Sandra Carrasco live: sensualità flamenca al Blue Note di Milano

Sandra Carrasco ph Luigi Maffettone

Sandra Carrasco ph Luigi Maffettone

La carismatica performance dell’appassionata e talentuosa cantautrice andalusa Sandra Carrasco ha intriso di calda sensualità l’atmosfera del Blue Note di Milano, persino in una enigmatica serata di fine luglio. I colori, le sfumature e le infinite declinazioni della sua voce intensa e soave si rivelano subito con un primo canto a cappella dal fascino immediato e immaginifico. Terre lontane e strumenti a fiato ricorrono nella mente mentre Sandra Carrasco ci prende per mano con il solo potere della sua voce. Un attimo dopo subentrano i suoni dei suoi compagni di scena: l’immancabile Daniel Melon Jimenez alla chitarra, il vigoroso Aldo Vigorito al contrabbasso e l’equilibrato Giovanni Imparato alle percussioni. Delicatezza, sensualità, leggerezza, eleganza sono i cardini lungo i quali Sandra Carrasco si muove spaziando dal bolero al tango alla bossanova al pop senza mai trascurare la sua irrinunciabile matrice flamenca.

Melodie intense, interpretazioni cariche di espressività e pathos hanno catalizzato anche l’attenzione degli spettatori meno attenti. Genuina ed emozionata, la Carrasco si è avventurata nell’esecuzione dei brani racchiusi nel suo ultimo album intitolato “Océano”. Un lavoro giunto a tre anni di distanza dall’album di debutto e che riveste di nuove colorazioni diversi grandi classici della musica latino americana mondiale. “Sabor a mí”, ”Por una cabeza”, ”Piel de canela” o ”Envidia”, “Resistiré”,  ”Oh, qué será”,  “Bossa nova junto a ti” di Marisol Pepa Flores ma anche un paio di brano dell’indimenticabile Pino Daniele: “ Recentemente sono stata ospite del festival Marigliano in Jazz, sono rimasta folgorata dal groove napoletano e ci terrei tantissimo ad omaggiare un grande artista come Pino”, ha spiegato Sandra che, nonostante l’apprezzabilissima intenzione, non è riuscita a domare la lingua come avrebbe dovuto. Grande recupero nei bis con la sensuale carnalità delle tonalità vibranti ed ascendenti di un intenso brano cantato a cappella, una seconda e più sentita esecuzione di “Por una cabeza” ed una improvvisatissima “Besame mucho”, il cui ricordo resterà a lungo impresso nella mente.

Raffaella Sbrescia

Rassegna dell’Arpa Viggianese: tre giorni e tre notti per celebrare la tradizione arpistica lucana

Ensemble Sangineto

Ensemble Sangineto

Per  tre giorni e tre notti Viggiano, cittadina di tremila anime nel cuore della val D’Agri, ospita l’VIII edizione della “Rassegna dell’Arpa Viggianese”, un evento che celebra la secolare tradizione arpistica lucana con concerti, workshop, seminari e aperitivi musicali.

La rassegna diretta dal Maestro Vincenzo Zitello (il più famoso arpista italiano al mondo) e organizzata dall’assessorato al Turismo e Spettacolo del Comune di Viggiano, celebra innanzitutto il legame tra la cittadina lucana e l’arpa. Legame che si è consolidato nel 1857 quando un terribile terremoto distrusse il paese, che fu ricostruito solo grazie al benessere dei tanti musicisti girovaghi, i quali, suonando nelle principali città d’Europa e degli Stati Uniti inviarono i loro risparmi alle famiglie. Grazie alla musica quindi, Viggiano “trasformò in casa ogni tugurio” e ogni musicante espresse la gratitudine verso il proprio strumento inserendo nella chiave di volta del portale il simbolo del suo benessere: l’arpa!

Vincenzo Zitello

Vincenzo Zitello

Anche quest’anno il borgo lucano a quota 1000 metri accoglie sonorità e artisti differenti, provenienti non solo dall’Italia ma anche da Australia, Irlanda e Francia per rendere omaggio a quell’arpa narrata anche da Giovanni Pascoli nel 1884.

