“Pareidolia”, il nuovo album di Marina Rei. La recensione

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Marina Rei torna con un nuovo disco intitolato “Pareidolia”, in uscita il prossimo 30 settembre su etichetta Perenne, con distribuzione Universal. Il fenomeno subcoscienziale, che esprime la tendenza istintiva ad individuare strutture ordinate e forme cognitive familiari in immagini disordinate, dà il titolo a questo nuovo lavoro discografico, il nono per Marina Rei, in cui l’artista rinnova le proprie vesti prestandosi ad una chiave strumentale tendente al rock. Attraverso la collaborazione con Giulio Ragno Favero (One Dimensional Man, Il Teatro degli Orrori), che dura ormai da due anni, il disco di Marina Rei lascia trasparire una particolare cura e ricerca del suono che, seppur prevalentemente rock, offre numerosi spunti sonori.  Si parte dal trittico iniziale composto da “Avessi artigli”, “Ho visto una stella cadere” e dal singolo “Lasciarsi andare”: l’intensa interpretazione di Marina Rei, si fonde e si miscela con vesti sonore dolci e coinvolgenti, lasciando alle parole spazio vitale e potenza immaginifica. Figure retoriche, metafore, struggimento e desiderio s’intrecciano lasciando trasparire una nuova maturità vocale e artistica di Marina che, suonando anche la batteria, riesce ad offrire al pubblico un’immagine completa del suo essere artista a 360 gradi. La dicotomica contrapposizione semantica tra la trama de “Il Sole”, in cui Marina canta di un disperato bisogno d’amore, e “Del tempo perso”, un possibilista messaggio di incoraggiamento è data dal netto contrasto di sonorità tra i due brani.  Struggente e mielosa è “Se solo potessi”, una ballad incentrata sul tema dell’amore incondizionato mentre di tutt’altra fattispecie è la title track “Pareidolia”, in cui Marina Rei duetta con Zona Mc e Off Muziek, inserendosi in un contesto sonoro a metà strada tra l’elettronico ed il rap. Speranza e disincanto si fronteggiano nella trama agrodolce di “Vorrei essere” mentre “Un semplice bacio” rappresenta un vero e proprio inno alla semplicità. La bellezza poetica di “Fragili” si sposa felicemente con un arrangiamento onirico con tendenza dissolvente sul finale mentre la chiusura del disco è affidata a “Annarella” una versione crepuscolare del brano dei CCCP, ulteriore testimonianza della versatilità interpretativa di Marina Rei che, con “Pareidolia”, torna ad emozionare il pubblico con grazia ed eleganza.

Raffaella Sbrescia

Video: “Lasciarsi andare”