netta e distinta. Il disco poi si chiude sempre con un brano strumentale che inizia con l’accensione di una macchina… come ad iniziare un altro viaggio…

Si pensa già ad un collegamento con un progetto futuro… Chi lo sa!?

Da dove viene la tua passione per un strumento così raro come l’hang? Quali parole useresti per descrivere questo strumento al pubblico? Quali suggestioni è in grado di evocare, secondo te?

Non è semplice spiegare da cosa nasca la passione per questo strumento! Io dico sempre che è stata serendipità! Il termine serendipità indica la fortuna di fare felici scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra. Io non cercavo l’hang, mi è semplicemente capitato davanti un suonatore dell’est d’Europa mentre cercavo un locale di Roma per Trastevere! Da la è iniziata la sfrenata ricerca per lo strumento e l’amore folle per lo stesso che mi ha portato oggi a suonare e comporre tante musiche e canzoni e che al tempo stesso mi tiene incollato 4 ore al giorno, o meglio a notte, sullo stesso. È uno strumento incredibile che riesce ad evocare sensazioni mistiche. È quasi ipnotico ed è difficile separarsene. Non è semplice descriverlo, io dico sempre che se la magia è presente nella musica, per quanto mi riguarda, è dentro questo scrigno di metallo chiamato Hang.

Cover album Ph Valentina Indelicato

Cover album Ph Valentina Indelicato

Durante il tuo lungo percorso di studio, hai associato il suono dell’hang alla musica elettronica  e alla musica house…come hai creato questo connubio ritmico? Cosa ti ha ispirato e quali credi siano stati i frutti migliori di questa sperimentazione?

Ho iniziato a suonare musica tradizionale africana circa 13 anni fa. Tutto è iniziato come un gioco con le percussioni, col djembè per l’esattezza! Da lì mi sono avvicinato al mondo della musica house suonando le percussioni dal vivo in alcuni club della mia città! In fin dei conti si comincia sempre così… dal basso, per crescere! Avuto l’hang mi è venuta l’idea di associare non più solo la parte ritmica alla musica house, ma anche quella melodica! Con l’hang si è in grado di creare delle vere e proprie melodie e guardando online mi ero accorto che mai nessuno dal vivo aveva fatto tutto ciò nei club. Ho iniziato a sperimentare sulla musica house ed elettronica suonando con l’hang sul brano passato dal DJ di turno e costruendo melodie sempre diverse, a volte reiterando un motivo musicale, altre volte facendo dei veri e propri virtuosismi. I frutti di questa sperimentazione, non ancora compresa pienamente nel mio territorio, mi hanno portato a suonare e sperimentare questa piccola innovativa idea in giro per l’Europa tra club e festival (Monaco, Londra, Malta etc…).

Cosa stai ascoltando in questo periodo?

In questo periodo ascolto spesso Nick Drake, uno dei miei cantautori preferiti, William Fitzsimmons visto sempre nel 2014 a Berlino, Damien Rice visto qualche giorno fa a Milano e Jeff Buckley! Adoro la musica indie e folk. Le canzoni acustiche e il pop sognante e mai pesante.

Quando e dove potremo ascoltarti dal vivo? Che tipo di concerto proporrai al pubblico?

Una volta uscito l’album l’1 dicembre 2014 faremo una bellissima presentazione del disco partendo dal pubblico di casa e poi inizieremo a pensare ai live in maniera più concreta! Non mancheranno i concerti strumentali e sperimentali da solista con l’hang, quelli in trio con i miei musicisti e quelli con la formazione completa insieme a qualche featuring di voce che mi accompagnerà a seconda delle esigenze concertistiche! In fin dei conti nel mio disco ci son 7 cantanti provenienti da diverse parti del mondo! Sarebbe bello!