Nel suggestivo scenario del Mandorleto, il 3 agosto inaugureranno la kermesse i Quintana, un duo formato da Kateřina Ghannudi (arpa barocca e voce) e Ilaria Fantin(arciliuto, ud e percussioni). Il viaggio continua con Ambra Zunino & Loris Lombardo con “HANDHARP”, brani tratti dalla tradizione popolare di varie parti del mondo, dalla musica antica fino ai più recenti lavori della cosiddetta word music. In scena anche il Marianne Guberti Trio con il progetto “ARPA FLAMENCA”, un spettacolo che avvicina due realtà apparentemente lontane come l’arpa classica e il ballo flamenco, alternando ritmi di danze tradizionali spagnole a poesie musicali descrittive della natura circostante, nel puro stile impressionista dell’inizio ‘900.

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La rassegna prosegue il 4 agosto con le eleganti atmosfere del Sangineto Ensemble, con melodie della tradizione irlandese interpretate in chiave inedita e brani originali di sapore celtico. Il profumo di “Caffè Amaro”, progetto nato da una collaborazione tra Andrea Ponzoni (apo-tech, Cinemavolta) e l’arpista australiana Diane Peters, illustre musicista jazz, risveglierà i sensi con una miscela di improvvisazione, composizione e manipolazione del suono. A conclusione della  seconda serata in scena The Henry Girls, tre sorelle della contea del Donegal che presentano un repertorio originale che unisce la musica folk tradizionale irlandese con note americane, bluegrass e pop.

Anche quest’anno verranno consegnati i due importanti riconoscimenti, il premio  HarpoMarx  all’arpista Andrea Piazza e il  premio “Arpa Popolare Viggianese” al Professor Enzo Vinicio Alliegro, antropologo all’Università degli Studi di Napoli Federico II.  Protagonisti della serata conclusiva, sotto la guida del maestro paraguaianoLincoln Almada,  saranno gli allievi della scuola di Arpa Popolare di Viggiano, che con dedizione, anno dopo anno, custodiscono la preziosa tradizione arpistica viggianese, portandola alla ribalta dei principali palcoscenici nazionali.

Tutti gli eventi in programma sono ad ingresso gratuito.

Fonte: Ufficio stampa

Info: www.arpaviggianese.it

Meeting del Mare: il photo report della XIX edizione

Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

Carmen Consoli, Enzo Avitabile, Francesco Di Bella, Enzo Avitabile e decine di altri artisti tra cui La Maschera, Tartaglia & Aneuro, Sineterra, Manuel Foresta, Le Metamorfosi, Re Noir, Eterea,  Martino Adriani, Il Conte Biagio, Toralbo & i Minimali, Popular Guitar duohanno completato la ricca programmazione del Meeting del Mare, la kermesse musicale cheogni anno infiamma il Cilento. La rassegna, organizzata come sempre da don Gianni Citro e giunta 19 esima edizione, quest’anno è stata incentrata sul tema dell’interiorità e, come di consueto, ha offerto al pubblico una serie eventi musicali gratuiti dislocati nelle più svariate  location cilentane.

Fiumi di parole non potranno mai rendere esattamente l’idea di quando vissuto per cui lasceremo che a parlare siano le fotografie scattate da Luigi Maffettone.

Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

 

Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

 

Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

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Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

Meeting del Mare 2015 ph Luigi Maffettone

Maria Gadù in concerto al Ravello Festival. Le foto

Maria Gadù live @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Maria Gadù live @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Maria Gadù rinsalda e consolida il legame tra il sud America e Ravello con uno splendido concerto sulla terrazza a strapiombo del prestigioso Ravello Festival. Forte della potenza carismatica della sua voce e dello sperimentalismo che affonda entrambe i piedi nella più antica tradizione, la Gadù ha offerto al pubblico non solo i suoi più grandi successi ma ha anche concesso ampio spazio a “Guelã”, la sua ultima creatura discografica pubblicata per Sony, che sancisce con forza la direzione del cammino artistico di una cantautrice figlia del glorioso passato e madre di una nuova corrente musicale aperta alle ispirazioni estemporanee del mondo contemporaneo.

