“Fomenta”, delizie e tormenti nel nuovo album di Antonio Castrignanò

antonio fomenta“Fomenta” è il nuovo progetto discografico di Antonio Castrignanò, riconosciuto come uno dei più apprezzati e dei più innovativi rappresentanti della musica tradizionale salentina ma anche, e soprattutto, un ricercatore di suoni ed emozioni. Non è necessario sottolineare quanto la pizzica sia una danza davvero molto amata in tutta Italia, rappresentando, a tutti gli effetti, un punto di intima connessione con le nostre radici. Quello che bisogna evidenziare è, piuttosto, la dimensione sempre più internazionale che questa musica sta acquisendo, ritagliandosi un ruolo centrale all’interno dello scenario musicale mondiale.

Antonio Castrignanò Ph Carlo Piro

Antonio Castrignanò Ph Carlo Piro

In “Fomenta” luoghi, storie, leggende, profumi, sapori, lacrime e gioie della tradizione classica si ricongiungono al mondo contemporaneo e, attraverso il meticoloso lavoro di ricerca strumentale e contenutistica di Castrignanò, il risultato è un pregevole lavoro di ispirazione cosmopolita. “Fomenta”, prodotto su etichetta Ponderosa, rappresenta un’evoluzione all’interno del percorso artistico di Castrignanò il quale, anche grazie all’incontro con il dj e polistrumentista turco Mercan Dede, ha aperto le proprie composizioni ad interessanti incursioni elettroniche e suggestivi innesti di musica orientale.

Antonio Castrignanò Ph Giuseppe Rutigliano

Antonio Castrignanò Ph Giuseppe Rutigliano

Il ballo scaturito dai brani composti in “Fomenta” racchiude percorsi spirituali e rimandi a scenari che trascendono dal contesto contingente. Brani come “Core meu”, “Funtana gitana”, Lu culuri della terra”, “Sciamune”  spaziano in lungo e in largo, regalando immagini e suggestioni oniriche di grande impatto artistico ed emotivo Così come avviene nel cantato vibrato di “La ciuccia nera”, in “Stornelli” e nell’appassionante “Luna Otrantina”. La grande varietà di suoni, strumenti, storie proposte in questo album, si rivestono di un fascino esoterico, quasi mistico. Le tracce strumentali, “Terraferma”, in particolare, rivelano in maniera decisamente efficace tutto il pathos, il dramma, l’emozione della vita: un’irresistibile fusione tra delizia e tormento.

Raffaella Sbrescia

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