Pulviscolo: il primo album da solista di Colombre. La recensione

Pulviscolo - Colombre

Pulviscolo – Colombre

“Pulviscolo” è il primo album di Colombre, progetto che inaugura l’esperienza solista di Giovanni Imparato – già voce, chitarra e autore dei brani della band indie-pop Chewingum e co-produttore del disco “Sassi” di Maria Antonietta. Ispirato ad un racconto di Dino Buzzati (Il Colombre), il nome d’arte di questo artista rispecchia la sua voglia di affrontare le paure e di sfuggire all’immobilità. Registrato agli Artigiani Studio/Sala Tre di Formello (studio di Daniele Sinigallia), in presa diretta, senza cuffie né click, affinché “le canzoni oscillassero come le onde del mare”, prodotto da Giovanni stesso e da Fabio Grande (I Quartieri, Joe Victor, Mai stato altrove, Shalalalas) con l’ assistenza tecnica di Pietro Paroletti, l’album racchiude anche delle ottime collaborazioni: la voce e i cori di IOSONOUNCANE (featuring di Blatte), le percussioni di Francesco Aprili (batterista di Wrong on you, Giorgio Poi e Boxerin Club) e il basso di Nicolò Pagani (Mannarino) in Bugiardo.

25 minuti e 36 secondi sono il tempo che occorre per sentire l’urgenza e la veracità delle 8 tracce che compongono un disco composto e arrangiato in solitaria in un piccolo studio di Senigallia per affrontare temi privati come l’amore, l’amicizia, la malattia mentale, le illusioni e le disillusioni di un uomo contemporaneo attraverso un universo musicale davvero variegato. Muovendosi tra chitarre, omnichord e tastiere, Colombre gioca con gli strumenti tra pop e psichedelia. Il disco si apre con la title track “Pulviscolo”, brano senza ritornello scandito da una melodia su progressione di accordi suonati con l’organo. Bando alle scuse scelte, trovate, quasi inventate per tergiversare e perdere tempo. Uno spreco più simile ad un lusso quello raccontato in “Fuoritempo”. L’unico featuring del disco è presente in “Blatte”, un brano dal testo rude e scomodo che vede la partecipazione di Jacopo Incani aka IOSONOUNCANE. I suoi cori danno ampiezza e compattezza ad un pezzo che parla di un rapporto di amicizia finito dopo aver capito la vera natura dell’altra persona tra indifferenza, disgusto, falsità, rabbia. Il brano più difficile del disco è “Tso”: il protagonista è un caro amico di Colombre che, dopo un’adolescenza frenetica, è stato ricoverato all’improvviso in psichiatria. A lui l’artista augura di tornare ad essere spavaldo come una volta. L’immagine di incompletezza e solitudine dettata dalla mancanza del partner è quella più eclatante per descrivere l’essenza di “Dimmi tu”, la canzone d’amore che Colombre dedica alla compagna Letizia aka Maria Antonietta (che ha firmato l’art work dell’album). Fottetevi tutti, la gente fa schifo. Ecco la rivelazione di “Sveglia”, il pezzo ispirato al mondo musicale di Caetano Veloso, necessario per parlare a se stessi e darsi finalmente un benedetto scossone per destarsi dal torpore. Sapevo, tacevo, mentivo e ti confondevo: questa è l’ammissione di colpa contenuta in “Bugiardo”, una canzone che parla senza filtri di tradimenti. E poi c’è “Deserto”: e se hai pianto mille volte fino a solcarti il viso e hai sbagliato mille volte sentendoti fallito, sai che un nuovo oceano sta nascendo in Africa da un deserto. Prova a volerti bene senza aculei, te lo meriti tieniti stretta la tua diversità e non avere paura. La malinconia, il disincanto e quel pulviscolo di incertezze che ci attanagliano il cuore non saranno mai abbastanza forti da spegnere la speranza di un sorriso.

Raffaella Sbrescia

 Video: Blatte

TRACKLIST

1)    Pulviscolo

2)    Fuoritempo

3)    Blatte feat. IOSONOUNCANE

4)    TSO

5)    Dimmi tu

6)    Sveglia

7)    Bugiardo

8)    Deserto

 LE PRIME DATE DEL TOUR DI “PULVISCOLO”

18 marzo Roma, Le Mura

24 marzo Firenze, Tender Club

31 marzo Trento, Bookique

1 aprile Udine, Rock Bar 60

7 aprile Foligno (Pg), Supersonic

8 aprile Carpi (Mo), Mattatoio

14 aprile Lunano (Pu), Enoteca di Lunano

15 aprile Milano, Ohibò

21 aprile Bassano Romano (Vt), La casa di Emme

28 aprile Bologna, Covo Club

 

Sandra Carrasco live: sensualità flamenca al Blue Note di Milano

Sandra Carrasco ph Luigi Maffettone

Sandra Carrasco ph Luigi Maffettone

La carismatica performance dell’appassionata e talentuosa cantautrice andalusa Sandra Carrasco ha intriso di calda sensualità l’atmosfera del Blue Note di Milano, persino in una enigmatica serata di fine luglio. I colori, le sfumature e le infinite declinazioni della sua voce intensa e soave si rivelano subito con un primo canto a cappella dal fascino immediato e immaginifico. Terre lontane e strumenti a fiato ricorrono nella mente mentre Sandra Carrasco ci prende per mano con il solo potere della sua voce. Un attimo dopo subentrano i suoni dei suoi compagni di scena: l’immancabile Daniel Melon Jimenez alla chitarra, il vigoroso Aldo Vigorito al contrabbasso e l’equilibrato Giovanni Imparato alle percussioni. Delicatezza, sensualità, leggerezza, eleganza sono i cardini lungo i quali Sandra Carrasco si muove spaziando dal bolero al tango alla bossanova al pop senza mai trascurare la sua irrinunciabile matrice flamenca.

Melodie intense, interpretazioni cariche di espressività e pathos hanno catalizzato anche l’attenzione degli spettatori meno attenti. Genuina ed emozionata, la Carrasco si è avventurata nell’esecuzione dei brani racchiusi nel suo ultimo album intitolato “Océano”. Un lavoro giunto a tre anni di distanza dall’album di debutto e che riveste di nuove colorazioni diversi grandi classici della musica latino americana mondiale. “Sabor a mí”, ”Por una cabeza”, ”Piel de canela” o ”Envidia”, “Resistiré”,  ”Oh, qué será”,  “Bossa nova junto a ti” di Marisol Pepa Flores ma anche un paio di brano dell’indimenticabile Pino Daniele: “ Recentemente sono stata ospite del festival Marigliano in Jazz, sono rimasta folgorata dal groove napoletano e ci terrei tantissimo ad omaggiare un grande artista come Pino”, ha spiegato Sandra che, nonostante l’apprezzabilissima intenzione, non è riuscita a domare la lingua come avrebbe dovuto. Grande recupero nei bis con la sensuale carnalità delle tonalità vibranti ed ascendenti di un intenso brano cantato a cappella, una seconda e più sentita esecuzione di “Por una cabeza” ed una improvvisatissima “Besame mucho”, il cui ricordo resterà a lungo impresso nella mente.

Raffaella Sbrescia