Leggi la recensione di “Guelã”

Photogallery a cura di: Anna Vilardi

Maria Gadù live @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Maria Gadù live @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

 

Maria Gadù live @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Maria Gadù live @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

 

Maria Gadù live @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Maria Gadù live @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

 

Maria Gadù live @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Maria Gadù live @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Maria Gadù live @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Maria Gadù live @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Lorenzo negli stadi 2015: con l’omaggio a Pino Daniele, il concerto di Jovanotti allo Stadio San Paolo è tutta n’ata storia

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

Fiumi di parole sul web, su carta, in tv sono state spese per “Lorenzo negli Stadi 2015″,  uno tra i live tour più gettonati dell’anno in corso. Artefice di uno show totale, ragionato in grande e fin nei minimi dettagli, Lorenzo Jovanotti raccoglie i frutti di un percorso che l’ha portato in giro per il mondo ma che, nonostante tutto, non si è mai distaccato dalla tradizione italiana. Avendo già avuto modo di partecipare e recensire uno dei tre concerti che l’artista ha tenuto allo Stadio San Siro di Milano, cogliamo l’occasione per concentrarci sull’omaggio che Lorenzo ha voluto fare all’amico Pino Daniele, affiancato da Eros Ramazzotti e James Senese, in occasione del concerto tenutosi lo scorso 26 luglio allo Stadio San Paolo di Napoli.

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

Sarà perchè lo stadio partenopeo ha riaperto le porte alla musica soltanto da pochissimi mesi o perchè il pubblico di Napoli vive con particolare partecipazione eventi di grossa portata, la decisione di omaggiare Pino ha catalizzato l’attenzione e, ad oggi, ancora si parla delle possibili motivazioni che abbiano portato Jovanotti a compiere la scelta di cantare “Quanno chiove”, “Napule è”, “A me me piace ‘o blues”. Di fatto, l’unica cosa che davvero conta sono le emozioni che il pubblico ha vissuto, l’autenticità delle intenzioni e la speranza che la musica possa essere ancora il filo conduttore delle nostre anime sempre più avvizzite.

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

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Jovanotti live @ Stadio San Paolo - Napoli ph Luigi Maffettone

Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone

 

Jovanotti ed Eros Ramazzotti durante le prove dell'omaggio a Pino Daniele ph Ufficio stampa Goigest

Jovanotti ed Eros Ramazzotti durante le prove dell’omaggio a Pino Daniele ph Ufficio stampa Goigest

 

Jovanotti ed Eros Ramazzotti durante le prove dell'omaggio a Pino Daniele ph Ufficio stampa Goigest

Jovanotti ed Eros Ramazzotti durante le prove dell’omaggio a Pino Daniele ph Ufficio stampa Goigest

 

Umbria Jazz 2015: storia, passione ed eccellenza nel nome della musica

La musica intesa come evento totalizzante. Anima, cuore, emozioni e pensieri riuniti sullo stesso binario della passione. Questa ultima edizione di Umbria Jazz è stata seguita da tantissime persone, ogni anno sempre più numerose, a dimostrazione del fatto che la musica riesce ancora a riempire gli interstizi delle nostre anime sempre più avvizzite. Che sia per un concerto esclusivo o semplicemente per una performance on the road, il fluido movimento di note, più o meno famose, racchiude ancora la formula magica in grado di smuoverci dall’interno. I contorni di questa manifestazione così maestosa sono i territori umbri di Perugia e dintorni: ogni angolo, ogni odore, ogni scorcio si riveste di nuovo fascino, già forte di antica eco. L’aver preso parte a questo speciale avvenimento ci ha resi particolarmente felici ed orgogliosi, certi di poter sostenere che rassegne come quella di Umbria Jazz rappresentano un importante esempio di eccellenza italiana nel mondo.

