Concerto Primo Maggio Roma: il cast definitivo e le storie

primo maggioAccordi e disaccordi delle nostre radici, della nostra memoria e del nostro domani”. Sarà questo il tema artistico dell’edizione 2014 del concerto del Primo maggio, che si terrà in Piazza San Giovanni a Roma. Condotto dal regista e attore Edoardo Leo, la giornalista e scrttrice Francesca Barra e Dario Vergassola, l’evento sarà trasmesso in diretta tv su Rai 3 dalle 15 alle 19 e dalle 20 alle 24. Si tratterà di un omaggio alla storia del nostro Paese attraverso la musica di grandi artisti e la voce di importanti ospiti tra cui Aldo Cazzullo, Carlo Petrini, Giancarlo De Cataldo, Federica Sciarelli e Gildo Claps, Max Paiella, Nino Frassica (che sarà protagonista anche di un set musicale), Gherardo Colombo, Maurizio Maggiani, Paola Minaccioni, Livia Travia e Paolo Tumolo, Marzia Ercolani. Gli ospiti saranno accompagnati dai solisti Mimmo Epifani, Alfredo Verdini, Giuliano Gabriele, Lucia Cremonesi, Fabrizio Bosso, Francesco Loccisano, Attilio di Giovanni per raccontare delle storie speciali.

Sul palco tanti rappresentanti della musica italiana: Clementino, Bandabardò, Piero Pelù, Rocco Hunt, Riccardo Sinigallia, Tiromancino, Modena City Ramblers, Stefano Di Battista e 50 sax del Conservatorio di Santa Cecilia, Velvet, Orchestraccia con Sabrina Impacciatore, Agricantus, Statuto, L’Orange, Francesco Di Bella, Taranproject con Daniele Ronda, Perturbazione, Brunori Sas, Enrico Capuano, P- Funking, Levante, Alberto Bertoli, Piotta, Kachupa, Crifiu. Per il contest 1MFESTIVAL, nato in difesa e a sostegno delle musica dal vivo con l’utilizzo della rete, sul palco anche i finalisti Bastian Contrario, Kutso e Disco Sock.

 Di seguito tutte le storie che troveranno spazio nel corso della lunga maratona musicale e che, come accennato sopra, saranno interpretate dai numerosi ospiti invitati:

Il combattente

Lo scrittore Giancarlo De Cataldo racconterà la funambolica evasione dal carcere di Sandro Pertini durante la guerra. Sarà accompagnato dai mandolini di Mimmo Epifani e Giuseppe Grassi che suoneranno un brano ispirato alla colonna sonora del film “Il mandolino del Capitan Corelli”. Il ritratto di Pertini prenderà forma dalle mani della sand-artist Silvia Emme che lo rappresenterà con la sabbia.

Freedom

Gherardo Colombo in “Freedom… Imparare la libertà” con Sara Colombo, Dj Neelo e Cosimo Damiano Damato e performance live di Tommaso Piotta. In scena Gherardo Colombo ci ricorda il professor John Keating de “L’attimo fuggente”, racconta la libertà con la stessa passione e guitto poetico di Robin Williams. Colombo si rivolge al suo “Todd”, un giovane ragazzo disincantato (Cosimo Damiano Damato) che cerca di capire il valore della libertà in un mondo di “diritti negati”. A scandire lo spettacolo la performance live del rapper Piotta. Colombo racconta anche la bellezza e la poesia della Costituzione che in scena assume le sembianze di una giovane ragazza (Sara Colombo) regalandoci pagine di grande poesia civile.

Livia Travia e Paolo Tumolo

Livia e Paolo si sono conosciuti sul posto di lavoro. Un grande hotel romano dove Paolo ha messo la sua esperienza di cameriere di sala al servizio della tirocinante Livia. Da lì è nata un’amicizia, un’amicizia che ha superato con naturalezza gli ostacoli delle diversità. (Da questa esperienza è nato anche il programma televisivo Hotel 6 Stelle)