Raffaella Sbrescia

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Saint Motel: il debutto italiano di “My Type” è un successo

Saint Motel @ Terrazza Aperol Ph Francesco Prandoni

Saint Motel @ Terrazza Aperol Ph Francesco Prandoni

I Saint Motel arrivano in Italia portando con se una bella ventata di freschezza. La band di Los Angeles si è esibita sia in tv, nella trasmissione Rai “Quelli che il calcio”, sia alla Terrazza Aperol di Milano per lo showcase di presentazione dell’Ep intitolato “My Type”, proprio come l’omonimo singolo balzato velocemente in cima alle classifiche. La formula musicale proposta da A/J Jackson (cantante), Aaron Sharp (chitarra), Dak (basso), Greg Erwin (batteria) si basa su una componente ritmica veloce e potente, in grado di conferire un elevato grado di ballabilità a tutti i brani del piccolo lavoro discografico che questi giovani ed intraprendenti musicisti hanno realizzato. I Saint Motel non sono solo “My type”, la loro verve carismatica ha scaldato subito gli animi di quanti sono accorsi ad ascoltarli dal vivo, testimoniando un’immediata capacità comunicativa. Abituati ad esibirsi nei contesti più inusuali  come un party in mutande in un magazzino, nel retro di un camion ad un party di San Valentino o in mezzo ad una pista di skate-boarding, i Saint Motel sono rimasti davvero colpiti dall’entusiasmo del pubblico italiano e, durante la round table che si è tenuta lo scorso 27 ottobre, presso gli uffici della Warner Music, i quattro musicisti hanno raccontato le loro impressioni: “ Ci siamo sentiti davvero a nostro agio. Il nostro primo live italiano ci ha fatto emozionare, il pubblico era caldo, entusiasta e partecipe. Non vediamo l’ora di tornare in Italia per i concerti di marzo, rispettivamente previsti il 10/03 al Tunnel di Milano, il 12/03 all’Orion di Roma, il 13/03  al Vox Club di Modena ed il 14/03 al New Age Club di Treviso”.

Saint Motel @ Terrazza Aperol Ph Francesco Prandoni

Saint Motel @ Terrazza Aperol Ph Francesco Prandoni

Insieme ormai dal 2009, i Saint Motel lasciano confluire i loro diversi background musicali all’interno di un unico contesto comune, in grado di esaltare echi che richiamano il soul, il rock, il pop latino e la disco anni ’70 arrivando fino al jazz, ovviamente suonato a modo loro. “Non chiedeteci di descrivere la nostra musica. Non ci piace farlo. Preferiamo prendere a prestito citazioni altrui”, spiega A/J Jackson, che, in effetti, più che utilizzare sproloqui sull’arcobaleno di note realizzate, preferisce concentrarsi sulla chimica che scandisce le composizioni del gruppo. Tra i punti chiave dell’incontro con la stampa anche un focus sul video non ufficiale di “My Type”, in cui Jackson balla con Raffaella Carra, grazie ad un brillante fotomontaggio, il visual album “Voyeur”, inciso nel 2012, e gli elettrizzanti feedback degli opening acts degli Imagine Dragons e degli Arctic Monkeys. Lo slancio, la grinta e la leggerezza dei Saint Motel rappresentano, dunque, i promettenti presupposti su cui la giovane band si baserà per i prossimi passi volti alla conquista della scena musicale mondiale.

Raffaella Sbrescia

Video: “My Type”

“Glad there is you”, il compendio musicale di Renato Sellani. La recensione

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“Glad there is you”. Lieto che tu ci sia, così  il grande pianista e compositore jazz Renato Sellani intitola il doppio album antologico, pubblicato lo scorso 14 ottobre per l’etichetta Ponderosa Musica & Art. All’interno di questo lavoro il musicista ripercorre, in piano-solo, i brani più significativi della sua lunga carriera, proponendo al pubblico una nutrita selezione di canzoni italiane e standard internazionali, perfetti per conoscere ed approfondire la tecnica, il gusto, l’estetica ed il rigore dell’artista. Sia da solo che al fianco dei più grandi artisti del mondo, Renato Sellani è stato in grado di imprimere il proprio inconfondibile tocco colloquiale nelle proprie interpretazioni musicali, individuando un canale comunicativo fortemente empatico. Ascoltando  questo doppio lavoro è facile intravvedere, traccia dopo traccia, la classe con cui il Maestro Sellani coniuga la propria capacità creativa con il rispetto dei canoni tradizionali. L’imprescindibile competenza musicale richiesta all’ascoltatore, offre, tuttavia, degli spiragli interpretativi anche ai neofiti del mondo delle sette note, grazie alle numerose parentesi che Sellani  è solito dedicare all’improvvisazione. Questo doppio album rappresenta, a tutti gli effetti, una sorta di compendio: il primo volume è dedicato ad alcuni standard del jazz, ai brani celebri della musica accademica e ai temi di note canzoni di autori italiani; il secondo ci conduce, invece, all’estero, dalla Francia agli Stati Uniti; Sellani fa suoi i temi servendosi della sua straordinaria capacità interpretativa. Spaziando tra le note, partendo dalla tradizione classica napoletana fino ad arrivare agli standard jazz d’oltreoceano, Sellani realizza non solo un autoritratto del proprio percorso artistico, scatta, bensì, un’attuale fotografia dello scenario musicale mondiale con un’eleganza dal fascino senza tempo.