Photogallery mista a cura di: Roberta Gioberti ( inviata a Perugia)

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

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Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

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Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

Umbria Jazz 2015 ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

 

 

Ballerini per una notte con Giorgio Moroder. Il live report del set all’Estathè Market Sound

Giorgio Moroder ( scatto presente sulla pagina Facebook dell'artista)

Giorgio Moroder ( scatto presente sulla pagina Facebook dell’artista)

L’Estathè Market Sound si trasforma nella migliore discoteca all’aperto di Milano per l’attesissimo set di Giorgio Moroder.  Ad accompagnare la performance del padre della musica dance e pioniere dell’elettronica  solo grappoli di casse e qualche visual. Prima di lui, la potente performance di Claudio Coccoluto che, fino alle 22.30 ha tenuto felicemente banco. Subito dopo, le note che hanno fatto la storia delle ultime generazioni hanno catapultato il cuore indietro nel tempo: atmosfere vintage, ricordi di altre epoche ed emozioni senza età hanno fatto capolino tra i guizzi di un serratissimo set caratterizzato da una continua alternanza di brani del passato e hits più recenti. Dietro al suo MacBook Moroder  diverte e fa divertire il pubblico, purtroppo poco numeroso rispetto all’esclusività dell’evento in questione.  L’apertura è subito di grande impatto con “Love To Love Me Baby” , il brano che ha lanciato Moroder sulle scene mondiali insieme alla sua musa, la celeberrima Donna Summer. Poi, in successione, alcuni successi tratti dall’ultimo album di  inediti intitolato “Dejà vu”, pubblicato per Sony dopo ben 30 anni. Stiamo parlando di “Diamonds” (con Charli XCX), “Right Here, Right Now” (con Kylie Minogue), “Tom’s Diner” (con Britney Spears) e la riuscitissima titletrack “Déjà vu” (con Sia). Inaspettato l’omaggio all’Italia con “Un’estate italiana(indimenticabile colonna sonora dei mondiali di Italia 90). Pubblico in visibilio per veri e propri cimeli musicali come “The NeverEnding Story”, “Take my breath away”, le sexy hit di Donna Summer e l’immortale “I Feel Love”. Immancabile “Giorgio by Moroder”, la traccia che ha segnato la collaborazione del dj producer con i Daft Punk e che gli ha donato nuovo lustro. Ampie le rivisitazioni delle hits di gettonatissimi colleghi contemporanei: Avicii, David Guetta, Calvin Harris poi, dopo un’ora e quindici minuti di show, l’adrenalinico ed indimenticabile gran finale con “Call Me”, definito dallo stesso Moroder “il mio favorito”. Il suono del futuro che viene dal passato ci ha reso tutti ballerini per una notte. La leggerezza della dance music rappresenta ancora quella sorta di fluido magico che ci viene in soccorso quando annaspiamo nel grigiore quotidiano.  Per questa ragione viva Giorgio Moroder che, a settacinque anni e con tre Oscar tra le mani, riesce ancora a farci scatenare senza se e senza ma.

Leggi l’intervista a Giorgio Moroder

 Raffaella Sbrescia

Take 6 live @ Blue Note Milano: quando il concetto di concerto implica la parola festa

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Il Blue Note di Milano come non l’avete mai visto. Quando? Lo scorso 23 luglio in occasione del travolgente concerto dei Take 6, gruppo musicale a cappella/gospel statunitense attivo dal 1987 e originario di Huntsville, nonché vincitore di svariati Grammy. Spiritosi, genuini, padroni della propria voce e del palcoscenico, i Take 6 hanno coinvolto il pubblico in uno show completo, divertente ed emozionante. Riconosciuti, di diritto, tra i rivoluzionari del canto a cappella, i sei artisti, hanno ripercorso in lungo e in largo le tappe clou del jazz, del gospel e della black music mondiale. Non sono mancati tuffi nel passato ma anche sornione scelte più recenti dalla loro “Spread Love” contenuta nell’album “Doo be doo wop bop”, a “I’ve got the life” passando per le gettonatissime cover di “Happy” di Pharrell Williams, riuscita veramente alla perfezione, “Stand by me” di Ben E. King, “Overjoy” di Stevie Wonder , “Family of love”, dedicata al pubblico e “Uptown Fukn” di Mark Ronson feat. Bruno Mars.

Forti della maestrìa con cui usano il vocalese, stile canoro tipicamente jazz in cui le parole vengono adattate a melodie eseguite come composizione orchestrale o improvvisata, i Take 6 padroneggiano vorticosamente temi, versi, parole e ritmi. Le loro voci si atteggiano a strumenti musicali ed il risultato è stupefacente. Aggirandosi tra il pubblico senza rinunciare alla compartecipazione e all’umorismo che li contraddistingue i Take Six si concedono una lunga  e divertente parentesi dedicata a Michael Jackson regalando al pubblico ben due bis, di cui ricorderemo soprattutto il primo; un canto gospel interamente eseguito senza microfoni ed incentrato su un’unica parola dal significato totalizzante: Alleluia.

