III: l’ultimo atto della trilogia targata Moderat accenna ad una lussuriosa fusione tra pop ed elettronica

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Pubblicato il 1 aprile 2016, III è il nuovo lavoro dei Modeselektor, il progetto musicale che riunisce i frutti del geniale connubio tra le spettacolari sonorità di Gernot Bronsert, Sebastian Szary (aka Modeselektor) e la suggestiva, onirica, eterea, affascinante voce di Sascha Ring (aka Apparat). “III” rappresenta l’ultimo passaggio di un processo creativo che ingloba al suo interno una trilogia compositiva decisamente interessante e variegata. Forti del proprio background, i tre hanno creato un melodioso amalgama di techno minimale, Idm e indietronica lascando ampi spazi a suggestivi richiami demiurgici.  Passando dalla creazione estemporanea di tracce epiche alla scrittura di canzoni tradizionali, i Moderat hanno deciso di uscire dalla loro comfort zone a vantaggio della fusione tra pop ed elettronica. Nello specifico “III” combina emozioni contrastanti attraverso un sound dinamico e profondo e testi fortemente evocativi. I suoni provenienti dalla sotto-cultura club trovano un naturale appoggio nei sofisticati temi affrontati: la trama di “Ghostmother”, ad esempio, verte su pace interiore, paura e conseguente accettazione dell’ignoto. Il brano è incentrato sulla vocalità di Sascha Ring, nitida e suadente, e sui cori dei Modeselektor. Le radici di questo e dei successivi brani affondano in tessiture elettroniche complesse e fortemente stratificate. L’ossatura percussivo-ossessiva di “O ‘Running” si sviluppa lungo stilemi presocratici secondo i quali l’uomo è parte di una massa che necessita di essere in continuo movimento per funzionare ma che non ha il potere di decidere la propria direzione. La bellezza ancestrale di “Finder” e lo sviluppo cinematico di “Intruder” completano il messaggio motivazionale di “Reminder”. A sigillare il lavoro è l’oscura bonus track “Fondle”, la tangibile testimonianza del fatto che non tutto è compiuto e che, sebbene la trilogia sia ormai completa, i Moderat sapranno sapientemente condurci per mano tra i meandri del loro mondo visionario.

Raffaella Sbrescia

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Video: Reminder

Soundtracks live: le opere d’arte sonore di Apparat al Fabrique di Milano. Il report

Apparat live ph Luigi Maffettone

Apparat live ph Luigi Maffettone

Un’esperienza totalizzante, che raccoglie i pensieri,  i sensi, i muscoli. Tutto questo è un live di Sascha Ring, aka Apparat, il dj e compositore tedesco noto per le sue creazioni sonore fuori dagli schemi. La consacrazione definitiva, sancita  dagli eccellenti riscontri ottenuti dalle musiche originali per “Il giovane favoloso”, il film del regista napoletano Mario Martone sulla vita di Giacomo Leopardi, candidato a ben 14 David di Donatello, lo ha riportato in Italia con “Soundtracks live”. Un concerto che ha toccato diverse città italiane e che lo scorso 3 ottobre è arrivato anche al Fabrique di Milano. Bar chiusi e telefonini rigorosamente spenti per una performance autorevole, seria, che non ammette distrazioni. Ogni minimo dettaglio è necessario e sufficiente affinchè lo spettatore non perda nemmeno una nota dii flussi sonori costruiti con cura artigianale e dal fascino ancestrale. Affiancato dalle creazioni visive dei Transforma Visuals, il gruppo di artisti che ormai da tempo firma le creazioni visive pensate per  entrare nel fulcro embrionale degli ambienti sonori di Apparat, l’artista tedesco fonde abilità e ingegno, progresso e tecnologia ma anche visione creativa e suggestione estemporanea.

Apparat live ph Luigi Maffettone

Apparat live ph Luigi Maffettone

Il merito più importante di Apparat e degli eccezionali musicisti che lo accompagnano sul palco è quello di riuscire a far confluire tutti questi elementi all’interno di creazioni sonore, vere e proprie opere d’arte, in grado di offrire un’ininterrotta serie di emozioni ed interpretazioni. Echi, richiami, prismi di colori, arcobaleni di suoni sono costruiti, cercati e condivisi con l’intento, assolutamente riuscito, di creare un incantesimo sonoro di una bellezza tanto intensa quanto indescrivibile.

Apparat live ph Luigi Maffettone

Apparat live ph Luigi Maffettone

Apparat coniuga tradizione e sperimentazione attraverso imprevedibili innesti di suoni e di note. Un viaggio continuo che, pur non conoscendo pause, riesce a spostare di volta in volta il baricentro interpretativo di ogni singolo spettatore che, in questo modo, diventa parte integrante di un universo quantistico carico di energia. Una tensione viva, palpabile, fruibile in grado di creare un contesto magico in cui la musica di Apparat rappresenta un irresistibile richiamo al sublime fascino di una bellezza eterea e perturbante al contempo.

Raffaella Sbrescia

Soundtrack Live, la geniale arte di Apparat arriva in Italia

Apparat

Il celebre artista berlinese Sascha Ring, meglio noto con il nome d’arte Apparat, sta per tornare in Italia per le nuove imperdibili date del suo attesissimo tour Soundtrack Live. Nome di spicco all’interno della scena elettronica europea, l’artista proporrà al pubblico uno speciale set comprensivo dei suoi più grandi successi. Dopo aver raggiunto una popolarità trasversale e nei più disparati ambiti artistici, Apparat rappresenta una garanzia per gli ascoltatori più esigenti e desiderosi di un’esperienza d’ascolto sofisticata e multisensoriale.

Il set includerà brani inediti scritti per il teatro e il cinema e vedrà il supporto, per il lato visual, del collaboratore Transforma, lo spettacolo proporrà brani ricchi di sfaccettature, elettronica emozionale e sci-fi soul e in Italia verrà proposto a Napoli, Roma, Milano, Torino e Bologna (Robot Festival). Intanto l’artista è stato premiato dalla giuria del Soundtrack Stars Awards, il Premio collaterale alla Mostra d’Arte Cinematografica a Venezia 72,  assegnato alla migliore colonna sonora tra le opere in Selezione Ufficiale. La giuria composta dal Professore e storico del cinema Gianni Canova (presidente), Malika Ayane, Laura Delli Colli (SNGCI), Alessandra Magliaro (ANSA) e Paola Jacobbi (Vanity Fair) ha segnalato “EQUALS” per l’intensità con cui la musica elettronica di Apparat sa dar vita a una partitura in apparenza minimalista ma di grande efficacia drammaturgica nel costruire un mondo distopico basato sulla deprivazione emozionale e percettiva.

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