Ritorno al lavoro

Edoardo Leo e Francesca Barra raccontano la storia di Marcello e di tanti lavoratori in mobilità come lui che grazie ai corsi di formazione finanziati da Fondimpresa hanno trovato un nuovo posto di lavoro. La storia è tratta dal libro“Dal Fondo in poi. Storie di rinascita in tempo di crisi”. Fondimpresa, il Fondo per la formazione continua di Confindustria Cgil Cisl e Uil, ha finanziato finora l’aggiornamento e la riqualificazione di 3 milioni di lavoratori sui temi essenziali per il lavoro: dall’innovazione tecnologica alla sicurezza. Alcune iniziative sono state dedicate ai lavoratori in mobilità: la storia di Marcello è la storia di altre 8mila persone rimaste senza lavoro che hanno trovato, nella formazione mirata, una nuova possibilità di futuro. Il racconto sarà accompagnato dalle percussioni di Alfredo Verdini (hang drum) che suonerà una sincronizzazione ritmica ispirata a “Koyaanisqatsi” di Philip Glass. Il “ritorno al lavoro” prenderà forma visivamente dalle mani della sand-artist Silvia Emme.

Sono qui per mio padre

“Sono qui per mio padre”, suggestiva rievocazione di un primo maggio di 50 anni fa, scritta e letta dall’autore, Maurizio Maggiani. Un Primo Maggio dove lui bambino con il vestito buono viene preso per mano dal padre e portato in un corteo dei lavoratori come “Un re e il suo principino”. Il testo è un inedito e verrà accompagnato dall’organetto di Giuliano Gabriele e la viola di Lucia Cremonesi che suoneranno “L’Inno dei lavoratori” scritto nel 1886 da Filippo Turati. La sand-artist Silvia Emme rappresenterà con la sabbia questo Primo Maggio di tanti anni fa.

Elisa Claps

La giornalista Federica Sciarelli intervista Gildo Claps, il fratello della giovane Elisa scomparsa a Potenza, la sua città natale, il 12 settembre 1993 a soli sedici anni. Per sedici anni ne sono state perse le tracce finché il suo cadavere è stato rinvenuto nel sottotetto di una chiesa del capoluogo lucano il 17 marzo 2010. L’omicidio di Elisa Claps è un fatto di cronaca nera che ha interessato e continua a interessare opinione pubblica e media, divenendo uno dei casi simbolo del femminicidio. A raccontare sul palco del Primo Maggio la storia di Elisa il fratello Gildo che ne tiene viva la memoria. Il volto di Elisa Claps verrà rappresentato dalla sand-artist Silvia Emme che con la sabbia ne realizzerà il ritratto. Seguirà l’esibizione musicale del gruppo di Potenza Musicamanovella.

L’avventura di due sposi

“L’avventura di due sposi” racconto di Italio Calvino, tratto dalla raccolta “Gli amori difficili”. Due sposi, operai con inconciliabili turni in fabbrica, si incontrano solo per brevi momenti. Lettura di Edoardo Leo e Paola Minaccioni, accompagnata da Fabrizio Bosso alla tromba.

I due sindaci

Max Paiella porterà in piazza “i due sindaci” e canterà “I want to break free” (Rivoglio la DC) dei Queen, accompagnato da Attilio Di Giovanni alla tastiera.

Eroine

Il giornalista Aldo Cazzullo ricorderà le eroine partigiane che hanno lottato e perso la vita per la nostra libertà. La chitarra battente di Francesco Loccisano farò da sottofondo al racconto e la sand-artist Silvia Emme rappresenterà con la sabbia questo momento importante della nostra storia.

10.000 orti in Africa

Giornalista, scrittore, gastronomo, fondatore e presidente di Slow Food, Carlo Petrini sarà ospite del Concertone per raccontare il progetto della Fondazione Slow Food per i 10.000 in Africa. Realizzarli significa garantire alle comunità locali cibo fresco e sano, ma anche formare una rete di leader consapevoli del valore della propria terra e della propria cultura. In conclusione i Kachupa suoneranno “Siamo tutti africani” che è l’inno ufficiale di “Terra Madre 2014”.

Omaggio a Alda Merini

L’attrice Marzia Ercolani e il chitarrista Stefano Scarfone intrecceranno voci, suoni e melodie per omaggiare la grande poetessa Alda Merini portando sul palco un estratto del loro spettacolo tratto dal suo libro “L’altra verità: diario di una diversa”. La sand-artist Silvia Emme concluderà la performance scrivendo sulla sabbia “Anche la follia merita i suoi applausi”.