Raffaella Sbrescia

Intervista a Fabrizio Bosso: l’omaggio a Duke Ellington e l’idea di un disco con dei rappers

Fabrizio Bosso

Fabrizio Bosso

Abituato ad ammaliare il pubblico sui palchi di tutta Italia, Fabrizio Bosso è uno dei trombettisti italiani più amati dal panorama musicale internazionale. In occasione della pubblicazione del suo ultimo album “Duke” , omaggio al grande Ellington, l’abbiamo intervistato per conoscere più a fondo una personalità artistica così vivace e così ricca di spunti.

Il tuo ultimo album “Duke”, pubblicato lo scorso 26 maggio, nasce da un preciso input: la rinascita dello swing…
L’idea è partita dal Festival Jazz di Roma di un anno fa. Mi fu proposto di mettere su un progetto ad hoc pensando al tema dello swing e da lì è partita l’idea di fare un tributo a Duke Ellington, uno dei più importanti compositori del ‘900. Già da piccolo ascoltavo i suoi dischi ed è quindi uno degli autori che ho assimilato meglio. Suono spesso suoi brani e durante i miei concerti “In a sentimental Mood” è nei bis.

Come hai lavorato con Paolo Silvestri per gli arrangiamenti?
L’idea di allargare l’organico viene dal presupposto che non avevo mai fatto qualcosa con i fiati. Ne parlavo da un po’ con Paolo Silvestri, ho scelto la musica che avevo voglia di suonare, i brani che sentivo più vicini a me, li ho proposti a Paolo e lui ha iniziato a lavorarci senza che dovessi dirgli praticamente nulla. Sono molto felice del risultato perché Paolo è riuscito a mettere a proprio agio tutti i musicisti e a valorizzare il loro contributo.

Perchè “In a sentimental Mood” suscita in te particolare emozione? E’ vero che se avessi avuto occasione di suonare insieme al “Duca” ti sarebbe piaciuto suonare proprio questo brano?
Si tratta di una melodia così forte che, ogni volta che la suono, a prescindere dalla location in cui trovo, mi emoziono. Sento che questo brano arriva in maniera diretta alle persone e penso che questa sia la forza dei grandi. Riuscire a comunicare così tanto con della musica strumentale è una cosa incredibile. Tra l’altro quando ho proposto a Paolo Silvestri di riarrangiare questo brano, lui era un po’ terrorizzato all’idea di dover andare a toccare della musica praticamente perfetta, invece io penso che sia riuscito a darci modo di esprimerci al meglio.

Per suonare la tromba ad un certo livello c’è bisogno di orecchio, studio, emissione, muscolatura, respirazione e… cos’altro?
Tanta pazienza! La tromba è uno strumento lento! Prima di riuscire a fare qualcosa di accettabile o di piacevole all’ascolto ci vuole un bel po’. Chiaramente anche la predisposizione ed il talento incidono molto però non si tratta di uno strumento immediato. Un’altra cosa fondamentale è la continuità: se stai una settimana senza suonare, quando riprendi lo strumento in mano non suonerai certamente come prima; i muscoli facciali si indeboliscono, il diaframma lavora meno bene per cui dopo due o tre giorni qualcosa la si deve fare…

Fabrizio Bosso

Fabrizio Bosso

La tua ricerca del suono è ancora un alternarsi di amore e odio?
Penso che sarà così per sempre! E’difficile che si possa essere appagati dal proprio suono, è importante cercarlo sempre, ascoltare altri suoni, lasciarsi ispirare da altre cose. Ci sono giorni in cui magari ci si sente più vicini al suono ideale, altri in cui ci si allontana molto.

