Apriti cielo: la recensione del nuovo album di Alessandro Mannarino.

Apriti cielo - cover album

Apriti cielo – cover album

Un’attesa lunga ma prontamente ripagata quella a cui Alessandro Mannarino ha sottoposto il suo pubblico. Con “Apriti cielo”, il suo nuovo album di inediti, il cantautore romano posa un altro importante tassello sul suo cammino lastricato di successi. Nel farlo, l’artista si serve come di consueto della sua potente scrittura evocativa e di quei suoni sempre più stratificati e corposi. Tra incroci, richiami, metafore e profezie, Mannarino ci apre le porte di un varco spazio- temporale in cui perdersi beati. Il disco, composto da 9 brani, si apre con “Roma”: un brano verace, spontaneo, cantato in romanesco e scandito da un intrigante piglio western. “Un brindisi con la cicuta ad una città che resta muta” e che avrebbe così tanto da dire da non poterlo dire a parole. Un amore al rovescio che sfocia in “Apriti cielo”, la preghiera laica che dà il titolo al disco in cui la scrittura di Mannarino si fa portatrice di amore, speranza, intelligenza. “Lasciateme passà che non ho tempo. Ho già dormito tanto, adesso ho un grande appuntamento. Il vento che passa, il cielo che vola. È una vita sola”, canta Alessandro. “Apriti cielo. Per chi non ha bandiera, Per chi non ha preghiera, Per chi cammina dondolando nella sera”; un monito, un grido, una richiesta di aiuto per la sopravvivenza collettiva.

Alessandro Mannarino ph Ilaria Magliocchetti Lombi

Alessandro Mannarino ph Ilaria Magliocchetti Lombi

Il discorso continua con “Arca di Noè”: ripartendo dall’epopea dei due protagonisti di “Al Monte”, ci si rimette in viaggio e si finisce in Brasile. “Un po’ d’amore è il carburante del motore dell’astronave”. E allora via, con pochi mezzi e ancora meno certezze, bisogna andare, comunque andare a camminare sulla terrazza con vista mondo dove ogni alba è anche un tramonto. Ritmiche latine trascinanti, basculanti, inebrianti affollano la nostra andatura sbandata su questa Arca di Noè che va perduta alla deriva. “Questa mia vita è tutto quel che ho, più breve lei sarà più forte io canterò”; impossibile resistere. Di grande impatto emotivo è “Vivo” il brano registrato tra Italia, New York e Rio de Janeiro trascrive nero su bianco un aggrapparsi alla vita: “porto scavata sulla fronte una poesia bellissima, riga su riga l’ho scritta me ne andrò senza averla capita”. Un melting pot autentico e completo che profuma di integrazione riuscita.

Video: Arca di Noè: http://vevo.ly/WMPZcN

Di stampo sarcastico è la complessa digressione di “Gandhi”, un brano di 7 minuti che attraverso un incedere country parla in modo controverso delle più infime dinamiche socio-politiche contemporanee. “Nei polmoni ciminiere, nella testa le preghiere”. Spazio ai mitici personaggi ideati dalla fantasia di Mannarino con “Babalù”, un personaggio immaginifico, l’ipotetico ex ragazzo di Marilù nonché capro espiatorio di una società ipocrita e superficiale. Molto suggestiva la trama di “Rane”, la ballad che Mannarino ha inciso insieme a Ylenia Sciacca, voce e anima di Scordìa, il paese in provincia di Catania legato a doppio filo con tutto il repertorio del cantautore romano. “Navigare è cosa dura, hai detto me ne vado per la mia avventura, ma dove sei arrivato? C’è solo spazzatura, ti scaldi con il fiato e c’è da aver paura”. Il nocciolo dell’album è racchiuso ne “La frontiera”, una camminata western di richiamo morriconiano e di stampo profetico: “Venne il tempo che questo paese fu di un solo colore, il sangue cadendo sembrò dello stesso colore”; un folk melò di bellezza botticelliana. L’album si conclude con un finale aperto, quello di “Un’estate”: uno spiraglio aperto per un ipotetico proseguo in cui il profumo di una vita vera fatta di sudore ci incita a cantare senza paura persi dentro al mondo. “Alessà n’do vai, vie qua, via qua: Guarda!” Guarda come le tue parole si trasformano in strumenti di rivalsa, guarda come le tue canzoni espongono le nostre nudità emotive tramutandole in risorse. Guarda e sentiti compiaciuto di questo nuovo importante traguardo che hai raggiunto.