Nino Frassica

Nino Frassica leggerà la poesia di Ignazio Butitta che ricorda un primo maggio di tanti anni fa, il primo maggio del 1947, quando nella vallata di Portella della Ginestra vennero uccise undici persone. Il suo racconto verrà  accompagnato dal chitarrista Tony Canto.

Omaggio a Gabriel García Márquez

Edoardo Leo userà le parole di uno dei più grandi maestri del racconto, Gabriel Garcia Marquez, per sottolineare quanta forza può avere una storia. Ricorderà lo scrittore appena scomparso leggendo un suo racconto e Maurizio Filardo lo accompagnerà con la chitarra.

Alberto Bertoli

Alberto Bertoli tiene accesa la memoria del padre mettendo in contatto le loro canzoni, figlie a loro volta di un unico percorso che passa per le terre dell’Emilia e l’inquinamento e il terremoto che l’hanno colpita. Alberto canterà sul palco del Primo Maggio con le sue parole e con quelle di suo padre Pierangelo Bertoli.

Si rinnova anche quest’anno la collaborazione tra Radio2  e il Concertone del Primo Maggio:

Radio2 sarà la radio ufficiale dell’evento e sarà presente in Piazza San Giovanni con una diretta che inizierà alle 16:00 e terminerà a mezzanotte dell’1 maggio. Alla conduzione radiofonica e al commento della maratona musicale si alterneranno Lorenzo Scoles, Pier Ferrantini, Carolina Di Domenico, Massimo Cervelli, Nicoletta Simeone, Filippo Solibello e Marco Ardemagni.

Non mancheranno interventi dal backstage con interviste ai protagonisti della giornata. Radio2 Speciale Primo Maggio è a cura di Roberto Buttinelli e Rupert Bottaro.

Caparezza, “Museica” è l’album più venduto della settimana

La recensione di Museica, il nuovo album di Caparezza

La recensione di Museica, il nuovo album di Caparezza

Caparezza debutta subito in cima alla classifica FIMI/GFK degli album più venduti della settimana in Italia con l’album di inediti intitolato “Museica” scalzando “L’amore comporta” di Biagio Antonacci. Chiude il podio Davide Van De Sfroos con “Goga e Magoga”, seguito da Paolo Nutini ed il suo “Caustic love”. Stabile al quinto posto c’è Moreno con “Incredibile” mentre alle sue spalle c’è il pluripremiato “Mondovisione” di Ligabue. Al settimo posto si posiziona Mondo Marcio con l’album “Nella bocca della tigre” mentre ritroviamo Stromae ed il suo “Racine Carrèe” soltanto in ottava posizione. Scivola al nono posto Rocco Hunt con “’A Verità” mentre Giorgia risale dalla 16ma alla decima posizione chiudendo la top ten con “Senza Paura”

Damon Albarn, la recensione dell’album “Everyday Robots”