La tua matrice è jazz ma porti il tuo linguaggio in tanti generi e contesti. Come hai acquisito questo tipo di versatilità e come cambia di volta in volta il tuo approccio allo strumento?
È stato tutto abbastanza naturale perchè, pur essendo cresciuto con il jazz, ascoltavo anche Mina, Ornella Vanoni, Fabio Concato e tutti i grandi cantautori. Forse l’unico genere musicale che mi sono un po’ perso è il rock, magari perchè non mi ha mai veramente appassionato e non l’ho mai approfondito. Alla prima occasione di collaborazione con un cantautore, il primo è stato Sergio Cammariere, è stato subito tutto molto naturale. Mi veniva da ridere quando mi veniva chiesto se i jazzisti puristi potessero giudicarmi per questo tipo di collaborazioni. Io sono un musicista e penso sia importante valutare la qualità delle cose, preferisco fare un bel concerto pop piuttosto che fare un brutto concerto jazz.

Qual è la formula della miscela musicale che hai creato con Julian Oliver Mazzariello?
Io e Julian abbiamo un background comune; anche lui è un jazzista appassionato di vari generi musicali, ha studiato bene la tecnica del pianoforte quindi cerca di sfruttare il più possibile tutto il range del suo strumento e questa cosa si sente quando suoniamo insieme. Riusciamo entrambi ad utilizzare tutte le dinamiche dei nostri strumenti, proponiamo musica da film, brani italiani, standard jazz, brani inediti. Quando abbiamo messo su il duo non ci siamo preoccupati di quale direzione intraprendere, abbiamo deciso soltanto di suonare la musica che ci facesse stare bene e che ci divertisse.

E’ vero che ti sei fatto costruire una nuova tromba?
Il cambio degli strumenti testimonia un po’ l’irrequietezza che contraddistingue noi musicisti. A volte cerchiamo un certo tipo di suono, altre volte siamo solo stanchi e con poche idee. La scusa dello strumento, a volte può sembrare un po’ stupida però magari racchiude un reale stimolo. Un suono leggermente diverso o anche una forma diversa possono aiutarci a superare piccoli momenti di crisi. In questo periodo sto usando uno strumento artigianale che fanno vicino a Milano, il suono che esso produce mi appaga e mi fa avvicinare un po’ a quello che ho in testa però la ricerca dello strumento perfetto non avrà mai fine…

Lo sanno ormai tutti: hai iniziato a suonare con tuo padre, è stato il tuo primo modello e ancora oggi suonate insieme…
Sì, ogni tanto vado a suonare in qualità di ospite nella Big Band in cui sono cresciuto e dove ho iniziato a suonare quando avevo nove-dieci anni. Ogni volta è davvero emozionante suonare con un gruppo in cui si vede una fortissima passione per la musica e lo faccio sempre molto volentieri.

Ti piacerebbe che anche tuo figlio suonasse un giorno?
L’importante è che lui ami la musica e l’arte in generale; se vorrà fare qualcosa seriamente, io lo appoggerò però di sicuro non lo forzerò mai! Dovrà essere lui ad avere veramente questo desiderio.

Fabrizio Bosso

Fabrizio Bosso

Se a qualcuno venisse l’idea di lanciare un talent show per musicisti, che cosa ne penseresti?
Sarebbe carino, perché no! A me la cosa che non piace sono le liti, trovo che ci sia una dispersione inutile di energia. Sarebbe bello fare vedere ai giovani quanto impegno serve per arrivare a raggiungere un traguardo e imparare a suonare per bene. Se abituiamo il pubblico a dei contenuti seri e importanti, penso non ci sia neanche bisogno di tutto il resto per fare audience.

Sei direttore artistico del Festival Note d’Autore.Con quale spirito hai vissuto l’edizione di quest’anno?
L’obiettivo è sempre quello di portare un po’ di buona musica a Piossasco coinvolgendo anche gente che viene da altrove. L’idea è quella di dare la possibilità a giovani musicisti di stare sul palco con artisti più importanti e farsi conoscere da un pubblico più vasto. La finalità generale è quella di far respirare musica tutto il giorno per tre giorni.

Nell’ambito del Progetto Etiopia Onlus Lanciano, hai partecipato all’inaugurazione di una scuola in una località a pochi chilometri di distanza da Addis Abeba…che ricordi hai delle tue esperienze africane?
Ho molta voglia di tornare in quei luoghi, lo farò presto! Questo è un tipo di emozione che va al di là della musica, quando arrivi in questi posti e vedi com’è la situazione, la dignità e la voglia di vivere di queste persone ti fa riflettere sui valori della vita. Presto andremo anche ad inaugurare un acquedotto, anche questo frutto del lavoro della Onlus di Lanciano e già penso all’emozione che troverò negli occhi dei bambini e dei capo villaggi che, non hanno niente, ma che sembra abbiano tutto.

