Bruno Bavota: la recensione di “Out of the Blue”

Bruno Bavota - Out of Blue

Bruno Bavota – Out of Blue

“Out of the blue”, il nuovo nonché quinto album del pianista partenopeo Bruno Bavota, pubblicato dall’etichetta americana Sono Luminus, (distr. Ducale) è un fulmine a ciel sereno, una felice epifania. Quello che in altre circostanze è stato definito pop pianistico, rappresenta la dolce occasione di coccolare i sensi martoriati da input seriali. L’intensa delicatezza dei tasti bianchi e neri si sposa ad archi pieni e vorticosi come quelli del violoncellista Michael Nicolas (ICE and Brooklyn Rider) e del violinista J. Freivogel del Jasper String Quartet. Aulico e poetico, “Out of the Blue” riesce a contestualizzarsi con grazia ed armonia in un’epoca storica controversa. In un momento in cui la nostra risposta emotiva sembra quasi incapace di mostrarsi in tutta la sua pienezza, le melodie di Bavota riescono ad abbassare il muro di autodifesa, placano le paranoie e rimettono in moto la valvola del sogno. Sognare si sa, è ormai un lusso, qualcosa che pochi riescono ancora a permettersi, qualcosa in cui pochissimi credono.

Bruno Bavota ph Paola De Rosa

Bruno Bavota ph Paola De Rosa

E allora ecco l’epifania: cuore in tumulto, sensi all’erta: su per le vette di “Mountains”, tra le ipnotiche onde di “Marea”, sommersi dai battiti percussionistici di “Heartbeat”, incuriositi dalle avventure senza meta di Mr. Rail (uno dei personaggi di Baricco). La delicatezza estemporanea di “Passengers” ha conquistato anche Apple per lo spot che celebra i 20 anni del design del marchio.  Visionaria e vintage la poesia di “Lovers”, ispirata alla dolcissima immagine di due amanti che si incontrano e si riabbracciano alla stazione di un treno. Calde e rassicuranti le trame oniriche di “Beyond the Clouds” e “Warm Embrace”: le note si abbattono l’una dopo l’altra sulla testa, nel cuore, nelle orecchie come una pioggia di atomi pronti a rimettere in moto l’anima. Emozioni in contrasto pullulano tra le note dell’affascinante “Dusk in the East” mentre il mistero rimane celato in “Horizons”. Ispirata ai primi componimenti di Bavota, “Breath” si veste di una nuova identità. Il disco si chiude con “Snow”, un brano velato di dolce malinconia che profuma di consapevolezza: Bruno Bavota ha capito come restare impresso.

 Raffaella Sbrescia

Video: Passengers

Credits

Piano, prepared piano, acoustic guitar and live electronics: Bruno Bavota
Cello: Michael Nicolas
Violin: J Freivogel
Strings Score: Bruno Bavota, Linda Russomanno
Producer: Dan Merceruio
Recording, Mixing and Mastering Engineer: Daniel Shores
Editing Engineers: Dan Merceruio, Daniel Shores
Piano Technician: John Veicht
Piano: Steinway Model D #590904 (New York)
Photography: Linda Russomanno
Artwork: Marzia Figliolia
Graphic Design: Caleb Nei, Linda Russomanno
Executive Producer: Collin J Rae

Recorded at Sono Luminus Studios, Boyce, Virginia – April 18-22, 2016

Ascolta qui l’album