damon-albarn-everyday-robotsCome una falena attratta sia dalla bellezza che dalla tristezza, Damon Albarn, universalmente riconosciuto come icona della musica britannica, presenta “Everyday Robots”, il primo album da solista della sua carriera costellata di successi e importanti riconoscimenti, ottenuti in particolar modo coi Blur e con il progetto Gorillaz. Senza tergiversare troppo in preamboli e prolisse introduzioni, arriviamo subito al fulcro di questo disco che è indubbiamente il più intimo e personale dell’artista. Un viaggio a ritroso, compiuto in maniera elegante e sussurrata, attraverso una delicata texture sonora, studiata ad hoc dal produttore Richard Russell, capo della XL Recordings, che si abbina ad una linea melodica e vocale pacata, intensa, riflessiva, quasi controcorrente. Mentre il mondo impone, martella, corre e sfianca, Albarn raccoglie tempo ed energie per creare la giusta atmosfera, necessaria per parlare finalmente di sé e non degli altri. L’alienazione da tecnologia è il tema centrale della title track “Everyday Robots”: we are everyday robots on our phones in the processo f getting home. Looking like standing stones out there on our own. We’re everyday robots in control, in tre process of being sold. Parole forti che non fanno sconti, un testo consapevole che trova una strada perfetta in un minimalismo ricco e consapevole. La malinconica e ricercata “Hostiles” precede l’incerta e tormentata “Lonely Press play” mentre malinconici ricordi fanno capolino tra le calde percussioni africane di “Mr Tembo”. Damon Albarn lavora per sottrazione, seguendo la filosofia, spesso vincente, del “less is more”. Lo strumentalismo scarno di “Parakeel” si riveste di un’enigmatico ed immaginifico fascino mentre Natasha Khan dei Bat for Lashes compare nel ritornello di “The Selfish Giant”, inserendosi con impercettibile grazia e leggerezza tra le pieghe di una relazione di lungo corso. Parole che fluttuano tra passato, presente e futuro sono quelle cantate da Albarn che, in “You & Me” trova la forza di fare un cenno alla dipendenza dalle droghe. “Hollow Ponds” racconta, invece, l’elegante e luminosa Londra del 1976 mentre il sontuoso pianoforte di “Seven High” rientra tra i momenti più sofisticati del disco. Sentimenti e amore la fanno da padrone in “History of a cheating Heart” mentre l’album si avvia alla conclusione sulle note di “Heavy Seas Of Love”: Brian Eno, già collaboratore di Albarn in Africa Express, arricchisce, senza manie di protagonismo, il gradevolissimo carico emotivo trainato dal testo del brano: “When your soul isn’t right / And it’s raw to the night / It’s in your hands / When the traces of dark come to fade in the light / You’re in safe hands. Heavy seas of love/Radiance is in you/As above so below/On the heavy seas of love”: cantori del cuore si nasce e Damon Albarn lo nacque.

Raffaella Sbrescia

Video: Lonely Press Play

“Blues Tale”, l’album d’esordio dell’Alex Usai Blues Band

COVER ALBUM_Blues Tale_Alex Usai Blues Band_b (2)“Blues Tale”  è la favola blues che segna l’esordio artistico della Alex Usai Blues Band. Un conglomerato di quattro anime milanesi, legate a doppio filo ad un genere musicale che ha segnato la storia e l’evoluzione della musica mondiale. Alex Usai (chitarra, voce), Alberto Gurrisi, (hammond), Ivo Barbieri, (basso, voce), Martino Malacrida (batteria), si sono dunque uniti in un progetto che ha visto la luce lo scorso 7 marzo. Il disco si compone di 9 tracce, di cui 7 inediti e due particolari arrangiamenti di “All you need is love”, tributo ai Beatles, e “Britta’s Blues” di Anthony Wilson. Alex Usai compone musiche e melodie spaziando tra generi e secoli, traendo ispirazione sia dal blues americano contemporaneo che dallo shuffle tipico dei primi anni 60. Virtuosismi e accenti strumentali lasciano trasparire l’esperienza e la disinvoltura con cui l’Alex Usai Blues Band intende creare un sound riconoscibile.

Alex Usai Blues Band

Alex Usai Blues Band

Il brano d’apertura del disco è la title track “Blues tale”: il racconto di un incontro che segnerà il destino di più persone. “No More Sunny Days” lascia la parola agli strumenti, attraverso un  flusso di visioni e suggestioni ispirate ai blues player d’oltreoceano. La già citata “Britta’s Blues” si riveste di suoni elettrici, senza, tuttavia, travisare l’antico protagonismo di organo e chitarra. A seguire c’è “Follow Me”, il canto di un’avventura selvaggia. Lacrime e pensieri inseguono lividi e sudore in una battaglia strumentale senza campo. “I’m Not Wide Awake” è la prima ballad del disco, un grido intimista per uscire dal torpore psichico e sensoriale in cui spesso preferiamo sostare per non lasciarci travolgere da un’angosciante sensazione di smarrimento. L’ Alex Usai blues band trasforma tutto ciò che incontra sulla propria strada. Stessa cosa avviene con “All You Need Is Love”, il classicone beatlesiano diventa una rock ballad decisamente diversa dal solito. Il brano più intenso del disco è  “Hope”: una chitarra acustica traccia speranze e concetti, attraverso un suono caldo e semplice, come la vita. L’incontro tra blues e pop avviene in “Mr. Man”, l’obiettivo, riuscito, è una valida esaltazione della personalità di Alex Usai. Chiude il disco “Tilly”, una ballad strumentale, soft e riflessiva, in grado di rispecchiare fedelmente lo spirito autentico e verace dei professionisti che hanno dato vita ad un racconto senza tempo e senza etichette.