Sei molto seguito anche in Giappone…come cambia il tuo approccio sul palco e con il pubblico?
Quando suono penso prima di tutto a creare la giusta sinergia sul palco con i miei musicisti per arrivare al cuore degli spettatori. I Giapponesi sono un pochino più riservati ma se riesci a coinvolgerli possono diventare anche caciaroni. La cosa bella di lavorare lì è che funziona tutto alla perfezione, puoi pensare davvero a fare solo il musicista senza magari doverti mettere a fare il fonico come accade ogni tanto dalle nostre parti. Lì arrivi e suoni. Un’altra cosa che mi sorprende che è che sei giapponesi sono tuoi fan, ti mettono allo stesso livello di qualsiasi altra star.

Che cosa suoneresti se avessi la possibilità di incontrare Stevie Wonder?
Certamente “Overjoy”…

Cosa stai ascoltando in questo periodo?
Quando viaggio ascolto spesso musica brasiliana, mi piace molto Nana Caymmi e, in particolare, “Sangre de mi alma”. Il suo timbro mi fa stare bene, il suo modo di cantare, malinconico e speranzoso al contempo, mi avvolge.

Cosa ci racconti del progetto “Shadows. Le memorie perdute di Chet Beker” con Massimo Popolizio?
Si tratta di una sintesi di”Come se avessi le ali” , un libro di memorie di Chet, che va dal periodo del militare fino a poco prima che morisse. Popolizio è un grande attore e si immedesima veramente bene in questo ruolo. Abbiamo già fatto 4-5 repliche di questo spettacolo ed è andato molto bene.

C’è un progetto che prima o poi vorresti realizzare?
Ogni tanto mi torna in mente l’idea di fare un disco con dei rapper. Non ho ancora le idee molto chiare a riguardo, devo ancora capire bene se portare loro nel mio mondo o se immergermi io nel loro… Non è semplice trovare un equilibrio per creare un buon prodotto però ci proverò; jazz e rap non sono neanche tanto lontani, c’è un modo di diverso di improvvisare ma sarebbe carino fare incontrare questi due mondi musicali…

 Raffaella Sbrescia

Locus Festival: l’XI edizione è sempre più black music oriented

Bilal ph Umberto Lopez

Bilal ph Umberto Lopez

Un decennio di musica ed un percorso in costante crescita: il Locus Festival presenta la sua undicesima edizione con un respiro sempre più internazionale, valorizzando sempre di più la bellezza e ricchezza del suo territorio: Locorotondo e tutta la Valle d’Itria, magico angolo di Puglia fra le colline a due passi dal mare.

Da venerdì 24 luglio a domenica 26 luglio Locus proporrà il primo weekend di programmazione, interamente dedicato alla moderna black music americana con due grandissimi ospiti internazionali come BILAL, pioniere del nu-soul americano, e ROBERT GLASPER, pianista e produttore statunitense che presenterà il nuovo album “Covered”, entrambi saranno sul palco di Piazza Aldo Moro a ingresso gratuito.

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Robert Glasper trio

Accanto ai grandi concerti ci saranno le conferenze “Locus Focus” guidate da Ashley Kahn, uno dei più celebri critici musicali al mondo, dj set e musica dal in vari punti del centro storico, dj set e aperitivi pomeridiani nel Lido Bosco Verde (in Contrada Pilone). I live del weekend saranno introdotti da Alessio Bertallot.

Ai grandi concerti sul palco, si affiancano iniziative di valorizzazione della tradizione enogastrono- mica nel territorio, incontri letterari e di cultura musicale, azioni di contenimento dell’impatto ambientale.La scorsa edizione ha registrato oltre 50 mila presenze con un pubblico tra i 25 e i 50 anni, creando un vero e proprio volano attrattivo per il turismo proveniente da tutta Italia.

Info:
www.locusfestival.it 
info@locusfestival.it
www.facebook.com/locusfestival
Tel . 3939639865

Fonte: ufficio stampa

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