Raffaella Sbrescia

Acquista “Glad there is you” su iTunes

https://itunes.apple.com/it/album/glad-there-is-you/id925677891?uo=4&at=10lHf4

Eugenio Bennato in concerto all’Arenile Reload: la nuova Italia che balla

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Annoverato tra i più importanti cantori dei sud del mondo, Eugenio Bennato si è esibito in concerto all’Arenile Reload di Bagnoli lo scorso 25 ottobre nell’ambito del “Balla la Nuova Italia tour” proponendo al pubblico partenopeo un live incentrato soprattutto sulla musica popolare, concepita come strumento di aggregazione socio-culturale. Sono tanti i temi affrontati da Eugenio Bennato all’interno del suo concerto: si va dalla fondazione di Taranta Power, che rappresenta storicamente l’avvio di tutto il movimento, per poi proseguire con l’apertura agli altri sud del mondo, dalla sponda meridionale del Mediterraneo alle profondità dell’Africa e di tutte le terre della tradizione e dell’emigrazione, fino ad approdare a tematiche complesse e decisamente attuali quali la globalizzazione e la rivendicazione della storia negata dell’Italia del Sud, che coinvolgono oggi centinaia di migliaia di persone.

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Il concerto si snoda sul percorso di tutte le più importanti composizioni di Eugenio, da “Brigante se more” alla recentissima “Notte del sud ribelle”, scritta la scorsa estate in occasione della partecipazione alla Notte della Taranta, e si avvale della collaborazione della consolidata band, impegnata da anni in concerti in tutto il mondo, costituita da Sonia Totaro, Chiara Carnevale, Stefano Simonetta ed Ezio Lambiase, fidati compagni di viaggio che, attraverso la musica, restituisce onore e considerazione a storie troppo spesso dimenticate.

 Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

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Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

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Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

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Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Leggi l’intervista ad Eugenio Bennato:

http://www.ritrattidinote.it/interviste/intervista-ad-eugenio-bennato-il-meridione-e-la-risposta-allappiattimento-globalizzante.html

I colori del jazz: Alessandro Lanzoni e Barbara Casini in concerto. Il live report

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Emozioni autentiche e profonde quelle vissute dal pubblico partenopeo in occasione di “Uma Mulher”, il raffinato concerto che la meravigliosa Barbara Casini, nota per la sua capacità di interpretare il repertorio brasiliano d’autore, ed il talentuoso pianista jazz Alessandro Lanzoni hanno tenuto lo scorso 23 ottobre presso il Teatro Mediterraneo di Napoli, nell’ambito della rassegna “I Colori del Jazz. Culture in Musica”, a cura del Live Tones, con la Direzione Artistica di Alberto Bruno e la Direzione Organizzativa di Ornella Falco, progettata secondo le finalità del Forum degli scambi culturali e dell’internazionalità. Al centro del live concepito dai due musicisti, i brani che hanno segnato le tappe salienti del lavoro di compositrice della Casini, a partire da brani del suo primo disco del ’97 fino alle canzoni inedite che faranno parte di un prossimo progetto discografico.