Raffaella Sbrescia

Ascolta “Blues tale”

“Eez-Eh”, il nuovo singolo dei Kasabian. La recensione

eeh eh“Eez-Eh” (“Easy”) è il primo trascinante singolo estratto da “48:13”, il nuovo album dei Kasabian, in uscita il prossimo 10 giugno. Il brano si apre subito con un beat irresistibile. Pura potenza elettronica per quella che si presenta a tutti gli effetti come una hit da dancefloor. Dopo decine di messaggi criptici, postati da Sergio Pizzorno e Tom Weighan sui canali social del gruppo, la rete già impazza sulle note di un brano che, come l’album, intende rispecchiare la ferma volontà dei Kasabian di mettersi a nudo.  La coinvolgente orecchiabilità del suono si associa ad un cantato distorto, a tratti ipnotico, di Weighan e ad una miriade di suoni sintetici che distraggono inevitabilmente l’ascolto di un testo niente male:

“Eez eh, I’ll make you mad. If you want to, I take you out. I got a feeling that I’m gonna keep you up oh. Gonna keep you up all night. Tired of taking orders, Coping with disorders, Running out of power, Tired of taking orders, Coping with disorders, Running out of power. Horsemeat in the burgers, People commit murders. Everyone’s on bugle We’re being watched by Google”.

Facile, easy, diretto e immediato, il testo evidenzia subito una stanchezza generale, una stanchezza insita nell’animo di gente che usualmente prende ordini per abitudine e sfiancamento. La constatazione che viviamo sotto il vigile controllo dei motori di ricerca, che siamo carne da macellare e indicizzare nel bel mezzo di un polverone mediatico, subdolo e nebuloso. In attesa di capire se e come potremo districarci da questo inghippo esistenziale, balliamoci su..

Raffaella Sbrescia

Video: “Ehz-eh”

Zero Assoluto, la recensione del singolo “Adesso basta”

zero assoluto“Adesso basta” è il nuovo singolo degli Zero Assoluto. A tre mesi dall’uscita del brano intitolato “All’improvviso”, Thomas De Gasperi e Matteo Maffucci  hanno deciso di seguire una logica un po’ diversa dal mercato, che brucia tutto e subito, dedicando un certo periodo ad ogni canzone che andrà a comporre il nuovo album di inediti di cui non è ancora nota la data di pubblicazione. Tempo per capire, per sedimentare, metabolizzare, affezionarsi a melodie e parole. “Adesso basta” si riveste subito di un fascino inconsueto, frutto della collaborazione con Alex Neri e Marco Baroni dei Planet Funk. Il  brano gode di un appeal fresco e dinamico. L’intro ritmata determina subito un meccanismo di diffusione mainstream attraverso un dichiarato richiamo alla musica elettronica /dance.

Per quanto riguarda la parte testuale saltano subito all’occhio un paio di incongruenze poste all’interno del ritornello: si passa da un discorso legato alla società contemporanea, al fotogramma di un rapporto a due, senza lasciar passare un filo conduttore tra i due temi in apparente contrasto tra loro: “Ma adesso basta scendiamo tutti quanti in piazza e riaccendiamoci la testa era rimasta alla finestra un po’ distratta pensa sei solo tu la mia speranza e la mia uscita di emergenza se questa corda non si spezza ci costerà un extra”. In realtà il collegamento tra la crisi sociale e i sentimenti esiste eccome, si tratta di una catena, in cui ogni singolo anello, coagula i delicati e fragili equilibri si cui si fondano le esistenze di anime sempre più precarie. Il sentimento diventa un’uscita d’emergenza da una società che non offre spazi ma solo effimeri sfizi.

Il videoclip del brano porta, anche stavolta, la firma del regista Cosimo Alemà, a conferma di un sodalizio artistico collaudato e durevole nel tempo. Il video, realizzato sotto un tunnel di circa cinquecento metri e costruito nelle vicinanze della nuova Fiera di Roma, presenta un unico piano sequenza in cui gli Zero Assoluto seguono la telecamera mentre, sullo sfondo, entrano in scena diversi personaggi il cui ruolo rispecchia, in maniera ironica ma fedele, quello dei “saltimbanchi” che fin troppo spesso ci girano attorno.

