Il mese del rosario: le nuove storie ammalianti di Flo

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Ispirata, appassionata, dirompente, irruente ma anche delicata e commovente, Floriana Cangiano, in arte Flo, ritorna sulla scena musicale con un nuovo meraviglioso lavoro intitolato “Il mese del rosario” pubblicato dalla Agualoca e distribuito dalla Warner Music. Coadiuvata dall’ inconfondibile animo multiculturale di Ernesto Nobili, presente sia in qualità di produttore artistico che di coautore, Flo rimarca il suo approccio cosmopolita, già unanimemente apprezzato in “D’amore e di altre cose irreversibili, attraverso nove brani che spaziano, accarezzano, mordono, scrutano, ricordano storie, emozioni, tradizioni, credenze, evoluzioni socio-culturali complesse e stratificate. Le radici affondano nel Mediterraneo ma la voce e lo sguardo di Flo si aprono al mondo, le sue storie sono collettive, le paure, le gioie, i sogni e i dolori di cui canta sono quelle che irretiscono ciascuno di noi.

“Il mese del rosario” celebra maggio, il momento in cui si recita il rosario con passione ardente, si cercano le grazie e si mette da parte la consapevolezza dell’aver peccato. Questo lavoro fonde sogno e realtà, passione e disincanto irradiando pathos ed emozione interpretativa. La prima traccia è “Vulìo”: il canto della paloma che non vola contrasta con frizzanti corde latine mentre “Bellissima presenza” ironizza in modo tagliente in merito alle dinamiche che avviliscono il mondo del lavoro. La gogna pubblica e l’autoassoluzione riempiono le note del bellissimo brano “Malemaritate”. Intimo, struggente, scomodo e doloroso il testo di “Ad ogni femmina un marito”: non c’è tempo per i sogni e per la libertà, canta Flo, svelando il segreto che si cela dietro tante sfortunate esistenze. L’artista si destreggia con padronanza tra suoni e culture, gioca con le lingue, compreso il suo amato napoletano, così come avviene in “Freva e criscenza”. Il brano più sperimentale del disco è “Controra arancione” con il suo mood indefinito tra case di mare e ombre sul muro.  Tragicamente attuale la trama di “Quale amore”, incentrato sulla violenza sulle donne e cantato magistralmente in prima persona. Alla fine Flo chiude il disco un incredibile doppio omaggio a Rosa Balistreri: “Buttana di to ma” e “Terra ca nun senti” sono le perle che l’artista sceglie di fare sue catapultandosi anima e corpo in una dimensione spazio temporale dal fascino eterno; ammaliante.

Raffaella Sbrescia

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