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

A curare gli arrangiamenti e a delineare i tratti peculiari delle melodie, il sofisticato Alessandro Lanzoni, vincitore dell’importante e prestigioso riconoscimento Top Jazz 2013. A completare la scaletta, una serie di selezionatissimi omaggi a importanti autori brasiliani, tra tutti: Edu Lobo, Chico Buarque, Ivan Lins. Artisti che hanno segnato il percorso musicale di Barbara influenzand profondamente il suo modo di cantare e che, associati alla potente verve interpretativa di Lanzoni, hanno offerto al pubblico una serata musicale all’insegna della qualità.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alberto Bruno @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

 

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

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Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

 

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

 

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Appunti di viaggio”, immensa Lina Sastri al Teatro Brancaccio di Roma

Lina Sastri @Teatro Brancaccio Ph Roberta Gioberti

Lina Sastri @Teatro Brancaccio Ph Roberta Gioberti

“La musica ha avuto molto spazio nella mia vita. Se l’è preso, io non gliel’ho dato…..io sono un’ Attrice”.

Così, nel giorno del commiato della centosettenne principessa Brancaccio, è avvenuto il debutto nell’omonimo teatro romano dell’icona femminile della scena partenopea, con il suo spettacolo “Appunti di viaggio”. Un percorso, senza canovaccio, attraverso l’esperienza artistica e umana di Lina Sastri, che, elegantemente e appassionatamente, ce ne fa dono. A partire dalla prima volta, con Patroni Griffi, attraverso il Masaniello di Roberto de Simone, fino alle più recenti avventure cinematografiche con Pupi Avati. Il canto materno, che accompagnava i movimenti delle quotidiane faccende domestiche, è un ricordo dolce e commovente. Ed è proprio con la registrazione della voce della madre che Lina introduce la sua esperienza canora. Arrivata tardi, ma esplosa in tutta la sua sonorità teatrale da subito. Che la Sastri non canta, interpreta. E ogni volta che lo fa, il pubblico si scalda, le urla “sei divina, splendida, meravigliosa…..” Lina raccoglie, con naturalezza e quel bel sorriso che fa da cornice ad una vita che lei stessa definisce fortunata per aver incontrato il teatro, per le opportunità che ha saputo cogliere e che ne hanno da subito messo in evidenza il talento. Tanti ne cita, di colleghi e maestri, tanti e a tutti noi cari. Uno fra tutti, sembra quasi superfluo farne il nome: Eduardo. E la voce si incrina un poco, ma è un attimo, che subito riparte, e via, tra citazioni in prosa e i più bei brani della tradizione napoletana, accompagnata da cinque musicisti di prim’ordine: Filippo D’Allio, Gennaro Desiderio, Giovanni Minale, Salvatore Piedepalumbo e Luigi Sigillo.

Lina Sastri @Teatro Brancaccio Ph Roberta Gioberti

Lina Sastri @Teatro Brancaccio Ph Roberta Gioberti

“Reginella”, “Malafemmina”, “Torna a Surriento”, “Guapparia”, “Era de maggio”, per finire con Pino Daniele e la sua “Napule è”. Delicata e toccante in uno dei cavalli di battaglia della Ferri, “Gracias a la vida”, energica e grintosa sulle note di una tammurriata veramente ben arrangiata, confezionata per lei come un abito da cerimonia. Il primo spettacolo scritto e diretto, “Cuore mio”, e le sue scenografie, e l’ultimo, dal titolo piuttosto significativo di Linapolina. E tra un brano ed un racconto, chi ha memoria e l’età per averla, sente riaffiorare i ricordi di splendori artistici ed eccellenze di talenti che non vorremmo mai aver dovuto confinare al passato. Un racconto destrutturato, lo definisce. Destrutturato ma con una tale potenza di coinvolgimento emotivo, che il pubblico nemmeno canticchia. E’ lì, incantato dal fascino artistico, interpretativo e femminile di questa splendida donna; che guardò alle scene a soli 17 anni quando ha visto per la prima volta un palcoscenico, e ha pensato che il teatro sarebbe stata la sua vita , e nell’arte la sua libertà di essere.