Raffaella Sbrescia

Video: “Adesso basta”

Palazzo Venezia, ‘Il Sabato degli Aperitivi Musicali’

incontri maggio-giugno (2)Sabato 3 maggio alle ore 11.00 a Palazzo Venezia Napoli (via B.Croce n.19, I Piano) l’ Ass. Palazzo Venezia Napoli e l’ Accademia Musicale Europea terranno il primo dei tre appuntamenti musicali previsti all’interno della rassegna intitolata ‘Il Sabato degli Aperitivi Musicali’. Gli eventi si terranno durante  il mese di maggio e saranno diretti musicalmente dal M° Luciano Ruotolo.

Ad esibirsi nel primo appuntamento la pianista Angela Picco ed il violoncellista Adriano Ancarani.

Ad accogliere gli ospiti nelle sale storiche un aperitivo di benvenuto al quale seguirà il concerto all’interno della suggestiva Casina Pompeiana. La giornata si concluderà con la visita guidata agli altri ambienti di Palazzo tra i quali il Giardino Pensile.
In programma la Sonata op. 65 in sol minore di F.Chopin, Fantasiestuke op. 73 di R.Schumann e Introduction et Poloneise brillante op. 3 di F. Chopin

Contributo organizzativo 5 euro (Concerto, visita guidata, aperitivo)

Prenotazione entro venerdì 2 maggio al seguente numero telefonico:

Tel. 081.552.87.39 (h.9,30 – 13,30/15,30 – 19,00)

I prossimi appuntamenti della rassegna:

Sabato 10 Maggio ore 11.00
‘Duo Souvenir’
Carla Senese-Mandolino, Riccardo Del Prete-Chitarra

Sabato 31 Maggio ore 11.00
Concerto allievi del Corso di Pianoforte del M° Luciano Ruotolo

Rai1: “Speciale Tg1″ lavoro, musica e parole

specialeLavoro, musica e parole. Questi gli elementi centrali dello “Speciale TG1″, andato in onda su Rai1 domenica 27 aprile alle 23.20.
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, cita l’Articolo 1 della Costituzione italiana, rimandando al concetto che il lavoro sia insito nella connotazione del nostro sistema statale. Nel bel mezzo di giorni difficili, nell’epoca degli “Sconfitti 2.0”, il lavoro non è più un diritto, è un sogno, una necessità, un punto di arrivo. Qui non si tratta di vivere per lavorare ma di lavorare per poter vivere. Lo speciale, davvero ben fatto, intraprende un percorso di approfondimento che parte dai primi anni ’50 fino ad arrivare ad oggi. Il canto acquisisce di volta in volta un significato diverso passando dall’espressione della fatica, all’incitamento della ribellione alla denuncia di una protesta.

Pierfrancesco Favino in Pane e Libertà

Pierfrancesco Favino in Pane e Libertà

Ogni fase storica è intervallata dalla magistrale interpretazione di Pierfrancesco Favino nel film “Pane e libertà”, in cui l’attore interpreta il celeberrimo sindacalista italiano Giuseppe Di Vittorio. Si tratta di stralci di discorsi intensi, reali, concreti, motivati da un profondo spirito solidale. Sebbene non sia questa la sede più adatta per approfondire il discorso, è inevitabile sottolineare che oggi sia sempre più raro individuare dei personaggi di spicco in grado di rivolgere un concreto aiuto a milioni di persone in continuo affanno. Ritornando a “Lavoro, musica e parole”, lo speciale propone i brani che hanno segnato l’epopea della musica legata al lavoro sottolineando come la musica popolare italiana si sia di volta in volta adeguata ai temi proposti dal cantautorato più impegnato sul fronte politico e sociale. Si va da “Contessa” dei Modena City Ramblers a “Proposta” dei Giganti, passando per “Io vado in banca” de I Gufi e “Ma che bella giornata” di Ugolino fino a “Chi non lavora non fa l’amore” di Adriano Celentano, contestato da Franco Trincale con il brano, autoprodotto, “Risposta a Celentano”, “La filanda” di Milva a “L’operaio della FIAT (la 1100)” di Rino Gaetano.