Raffaella Sbrescia

 Ascolta qui l’album:

 

Le date di APRITI CIELO Tour: Pala Lottomatica di Roma (25 e 26 marzo), Estragon di Bologna (28 marzo), Nelson Mandela Forum di Firenze (31 marzo), Gran Teatro Geox di Padova (1 aprile), Fabrique di Milano (3 aprile), Teatro della Concordia di Torino (6 aprile), PalaSport Giovanni Paolo II di Pescara (8 aprile), Casa della Musica di Napoli (10 aprile).

Apriti cielo, il nuovo singolo di Mannarino punta dritto al cuore.

apriticielo_CD_cover_front_12x12Lo abbiamo atteso a lungo ma ne è valsa la pena. Alessandro Mannarino è tornato con “Apriti cielo”, il brano che anticipa l’omonimo lavoro in uscita il prossimo 13 gennaio. Questo nuovo brano rispecchia in pieno la poetica del cantautore romano che, così come aveva fatto con “Al Monte”, continua a dare voce alla gente del popolo e lo fa scegliendo di musicare i versi di quelle che sono a tutti gli effetti delle poesie. La capacità narrativa, associata a degli arrangiamenti finemente curati e ricchi di influenze e richiami, rappresentano le qualità più importanti di Mannarino che, con la sua voce calda a avvolgente, regala nuovi plus al suo ammaliante storytelling. “Apriti cielo” affronta tematiche spigolose, affronta a pieno viso l’attualità senza avvalersi di frasi fatte o luoghi comuni. La scrittura di Mannarino è delicata ma efficace, attenta e concisa, popolare ma non populista. Le parole dell’artista trasudano amore, speranza, intelligenza. “Lasciateme passà che non ho tempo. Ho già dormito tanto, adesso ho un grande appuntamento. Il vento che passa, Il cielo che vola. È una vita sola”, canta Alessandro, rivelandoci la propria epifania personale in tutta la sua lucentezza.

Video: http://vevo.ly/rM0857

E allora via, ecco la preghiera laica: “Apriti cielo. Per chi non ha bandiera, Per chi non ha preghiera, Per chi cammina dondolando nella sera”; un monito, un grido, un richiamo ancestrale. E infine: “Apriti cielo e manda un po’ di sole su chi non c’ha un nome, su chi non ha regione. Apriti cielo e manda un po’ di sole su chi cammina solo tra milioni di persone.” Qui il discorso si fa ampio, quasi epico. Mannarino usa la penna e la voce trasformandoli negli strumenti, forse armi, di una battaglia epica contro mode e tendenze. Questa sua nuova canzone squarcia i teli eretti da una società qualunquista, mette nero su bianco le fragilità, non teme la paura e le debolezze bensì ci incute forza e consapevolezza e ci incoraggia a fare di più e meglio. Ottimo Mannarino, adesso aspettiamo il disco e le aspettative sono veramente molto alte.

 Raffaella Sbrescia

mannarino_ph magliocchetti

mannarino_ph magliocchetti

“Apriti cielo” è anche il titolo del quarto album di MANNARINO, che uscirà il 13 gennaio prima della partenza dei live in programma da fine marzo sui palchi più importanti d’Italia. Sabato 25 marzo 2017 MANNARINO si esibirà live per la prima volta al PalaLottomatica di Roma con quella che si preannuncia come una grande festa, tra ritmi travolgenti e intense interpretazioni.

Il concerto del 25 marzo ha registrato in sole 4 settimane il sold out, permettendo l’apertura di una seconda data al Palalottomatica, in calendario il 26 marzo 2017.

Dopo il successo di “Corde 2015”, lo spettacolo itinerante con cui il cantautore ha chiuso la stagione live del suo album precedente, è il momento di un nuovo viaggio, quello di APRITI CIELO Tour che vedrà Mannarino esibirsi nelle principali città italiane: Pala Lottomatica di Roma (25 e 26 marzo), Estragon di Bologna (28 marzo), Nelson Mandela Forum di Firenze (31 marzo), Gran Teatro Geox di Padova (1 aprile), Fabrique di Milano (3 aprile), Teatro della Concordia di Torino (6 aprile), PalaSport Giovanni Paolo II di Pescara (8 aprile), Casa della Musica di Napoli (10 aprile).

 Ascolta qui il brano