Roberta Gioberti

Amedeo Minghi “Suoni tra ieri e domani? Un progetto che racconta la mia vita”

Cover disco

Amedeo Minghi  torna sulle scene con un nuovo progetto editoriale e discografico intitolato “Suoni tra ieri e domani”. L’artista ha racchiuso alcuni dei più bei brani scritti da lui ed  interpretati dai nomi storici della musica italiana in un elegante cofanetto comprensivo di un cd audio, un bellissimo brano inedito “Io non ti lascerò mai”ed un libretto di 64 pagine in cui il cantautore ha ricordato aneddoti, artisti, poeti, musicisti, arrangiatori, produttori che hanno segnato le tappe salienti della sua lunga carriera artistica. Rilette e riarrangiate insieme al maestro Gangarella, le canzoni vivono una nuova identità  e, nella loro essenzialità piano e voce, si aprono con stupefacente facilità a nuove coinvolgenti interpretazioni. In questa intervista Amedeo Minghi si è soffermato a lungo non solo su questo importante progetto ma anche su numerosi aspetti strettamente collegati alla dimensione musicale contemporanea.

Così come ha spiegato nel libretto che accompagna il suo nuovo lavoro discografico “Suoni tra ieri e domani”, la scelta di pubblicare questa selezione di brani del suo repertorio è consequenziale ad una “spinta sociale”… ci spiega come le è venuta la voglia di recuperare queste gemme dal suo personale forziere di parole?

In questo album ci sono 10 brani che ho selezionato e che in passato ho affidato a miei colleghi interpreti. In realtà questo lavoro è una sorta di testimonianza di un modo di concepire la musica diverso da quello contemporaneo, un mondo in cui  i grandi compositori, i cantanti, i musicisti avevano una forte apertura verso gli altri, verso la collaborazione, non c’era l’individualismo che c’è oggi. Racconto un mondo in cui c’erano meno sovrastrutture, i cantanti non erano chiusi in torri d’avorio. Noi eravamo abituati a sperimentare, ricominciando ogni volta quasi daccapo. In ogni canzone c’è, inoltre, un piccolo aneddoto che svolge la funzione di collegamento tra brani composti in un arco temporale piuttosto lungo.

Tra tutti gli episodi citati, particolarmente emozionante è quello relativo alla registrazione del brano intitolato “Ma sono solo giorni” con Mia Martini…cosa ha reso quel momento così memorabile?

Mimì era considerata da tutti noi dell’ambiente musicale  la numero uno in assoluto. Lo dico con molta chiarezza, noi musicisti abbiamo amato moltissimo Mimì per cui, quando  mi chiamarono per scrivere questo brano per lei, si trattò per me di un vero e proprio salto di qualità. Scrivere per lei fu qualcosa di molto importante e lo fu anche il modo in cui avvenne: io nel box con la chitarra, lei al microfono. Eravamo da soli, tutto era sulle mie spalle. Il brano era anche molto difficile da suonare, non c’erano click, non c’era niente. Per me quello è un ricordo straordinario.

Nella presentazione del disco e del relativo volume, lei parla anche della crisi della discografia e della distribuzione musicale… quanti danni ha causato l’avvento del digitale?

Beh, il digitale ha sicuramente causato gravi danni soprattutto alle giovani generazioni perché magari un ragazzino potrebbe pensare che l’unico modo per ascoltare musica sia soltanto attraverso il pc, non si rende conto di quale sia la reale produzione di un album. A questo aggiungerei un problema tutto italiano: mentre in Germania per scaricare un brano paghi 4 euro, in Italia lo stesso brano costa 0.99 centesimi, un intero album in Germania però costa 7 euro qui, invece, viene 9.99 euro. Si tratta di un problema di impostazione. In casi come questo, in cui un artista propone un libro, il racconto di un percorso di vita, quello che offriamo diventa qualcosa di diverso, pensato per aggirare l’ostacolo: siamo sul digitale ma saremo anche nelle librerie e cercheremo di dare la giusta visibilità ad un lavoro importante e per certi versi addirittura utile per i ragazzi. Lo stesso libretto è stato realizzato dagli studenti dell’Università La Sapienza di Roma, che hanno voluto realizzarlo  in maniera del tutto volontaria e  sono stato davvero molto entusiasta di collaborare con loro.