Scioperi, sindacati, ridimensionamenti sono al centro dell’epoca post-bellica, l’italiano medio ridiscute le proprie priorità, lascia la terra, emigra in un altrove che lo abbaglia e lo alletta. Luigi Tenco precorre i tempi con “Ciao amore ciao”: in tre minuti scarsi, il cantautore canta gioie e dolori di cuori legati con lo spago, lo stesso con cui hanno impacchettato la loro valigia di cartone. Rare immagini degli archivi Rai, note e parole attraversano il cuore e la mente come lame, l’Italia, come sempre, è in ritardo; il mondo corre veloce, la musica corre veloce, il rock, il punk, il grunge e noi? Fermi. E le donne? Invisibili.

Molto significativo è l’inserimento nello speciale di “Vincenzina e la fabbrica”, il bellissimo brano frutto dell’indimenticabile genio di Enzo Jannacci. E poi, ancora, “Andare, camminare, lavorare” di Piero Ciampi, “Il tic” di Giorgio Gaber, “Amara terra mia” di Domenico Modugno, “Maria nella bottega del falegname” di Fabrizio De Andrè.

Lontani dai folksinger americani, i cantautori italiani descrivono le emozioni e i tentativi di evoluzione di un popolo che, nel 2014, si ritrova a vivere una difficile situazione di stallo sociale, economico ed emotivo. Lo speciale si conclude con “Eroe (Storia di Luigi delle Bicocche)” un brano di Caparezza in cui ogni strofa è un doloroso pugno allo stomaco. Il testo meriterebbe una citazione completa ma una parte, nello specifico, può offrire una fedele idea di quello che racchiude la canzone:

“Stipendio dimezzato o vengo licenziato.A qualunque età io sono già fuori mercato, fossi un ex SS novantatreenne lavorerei nello studio del mio avvocato invece torno a casa distrutto la sera, bocca impastata come calcestruzzo in una betoniera.

Io sono al verde vado in bianco ed il mio conto è in rosso
quindi posso rimanere fedele alla mia bandiera
su, vai, a vedere nella galera, quanti precari, sono passati a malaffari
quando t’affami, ti fai, nemici vari, se non ti chiami Savoia, scorda i domiciliari,
finisci nelle mani di strozzini, ti cibi, di ciò che trovi se ti ostini a frugare cestini
..ne’ l’Uomo ragno ne’ Rocky, ne’ Rambo ne affini
farebbero ciò che faccio per i miei bambini, io sono un eroe”.
Lo speciale si conclude con le esilaranti battute tratte dal programma “Convenscion”, perchè
pur sopportando una condizione di precariato perenne alla fine “l’importante è ca nisciun ci fa fess”.

Raffaella Sbrescia

Video: “Eroe”

A New Horizon, la recensione dell’album “Penrose”

Copertina - A New Horizon - Penrose (2)“Penrose” è il secondo album full-lenght dei napoletani A New Horizon, la band alternative rock composta da Giancarlo Gallinoro (voci e chitarre), Alvaro d’Apollonio (chitarre) e Yulan Morra (basso). Prodotto da Antonio Filippelli, l’album si contraddistingue per un utilizzo più evidente e ben calibrato dell’elettronica:  suoni campionati, synths e pads costituiscono, infatti, la base portante dei brani, a cui si aggiunge un’articolata sezione ritmica, impreziosita dal featuring con Jacopo Volpe (Vanilla Sky, We Love Drums). I testi, di cui esiste anche la versione inglese per  5 dei 10 brani di “Penrose”, contenuta nell’ep dal titolo “Now or Never”,  ruotano attorno a pochi ma fondamentali temi: sogni e aspirazioni fanno i conti con una lucida presa di coscienza, auspicando una rivalsa possibile.

A New Horizon

A New Horizon

Il disco si apre con “Adesso So”: preferisco rischiare che pian piano sparire, canta Gallinoro, mentre la riuscita formula tra elettronica e delay sulle chitarre costituisce il fascino di “Più che esistere”. Lontano dall’abitudine che logora, che consuma pian piano idee e anima, c’è l’istinto, la voglia innata di reagire, di farsi sentire, di riuscire a costruire se stessi per non limitarsi semplicemente a sopravvivere. “Vorrei”, il primo singolo del disco, è un brano fortemente autobiografico, seguito da “Non è più tempo per noi”: come fai a credere che il tuo sia vivere? Una domanda complessa, a cui sarebbe altrettanto complesso rispondere. Molto interessante è l’arrangiamento di “Qui per te”, arricchito da archi e chitarre slapback dei ritornelli. Nonostante il disorientamento su cui è imperniato il testo di “Leggera”, il finale del brano è assolutamente in linea con l’ottimismo generale del disco che, tra l’altro, irradia anche le parole di “Continuerò a camminare”, il brano urban dubstep dell’album. “Io ci sarò” presenta il testo più distante dagli altri, sebbene l’effluvio elettronico rimanga una costante anche in questo caso. Molto intensa è  “Solo Un Gioco”, una ballad in cui il grande protagonista è il pianoforte: Sono qui ancora in piedi fino a che c’è da resistere, parole profonde e coinvolgenti che ci introducono alle note spensierate di “Un Giorno Sereno”, un brano dal mood leggero che chiude il disco con un tocco di ottimismo che non guasta. Gli A New Horizon sanno bene cosa vogliono e, pian piano, si stanno costruendo un proprio spazio, senza strafare. Aldilà dei riconoscimenti, la band lavora alacremente sulla costruzione melodica e strumentale dei propri pezzi e i risultati sono tangibili.

 Raffaella Sbrescia

Video: “Vorrei”

Ascolta “Penrose” in streaming:

 

 

“Apolide”, il nuovo album di Eusebio Martinelli. La recensione

apolide“Apolide” è il termine che racchiude il titolo e lo spirito del nuovo album di Eusebio Martinelli, il virtuoso trombettista che, con l’inseparabile Gipsy Abarth Orkestar, diverte e conquista grazie a nuovi gustosi elementi: sonorità, collaborazioni, testi e sfumature nuove assorbono e fanno propria l’anima artistica di Martinelli che, restando fedele al proprio background, approfondisce e sviscera il suo mondo privo di confini e limitazioni. “Apolide” è, infatti, un viaggio coinvolgente e sfrenato, trainato dalle vele di un veliero fatto di inchiostro nero, pieno di note cosmopolite. Il folk si sposa alla trascinante baldanza della tradizione balcanica e tzigana, trovando inedite vie espressive attraverso il virtuosismo dei numerosi musicisti che hanno preso parte a questo meritevole  progetto.

eusebio martinelliLa prima traccia dell’album è la title track “Apolide”: un ritmo serrato ed incalzante vitalizza suoni e colori di una non dimensione. “Danze sulla polvere” è la prima delle tre tracce  cantate, la bellezza che inebria le idee rompe le catene imbevute di ego e vanità. Siamo fatti di polvere, meglio ricordarlo ballandoci su. “Surus” è un brano mistico, ispirato dal nome del valoroso elefante di Annibale che, a capo dell’esercito Cartaginese, valicò le Alpi. “Surus” si riveste di ipnotico fascino grazie al seducente theremin del polistrumentista Vincenzo Vasi che, come Martinelli, vanta una durevole collaborazione con Vinicio Capossela. Il brano più intenso del disco è “Grecale”: il canto di Amira Sehtl si sposa al violino tzigano di suo figlio Mario Sehtl, creando un’immagine  solenne e festosa al contempo. Musica e pensieri si lasciano accarezzare da una brezza di emozioni provenienti da  Nord-Est. “Oleao” rappresenta, invece, il brano caciarone. L’originale reinterpretazione delle melodie tratte dagli storici film di Alberto Sordi riesce a disegnare un sorriso sul volto. “Le cantine di San Giglio” è il titolo di una canzone ispirata ad una ricorrenza che, più di una festa, rappresenta l’occasione di un viaggio cullato da un timoniere speciale, la “Cicala”, il celebre vino dell’isola, in grado di animare amori e melodie. Libero sfogo alla creatività di Martinelli in “Sinfonia 5”: orchestra e solisti si alternano tra ritmi gitani e le inflessioni più tipicamente mediterranee fino a convergere in un travolgente crescendo finale. A chiudere il disco è il remix realizzato da Dj Tagadà di “Gazpacho”, brano tratto dal precedente omonimo album di Martinelli. Un balkan beat  perfetto per concludere una festa di note.

Raffaella Sbrescia

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