Amedeo Minghi

Amedeo Minghi

Quale sarà, dunque, il futuro del supporto fisico?

Ci sono alcuni segnali secondo cui il vinile potrebbe riprendere vita, anche perché con i mezzi che abbiamo a disposizione si potrebbe riuscire ad ottenere un disco in vinile con dei costi molto più ridotti. Se si potesse togliere il 4% di iva, come avviene già con i libri, sarebbe un’altra storia. Non siamo ancora riusciti a convincere il governo del fatto che la musica è cultura, se ci riuscissimo potremmo ottenere la realizzazione di lavori fruibili, concreti, tangibili, da vivere e toccare con mano.

A proposito di impostazione del sistema,  il suo lavoro sarà presto protagonista di un grande evento organizzato presso l’Università La Sapienza di Roma… cosa dovrà aspettarsi il pubblico?

Anche per me sarà una grande sorpresa!  Il 30 ottobre scoprirò cosa hanno organizzato i ragazzi che, tra l’altro, hanno realizzato un bellissimo videoclip e anche questo libretto. Insieme ai suddetti progetti è venuta fuori anche questa cosa del tutto inaspettata, quel giorno saranno presenti tantissimi ragazzi e numerosi gruppi, che hanno realizzato delle cover version di brani miei, rivisitati in maniera del tutto spontanea. Ovviamente faremo una ripresa audio e video di quest’evento in cui ci saranno rock, pop, jazz, hip hop, rap, reggae, un balletto ispirato alla musicoterapia , un altro ispirato alle musiche di “Fantaghirò”, insieme a delle coreografie classiche.  Io sarò ovviamente in prima fila a godermi tutto dall’inizio alla fine, adoro stare con i giovani!

Cantare è d’amore?

Certo, tutti cantano d’amore! Alcuni si sono forse celati dietro altre cose, magari buttandosi sul sociale, ma alla fine  l’amore è anche politica.

“In ogni giorno ci sei per sempre. Io non ti lascerò mai, non ti lascerò mai. Quel respiro leggero che hai, l’onda del petto  che scende e che sale  e mentre sogno ti penso e fa male . Un’altra vita  eravamo oramai e adesso sì che sto imparando a stare nel mondo…ancora qui per noi”.  Il suo ultimo inedito è una dedica d’amore incondizionato…

Avevo già iniziato a scrivere questa canzone prima che mia moglie se ne andasse, lei l’aveva ascoltata e le piaceva davvero molto per cui ho lavorato molto su questo testo. Alla luce di tutto questo è importante rileggere il video pensando che i riferimenti al mito di Orfeo ed Euridice e alla poesia di Ungaretti sono pensati per dare un senso all’ amore che è più forte di tutto, anche della morte.

Perché  il titolo della raccolta “Suoni tra ieri e domani” presenta un riferimento al futuro?

Il brano “Io non ti lascerò mai” è proiettato al futuro. Io canto canzoni del passato ma le sto eseguendo come in un probabile futuro .

Come ha lavorato con Cinzia Gangarella agli arrangiamenti?

Cinzia ha fatto un lavoro enorme, ha lavorato per mesi scorporando gli arrangiamenti originali per riarrangiare i brani e costruire un’architettura sonora straordinaria.

Hai rimpianti o rimorsi particolari?

Sì, ci sono state occasioni perse ma fa parte della vita. La maggior parte delle volte che fai progetti non ti riescono poi magari ti capitano delle cose strepitose, completamente inaspettate. Il rimorso si può anche avere ma alla fine è completamente inutile perché la vita ti dà quello che vuole lei. Il caso ha un’importanza clamorosa nelle nostre esistenze.

Come saranno i live che presenterà a breve al pubblico il 29 novembre a Bologna, il 21 dicembre a Torino ed il 22 dicembre al Teatro Nuovo di Milano?

La prima parte del concerto sarà con il maestro Gangarella mentre nella seconda parte coinvolgerò il pubblico in un viaggio nel nostro comune passato.

Raffaella Sbrescia

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Video: “Io non ti lascerò mai”

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